Giovanni Mocenigo: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
amplio
Nessun oggetto della modifica
Riga 3:
 
==Citazioni di Giovanni Mocenigo==
*Ho sentito dire alcune volte a [[Giordano Bruno|Giordano]] in casa mia, che l'anime create per opera della natura passano d'un animale in un'altro [...].<br />Essendo egli in letto, andai a trovarlo e trovandoli vicino un ragnetto, l'ammazzai, e lui mi disse ch'havevo fatto male, e cominciò a discorrere, che in quelli animali poteva esser l'anima di qualche suo amico, perché l'anime, morto il corpo, andavano d'un corpo in un'altro, et affirmava, che lui era stato altre volte in questo mondo, e che molte volte saria tornato doppo che fosse morto, o in corpo humano, o di bestia; et io ridevo, e lui mi riprendeva, che io mi burlassi di queste cose.<ref>Citato in Firpo, pp. 283-284. Vedi anche la [[b:Baruch Spinoza/Terzo capitolo#L'esempio di Bruno|spiegazione dell'episodio]] in Wikibooks.</ref>
*[...] lui biasmava [[Martin Lutero|Lutero]] e [[Giovanni Calvino|Calvino]] e gl'altri autori di heresie, et io li dissi: «Di che religione donque sete voi?», perché l'havevo per calvinista: «Sete forsi nullius religionis?»; et egli sorridendo replicò: «Vi voglio raccontare una bella cosa, e farvi ridere: giocando con alcuni miei amici alle sorti, che toccava un verso per uno, a me toccò un verso dell'[[Ludovico Ariosto|Ariosto]] che dice: "D'ogni legge nemico e d'ogni fede"», e si messe a fare una gran risata [...].<ref>Citato in Firpo, p. 249.</ref>
*Mi disse che li piacevano assai le donne, e che non era arrivato ancora al numero di quelle di [[Salomone|Salamone]]; e che la Chiesa faceva un gran peccato in far peccato quello che si serve così bene alla natura [...].<br />Era molto dedito alla carne, e raggionando di ciò diceva meravigliarsi, che la Chiesa prohibisse l'uso naturale, e quando lui andava da donne acquistava grandissimo merito, ma queste cose le diceva burlando e ridendo.<ref>Citato in Firpo, p. 288.</ref>
*Occorrendo alcune volte dimandarli s'era stato a Messa, rispondea burlandosi: «Che messa? porto l'officio de arte amandi» [...].<ref>Citato in Firpo, p. 264.</ref>