Stephenie Meyer: differenze tra le versioni

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*«Ciò che provo per te non cambierà mai... certo che ti amo, e tu non puoi farci niente!» <br/> «Non avevo bisogno di sentire altro». A quel punto sentii la sua bocca sulla mia e mi arresi. E non perché fosse mille volte più forte di me. La mia volontà si sbriciolò nell'istante preciso del contatto. Il bacio non fu affatto prudente come a quelli che ricordavo, ma andava benissimo così. Se proprio dovevo perdere un altro brandello di me stessa, meglio esagerare. Perciò restituii il bacio, mentre il cuore scandiva un ritmo spezzato e disordinato, il respiro si trasformava in affanno, e le dita cercavano ingorde il suo viso. Sentivo il suo corpo marmoreo aderire al mio ed ero felice che non mi avesse ascoltata: non c'era dolore al mondo per cui valesse la pena di rinunciare a quell'istante. Le nostre mani riprendevano confidenza con il viso dell'altro e nei brevi istanti in cui le labbra si separavano, lui sussurrava il mio nome.
*«Sei impaziente di essere dannata per l'eternità» <br/> «Non ci credi neanche tu, è inutile fingere.» Mi guardò torvo, pronto a ribattere, ma io fui più veloce di lui. «Se fossi stato convinto d'aver perso l'anima, quando ti ho ritrovato a Volterra avresti capito cosa stava accadendo anziché ritenerci morti entrambi. Invece no, hai detto 'Straordinario. Carlisle aveva ragione'» esclamai trionfante. «Dopotutto dentro te c'è un filo di speranza». <br/> Per una volta fui io a lasciarlo senza parole. <br/> «Perciò questa speranza conserviamola entrambi. Non che m'importi granché. Se ci sei tu non ho bisogno del paradiso».
*«Va bene. Lasciamo perdere i limiti temporali. Se vuoi che sia io a compiere il gesto... lo farò ma a una condizione». <br/>Mi sentii mancare la voce. «Quale?». <br/>Il suo sguardo era prudente. Parlò lentamente: «Prima sposami». [...] <br/>«E dai», risposi con un velo di isteria nella mia voce. «Ho soltanto diciotto anni». <br/>«Be', io quasi centodieci. È ora che metta la testa a posto».
*La sua voce era velluto e miele. <<"La morte che ha libato il miele del tuo respiro nulla ha potuto sulla tua bellezza">>, mormorò e riconobbi i versi pronunciati da Romeo sulla tomba di Giulietta. La campana suono per l'ultima volta. <<Hai lo stesso profumo di sempre>>, aggiunse. <<Quindi, forse questo è davvero l'inferno. Non importa. Resisterò>>.
*Edward mi si avvicinò prendendo il mio viso tra le mani. Mi sfiorava con delicatezza, premendo la punta delle dita sulle mie tempie, le guance, il profilo del mento. Come fossi un oggetto fragilissimo. Ed è proprio così, soprattutto in confronto a lui.
<<Dovresti essere di buonumore. Se non oggi, quando?>> sussurrò. Sentivo sul viso il suo dolce respiro. <br/><<E se non volessi essere di buonumore?>>, chiesi col fiato corto. <br/>I suoi occhi ardevano dorati <<Peccato>>. <br/>Quando si fece ancora più vicino e posò le labbra ghiacciate sulle mie, la testa mi girava già. Proprio come voleva, riuscì a farmi dimenticare qualsiasi affanno, occupata com'ero a ricordarmi inspirare e espirare. La sua bocca, fredda, morbida e delicata, indugiò sulla mia, finchè non lo strinsi forte e mi gettai nel bacio con un eccesso di entusiasmo. Lo sentii sorridere, mentre si allontanava e scioglieva l'abbraccio. [...] <br/><<Fai la brava, per favore>>, sussurrò a un centimetro dal mio collo. Posò di nuovo le labbra sulle mie, con delicatezza, e sciolse definitivamente l'abbraccio incrociandomi le braccia sullo stomaco.
 
=== [[Explicit]] ===