Luigi Settembrini: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
mNessun oggetto della modifica
DNR (discussione | contributi)
Riga 20:
 
===Citazioni===
*Io aveva vent'anni, ed era della guardia nazionale, e una mattina feci la sentinella innanzi alla camera dove erano a consiglio i capi della repubblica, e quando uscirono presentai le armi a [[Domenico Cirillo]] che uscì primo, e mi guardò, e mi sorrise, ed io ancora ricordo quel sorriso: presentai le armi a [[Francesco Mario Pagano|Mario Pagano]] e [[Vincenzo Russo]] che andavano ragionando, presentai le armi a tutti gli altri. Si avvicinava il cardinale [[Fabrizio Ruffo|Ruffo]]. Chi può descrivere i furori della plebe, e il terrore che faceva il grido di "viva il re"? (p. 4)
*L'amore che io avevo ai libri mi era stato istillato nell'animo dal caro e benedetto padre mio, il quale era poeta, e aveva fatto versi improvvisi, e ne scriveva che mi piacevano tanto, ed era bel parlatore, e mi ragionava sempre di uomini grandi e della bellezza del sapere, e mi diceva sempre che nei libri si trova tesori inestimabili. "Quando tu leggerai e intenderai bene [[Virgilio]], [[Tito Lucrezio Caro|Lucrezio]], [[Livio]], [[Cicerone]], e poi quando saprai il greco e leggerai [[Omero]], [[Sofocle]], [[Tucidide]], tu ti sentirai più che uomo, ci troverai bellezze divine, sapienza profonda; e se tu lavori, e Iddio ti benedice, tu potrai essere grande anche tu." (p. 6)
*Intanto venne l'agosto, vennero le nuove delle tre giornate di luglio a [[Parigi]]. Che salti, che allegrie, che propositi facevamo noi altri giovani! S'aspettava anche noi il giorno di pigliare le armi, e scoparla una volta per sempre questa razza borbonica nemica di ogni bene e di ogni libertà. Re [[Francesco I delle Due Sicilie|Francesco]] fu atterrito dalla novella. Corse voce che il giovane [[Ferdinando II delle Due Sicilie|Ferdinando]], che allora attendeva a riformare l'esercito, dicesse al padre: "Andiamo noi coi nostri soldati a rimettere l'ordine a Parigi". E Francesco rispose: "Che soldati! Ti puzza ancora la bocca di latte, e non sai che bestie sono i francesi". Se è vero, non so; né io ero lì in corte per udire cosiffatto discorso. Si diceva, e io lo ridico. Se è un'invenzione, dentro c'è la verità del carattere del padre e del figliuolo. Sul cominciare di novembre re Francesco morì dopo cinque anni regnati coi preti, con le spie e col carnefice. (p. 14)