Roberto de Mattei: differenze tra le versioni

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==Citazioni di Roberto de Mattei==
 
*Di fronte a questo imbarbarimento, il Santo Bambino resta l'unica via, l'unica verità, l'unica vita dell'universo. Gli sforzi per costruire un mondo giusto e pacifico, al di fuori di Cristo, non sono che schiuma in un mare in tempesta. per raggiungere la pce e la tranquillità, il mondo non ha bisogno di incontri al vertice, di convegni internazionali, di discussioni tra esperti, ma solo di quella semplicità di cuore che penetra fin nel fondo delle cose, svelandone gli aspetti più reconditi. Oggi la pace è lontana dal mondo, quanto lo è la ricerca della gloria di Dio. Le radici cristiane sono estirpate e la notte è tornata a calare nel mondo, con il brivido di paura che l'accompagna. La Chiesa e la società vivono ore non di pace e di tranquillità, ma di dramma. Gli occhi si volgono verso il cielo e non vi scorgono che l'oscurità della notte più fonda. Ma il cristiano sa che il mistero del Natale, come quello della Resurrezione, è il simbolo, e la luminosa realtà, della luce che squarcia le tenebre più profonde. Così avvenne a Betlemme, così accadde spesso nella storia. "Natale" fu il grido di entusiasmo con cui nella notte del 25 dicembre dell'anno 496, i Franchi salutarono il battesimo del loro Re Clodoveo. La stessa acclamazione riecheggiò sotto le volte di San Pietro nella notte di Natale dell'anno 800, quando Carlo Magno fu incoronato Imperatore dal Papa san Leone III. I cuori orgogliosi rifiutano con sufficienza l'idea di una grande rinascita cristiana nel secolo XXI. I cuori semplici, pregando ai piedi del presepio, vedono nel Natale una luce di speranza nella tragedia del nostro tempo. Nel mondo, oggi, tutto è frastuono e disordine; nel Presepio tutto è ordine, raccoglimento, spirito soprannturale. Il Presepio è lo specchio di una società capace di rendere gloria a Dio e pace agli uomini di buona volontà. (da ''Radici Cristiane'', n. 20, editoriale, p. 3)
*Non vi è futuro senza radici, così come non ci sono edifici senza fondamenta. Le radici irrorano un organismo e ne permettono la vita e lo sviluppo. Quando questo organismo è una società umana, le sue radici sono le fondamenta spirituali e culturali. (da ''Radici Cristiane'', n. 0, editoriale, pg. 2)
 
*Ovunque il [[Cristianesimo]] è arrivato, nel corso dei secoli, ha portato con sé non solo la fede, ma la civiltà. Il Cristianesimo ha insegnato agli uomini e ai popoli a conoscere e adorare l'unico vero Dio; a onorare, dopo Dio, tutte le autorità terrene, operando una distinzione capitale tra la sfera temporale e quella spirituale; ha ammonito a non uccidere l'innocente, a proteggere i deboli, a soccorere i miseri e gli affliti, a combattere la menzogna, a praticare e a diffondere la purezza dei costumi, a rispettare la libertà dell'uomo e il suo diritto ad avere una famiglia, una proprietà personale ed a vivere in una società ordinata al bene comune. (''Ibidem'')
 
*Le radici dell'[[Europa]] non sono le cattedrali, i monumenti, i dipinti, i borghi che la costellano, né le grandi espressioni della sua musica, della sua poesia, della sua letteratura. Tutto questo è certamente espressione della grande Civiltà cristiana di Occidente, ma le radici di questa Civiltà appartengono al patrimonio invisibile dello spirito, sono immateriali e perciò indistruttibili. (''Ibidem'')
 
*Le certose in cui generazioni di uomini vollero farsi dimenticare, le abbazie scoscese, i castelli che ancora si affacciano sulla Loira, sul Reno, sul Danubio, le rotte dei pellegrini verso Santiago, Loreto, Mariazell, la borghesia operosa, l'aristocrazia austera, il popolo allegro, che si intravede nei quadri e nelle pale d'altare, gli uomini che per amore della nostra civiltà combatterono a Gerusalemme e a san Giovanni d'Acri, a Lepanto, a Vienna e a Belgrado sono il nostro passato, la nostra tradizione, il nostro esercito in marcia. Questa è la nostra Europa: l'Europa della tradizione, della creatività, dello sviluppo. Perché tradizione non è trasmissione meccanica nel tempo di forme storiche sterili. La tradizione è la vita che fluisce nella storia. E la dimensione dell'[[Europa]] non è lo spazio, che la ridurebbe ad un appendice della penisola asiatica, ma il tempo, la storia, la tradizione, il passato. Siamo ricchi del nostro passato, della nostra storia, della nostra tradizione. Siamo ricchi della nostra fede, ricevuta con il Battesimo. Questa fede riassume e spiega il passato, contiene i germi del futuro. (da ''Conferenza a Palazzo Pallavicini'', Roma 3 dicembre 1996. Citato nel retro di ''Le Radici Cristiane dell'Europa'', a cura del Centro Culturale Lepanto)
 
*L'[[Europa]] non ha bisogno di burocrazia, ma di un'anima. E la sua anima, ossia il suo principio vitale e unificatore non può non essere che il Cristianesimo. (Da ''[http://www.radicicristiane.it/stampa.php/id/913/ref/1/Editoriale/%22Radici%22%20e%20%22Frontiere%22%20Cristiane "Radici" e "Frontiere" Cristiane]'', ''Radici Cristiane'', n. 11, gennaio 2006, p. 3).
 
*Chi professa l'ecumenismo e il [[pacifismo]] a oltranza dimentica che esistono mali più profondi di quelli fisici e materiali, e confonde le conseguenze rovinose della guerra sul piano fisico, con le sue cause, che sono morali e risalgono alla violazione dell'ordine, in una parola a quel peccato che solo può essere sconfitto dalla Croce. (da ''[http://www.radicicristiane.it/stampa.php/id/1100/ref/1/Editoriale/La%20Crociata,%20categoria%20dello%20spirito%20cristiano La Crociata, categoria dello spirito cristiano]'', ''Radici Cristiane'', n. 56, luglio 2010, p. 3)
 
*Si può militare per il bene o per il male, in un campo o nell'altro, ma solo chi milita lascia il suo segno nelle vicende storiche. (''Ibidem'')
 
*La storia della Chiesa e dell'Europa è anche quella di modelli femminili che hanno onorato la purezza fino all'offerta della vita. (da ''[http://www.radicicristiane.it/stampa.php/id/519/ref/1/Editoriale/La%20vera%20malattia%20mortale%20del%20nostro%20tempo La vera malattia mortale del nostro tempo]'', ''Radici Cristiane'', n. 44, maggio 2009.)
 
*{{NDR|A proposito del [[terremoto di Sendai del 2011]]}} Mons. Orazio Mazzella, (1860-1939) arcivescovo di Rossano Calabro, all'indomani della tragedia fece una serie di riflessioni che vi riassumo (La provvidenza di Dio, l'efficacia della preghiera, la carità cattolica ed il terremoto del 28 di Dicembre 1908: cenni apologetici, Desclée e C., Roma 1909). <br /> In primo luogo le grandi catastrofi sono una voce terribile ma paterna della bontà di Dio, che ci scuote e ci richiama col pensiero ai nostri grandi destini, al fine ultimo della nostra vita, che è immortale. <br/> Infatti se la terra non avesse pericoli, dolori, catastrofi, eserciterebbe sopra di noi un fascino irresistibile, non ci accorgeremmo che essa è un luogo d'esilio, e dimenticheremmo troppo facilmente, che noi siamo cittadini del cielo. [...] <br /> In secondo luogo, osserva l'arcivescovo di Rossano Calabro, le catastrofi sono talora esigenza della Giustizia di Dio, della quale sono giusti castighi. <br /> Alla colpa del peccato originale si aggiungono infatti, nella nostra vita, le nostre colpe personali; nessuno di noi è immune dal peccato e può dirsi innocente e le nostre colpe possono essere personali o collettive: possono essere le colpe di un singolo o quelle di un popolo: ma mentre Dio premia o castiga i singoli nell'eternità è sulla terra che premia o castiga le nazioni, perché le nazioni non hanno vita eterna, hanno un orizzonte terreno. [...]<br/>Terzo punto infine: le grandi catastrofi sono spesso una benevola manifestazione della misericordia di Dio. <br /> Abbiamo detto infatti che nessuno, mettendosi la mano sulla coscienza, potrebbe dare a se stesso un certificato d'innocenza. Un giorno, quando il velo, che copre l'opera della Provvidenza, sarà sollevato, ed alla luce di Dio vedremo ciò che Egli avrà operato ne' popoli e nelle anime, ci accorgeremo che per molte di quelle vittime, che compiangiamo oggi, il terremoto è stato un battesimo di sofferenza che ha purificato la loro anima da tutte le macchie, anche le più lievi, e grazie a questa morte tragica la loro anima è volata al cielo prima del tempo perché Dio ha voluto risparmiarle un triste avvenire. [...]<br/>Le grandi catastrofi sono certamente un male, però non sono un male assoluto, ma un male relativo, dal quale sorgono beni di ordine superiore e più universali. La luce della fede ci insegna che le grandi catastrofi, o sono un richiamo paterno della bontà di Dio, o sono esigenze della divina giustizia, che infligge un castigo meritato, o sono un tratto della divina misericordia, che purifica le vittime aprendo loro le porte del Cielo. Perché il Cielo è il nostro destino eterno. (da ''Riflessioni sul mistero del male – Intervento del prof. Roberto de Mattei a Radio Maria del 16 marzo 2011''; citato in ''[http://www.corrispondenzaromana.it/index.php?option=com_content&view=article&id=1560:intervento-del-prof-roberto-de-mattei-a-radio-maria-del-16-marzo-2011&catid=138:varie&Itemid=55= Corrispondenza Romana]'', 25 marzo 2011)
 
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*In questo periodo mi capita di avere appoggio da ambienti laici o liberali; è un certo mondo cattolico, soprattutto progressista, a vivere nella sottomissione psicologica alla cultura ultralaicista. È un po' paradossale... (citato in ''[http://www.ilgiornale.it/cultura/il_pen_club_censurato_cattolico_de_mattei/08-06-2011/articolo-id=527996 Il Pen club: "Censurato il cattolico De Mattei"]'', ''Il Giornale'', 8 giugno 2011)
 
==Editoriali in ''Radici Cristiane''==
*Di fronte a questo imbarbarimento, il Santo Bambino resta l'unica via, l'unica verità, l'unica vita dell'universo. Gli sforzi per costruire un mondo giusto e pacifico, al di fuori di Cristo, non sono che schiuma in un mare in tempesta. per raggiungere la pce e la tranquillità, il mondo non ha bisogno di incontri al vertice, di convegni internazionali, di discussioni tra esperti, ma solo di quella semplicità di cuore che penetra fin nel fondo delle cose, svelandone gli aspetti più reconditi. Oggi la pace è lontana dal mondo, quanto lo è la ricerca della gloria di Dio. Le radici cristiane sono estirpate e la notte è tornata a calare nel mondo, con il brivido di paura che l'accompagna. La Chiesa e la società vivono ore non di pace e di tranquillità, ma di dramma. Gli occhi si volgono verso il cielo e non vi scorgono che l'oscurità della notte più fonda. Ma il cristiano sa che il mistero del Natale, come quello della Resurrezione, è il simbolo, e la luminosa realtà, della luce che squarcia le tenebre più profonde. Così avvenne a Betlemme, così accadde spesso nella storia. "Natale" fu il grido di entusiasmo con cui nella notte del 25 dicembre dell'anno 496, i Franchi salutarono il battesimo del loro Re Clodoveo. La stessa acclamazione riecheggiò sotto le volte di San Pietro nella notte di Natale dell'anno 800, quando Carlo Magno fu incoronato Imperatore dal Papa san Leone III. I cuori orgogliosi rifiutano con sufficienza l'idea di una grande rinascita cristiana nel secolo XXI. I cuori semplici, pregando ai piedi del presepio, vedono nel Natale una luce di speranza nella tragedia del nostro tempo. Nel mondo, oggi, tutto è frastuono e disordine; nel Presepio tutto è ordine, raccoglimento, spirito soprannturale. Il Presepio è lo specchio di una società capace di rendere gloria a Dio e pace agli uomini di buona volontà. (da ''Radici Cristiane'', n. 20, editoriale, p. 3)
*Non vi è futuro senza radici, così come non ci sono edifici senza fondamenta. Le radici irrorano un organismo e ne permettono la vita e lo sviluppo. Quando questo organismo è una società umana, le sue radici sono le fondamenta spirituali e culturali. (da ''Radici Cristiane'', n. 0, editoriale, pg. 2)
*Ovunque il [[Cristianesimo]] è arrivato, nel corso dei secoli, ha portato con sé non solo la fede, ma la civiltà. Il Cristianesimo ha insegnato agli uomini e ai popoli a conoscere e adorare l'unico vero Dio; a onorare, dopo Dio, tutte le autorità terrene, operando una distinzione capitale tra la sfera temporale e quella spirituale; ha ammonito a non uccidere l'innocente, a proteggere i deboli, a soccorere i miseri e gli affliti, a combattere la menzogna, a praticare e a diffondere la purezza dei costumi, a rispettare la libertà dell'uomo e il suo diritto ad avere una famiglia, una proprietà personale ed a vivere in una società ordinata al bene comune. (''Ibidem'')
*Le radici dell'[[Europa]] non sono le cattedrali, i monumenti, i dipinti, i borghi che la costellano, né le grandi espressioni della sua musica, della sua poesia, della sua letteratura. Tutto questo è certamente espressione della grande Civiltà cristiana di Occidente, ma le radici di questa Civiltà appartengono al patrimonio invisibile dello spirito, sono immateriali e perciò indistruttibili. (''Ibidem'')
*L'[[Europa]] non ha bisogno di burocrazia, ma di un'anima. E la sua anima, ossia il suo principio vitale e unificatore non può non essere che il Cristianesimo. (Da ''[http://www.radicicristiane.it/stampa.php/id/913/ref/1/Editoriale/%22Radici%22%20e%20%22Frontiere%22%20Cristiane "Radici" e "Frontiere" Cristiane]'', ''Radici Cristiane'', n. 11, gennaio 2006, p. 3).
*Chi professa l'ecumenismo e il [[pacifismo]] a oltranza dimentica che esistono mali più profondi di quelli fisici e materiali, e confonde le conseguenze rovinose della guerra sul piano fisico, con le sue cause, che sono morali e risalgono alla violazione dell'ordine, in una parola a quel peccato che solo può essere sconfitto dalla Croce. (da ''[http://www.radicicristiane.it/stampa.php/id/1100/ref/1/Editoriale/La%20Crociata,%20categoria%20dello%20spirito%20cristiano La Crociata, categoria dello spirito cristiano]'', ''Radici Cristiane'', n. 56, luglio 2010, p. 3)
*Si può militare per il bene o per il male, in un campo o nell'altro, ma solo chi milita lascia il suo segno nelle vicende storiche. (''Ibidem'')
*La storia della Chiesa e dell'Europa è anche quella di modelli femminili che hanno onorato la purezza fino all'offerta della vita. (da ''[http://www.radicicristiane.it/stampa.php/id/519/ref/1/Editoriale/La%20vera%20malattia%20mortale%20del%20nostro%20tempo La vera malattia mortale del nostro tempo]'', ''Radici Cristiane'', n. 44, maggio 2009.)
 
==''Il Concilio Vaticano II. Una storia mai scritta''==