Nicolao Merker: differenze tra le versioni

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'''Nicolao Merker''' (1931 – vivente), saggista, filosofo, storico e docente universitario italiano.
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===Citazioni= di Nicolao Merker==
*L'ortodossia protestante si mise in allarme soprattutto per l'immediata ripercussione politica che la critica deistica contro le religioni rivelate implicava: ossia avvertì che la critica del cristianesimo rivelato minacciava direttamente l'ordine costituito, l'assolutismo politico «per grazia di Dio», e che quindi si doveva imbavagliare d'autorità ogni revisione filosofico-critica del cristianesimo tradizionale. (dall'Introduzione a ''La religione dell'umanità'', pp. VIII-IX)
*La novità {{NDR|della [[Rivoluzione francese|Rivoluzione]]}} francese fu l'idea della [[nazione]] come un ambito di universali diritti umani di cittadinanza. (da ''Il sangue e la terra. Due secoli di idee sulla nazione'', p. 10)
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*[[Gotthold Ephraim Lessing|Lessing]] ribaltò l'intera questione della validità del cristianesimo dal piano dogmatico a quello storico. Il quale fa intanto escludere, allora, che quella validità possa basarsi su una sovrannaturale «rivelazione» contenuta nelle fonti del cristianesimo considerate tali dalla tradizione, cioè nei Vangeli. [...]<br />L'aver sgombrato il campo dall'ipoteca dell'ispirazione divina gli permise di considerare la [[Bibbia]] un «libro antico» al pari di altri «libri sacri» nei quali siano depositate tradizioni religiose di altri popoli e di altre civiltà. Anche i Vangeli, pertanto, devono venir esaminati alla stregua di un qualsiasi altro documento storico. (dall'Introduzione a ''La religione dell'umanità'', p. XIII)
 
===Introduzione a ''La missione del dotto''===
*C'è un testo di [[Johann Gottlieb Fichte|Fichte]], del 1794, conosciuto nelle traduzioni italiane con il titolo ''La missione del dotto''. Sono cinque lezioni di un corso che il filosofo tenne dal maggio di quell'anno all'università di Jena; e che nel ''Catalogus praelectionum'' – cioè in quello che era, in redazione latina, come si usava, il programma ufficiale delle attività didattiche dell'ateneo – egli aveva annunciato come lezioni pubbliche (o conferenze aperte a tutti) dedicate al tema «''de officiis eruditorum''», e che avrebbero dovuto occupare l'intero semestre estivo. Lezioni "sui doveri degli eruditi", dunque, o "dei dotti", come si potrebbe tradurre.
===[[Incipit]]===
C'è un testo di [[Johann Gottlieb Fichte|Fichte]], del 1794, conosciuto nelle traduzioni italiane con il titolo ''La missione del dotto''. Sono cinque lezioni di un corso che il filosofo tenne dal maggio di quell'anno all'università di Jena; e che nel ''Catalogus praelectionum'' – cioè in quello che era, in redazione latina, come si usava, il programma ufficiale delle attività didattiche dell'ateneo – egli aveva annunciato come lezioni pubbliche (o conferenze aperte a tutti) dedicate al tema «''de officiis eruditorum''», e che avrebbero dovuto occupare l'intero semestre estivo. Lezioni "sui doveri degli eruditi", dunque, o "dei dotti", come si potrebbe tradurre.
 
===Citazioni===
*Il "dotto" è l'uomo di cultura in senso molto moderno, pronunciatamente borghese, saldamente inserito come protagonista nel processo di trasformazione della società. (p. XXI)
*La «missione del dotto» ovvero, sappiamo oramai, la funzione dell'intellettuale nella società, continuò insomma ad occupare Fichte sino alla fine della sua vita, e non soltanto in lezioni che avevano quell'argomento per tema specifico, ma anche, in filigrana, in altri suoi scritti. (XXIII)