Eduardo De Filippo: differenze tra le versioni

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*C'aggi' a fa? Tu saie tutto... saie pure pecché me trovo int' 'o peccato. C'aggi'a fa?" Ma essa zitto, nun rispunneva. (Eccitata) E accussì faie è ovè? Cchiù nun parle e cchiù 'a gente te crede? Sto parlanno cu te!…. (con arroganza)Rispunne! 'E figlie so' figlie!' Me gelaie. Rummanette accussì, ferma. (Si irrgidisce fissando l'effige immaginaria.)Forse si m'avutavo avarrìa visto o capito 'a do' ne veneva 'a voce: 'a dint' 'a na casa c' 'o balcone apierto, d' 'o vico appriesso, 'a copp' 'a na fenesta…. Ma penzaie: 'E pecchè proprio a chistu mumento? Che ne sape 'a gente d' 'e fatte mieie? È atat essa, allora… È Stata 's [[Maria|Madonna]]! S'e vista affruntata a tu pe tu, e ha vuluto parlaà… ma … allora, 'a Madonna pe' parlà se serve 'e nuie…..E quanno m'hanno ditto: 'Ti togli il pensiero!', è stata pur'essa ca m'ha ditto, pe' me mettere 'a prova! E nun saccio si fuie io 'o 'a Madonna ca facette cu 'a capa accussì! (da ''Filumena Marturano'', in Rodolfo Di Giammarco, ''Grandi monologhi del teatro contemporaneo'', Gremese Editore, 1999)
* È proibito dare consigli quando la gente non li chiede. (dal film ''Napoli milionaria!'')
*''[[Napoli|Napule]] è un paese curioso | è nu teatro antica... sempre apierto | ce nasce gente ca senza cuncerto | scenne p' strade e sape recità.''<ref>Citato in [[Enzo Biagi]], ''Italia'', Rizzoli, Milano, 1975, p. 177.</ref>
* Quando sono in palcoscenico a provare, quando ero in palcoscenico a recitare... è stata tutta una vita di sacrifici. E di gelo. Così si fa il [[teatro]]. Così ho fatto! (dall'ultimo discorso pubblico al Teatro di Taormina; citato in ''[http://www.taormina-arte.com/2006/storia/indexanno.asp?idanno=1984 Taormina Arte 1984]'')
*Se un'idea non ha significato e utilità sociale non m'interessa lavorarci sopra. (dalla nota introduttiva a ''I capolavori di Eduardo De Filippo'', Einaudi)
*Se volete fare qualcosa di buono, fuitevenne 'a [[Napoli]]. (citato in Giuseppe Tortora, ''Il risveglio della ragione. Quarant'anni di narrativa a Napoli, 1953-1993'', Avagliano, 1994)
*S'ha da aspettà, Amà. Ha da passà 'a nuttata. (dalla commedia ''Napoli milionaria!'')
*Sul becco [della caffettiera napoletana] io ci metto questo "coppitello" (cappuccio) di carta [in modo che] il fumo denso del primo caffè che scorre, che è poi il più carico non si disperde. Come pure... prima di colare l'acqua, che bisogna farla bollire per tre quattro minuti, per lo meno, ...nella parte interna della capsula bucherellata, bisogna cospargervi mezzo cucchiaino di polvere appena macinata, ...in modo che, nel momento della colata, l'acqua in pieno calore già si aromatizza per conto suo. (dalla commedia ''Questi fantasmi!'')
*[[Teatro]] significa vivere sul serio quello che gli altri, nella vita, recitano male. (citato<ref>Citato in [[Enzo Biagi]], ''Quante storie'', Rizzoli, Milano, 1989, p. 184). ISBN 88-17-85322-4</ref>
*Voglio dire che tutto ha inizio, sempre da uno stimolo emotivo: reazione a una ingiustizia, sdegno per l'ipocrisia mia ed altrui, solidarietà e simpatia umana per una persona o un gruppo di persone, ribellione contro leggi superate e anacronistiche con il mondo di oggi. (dalla nota introduttiva a ''I capolavori di Eduardo De Filippo'', Einaudi)
* Voi sapete che io ho la nomina (non di senatore, per carità) che sono un orso, ho un carattere spinoso, che sfuggo… sono sfuggente. Non è vero. Se io non fossi stato sfuggente, se non fossi stato un orso, se non fossi stato uno che si mette da parte, non avrei potuto scrivere cinquantacinque commedie. (dall'ultimo discorso pubblico al Teatro di Taormina; citato in ''[http://www.taormina-arte.com/2006/storia/indexanno.asp?idanno=1984 Taormina Arte 1984]'')
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{{NDR|''Eduardo, l'arte di invecchiare'' (1984), Rai Storia, 24 maggio 2011}}
 
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*Essere [[superstizione|superstiziosi]] è da ignoranti, ma non esserlo porta male.
*Io sarò al Senato quello che sono stato sia nella vita, sia nelle commedie. È per quello che ho scritto che mi lusingo abbiano voluto compensarmi con la nomina a senatore. Quindi lo sapevano e lo sanno che io sono per il popolo. {{NDR|Frase pronunciata in occasione della nomina a senatore.}}
* Cuncè, che brutto suonno che mi sò fatto stanotte. Mi sono sognato che lavoravo.
 
=='''O penziero''==
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*Si sa, Eduardo non amava gli attori. Ma con Franca e con me scattò subito la simpatia. Forse perché, come noi, era un attore anomalo, mai devoto alle istituzioni, impegnato sul nostro stesso fronte. Così, senza esitare, firmò tutte le petizioni di "Soccorso Rosso" a favore dei detenuti politici. ([[Dario Fo]])
*Tra le centomila misses che circolano nel nostro e fuori del nostro Paese, c'è anche una «Miss Europa 1950» che si chiama Giovanna Pala. Fa del cinema naturalmente. Tempo fa lavorava ad Ostia e, in un intervallo di lavorazione, questa ragazza va al ristorante con i suoi compagni. Capita in quel luogo Eduardo e, chiamato festeggiato salutato, siede allo stesso tavolo . Lo presentano a Giovanna Pala. Passano dieci minuti e Giovanna domanda a Eduardo:<br>– Lei come si chiama?<br>– Eduardo De Filippo<br>Due secondi di gelo e poi l'animazione dei commensali riprende. Passano altri dieci minuti, e Giovanna ancora rivolta a Eduardo, domanda:<br>– Anche lei fa del teatro o del cinema?<br>Eduardo la sta guardando ancora. ([[Lucio Ridenti]])
 
==Note==
<references />
 
==Bibliografia==