Ivan Illich: differenze tra le versioni

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*Il [[peccato]] è un male di un tipo che non potrebbe esistere se non attraverso la negazione della grazia. Non è in alcun senso la violazione di una legge: è sempre un'offesa personale contro una persona. È un'infedeltà. (p. 35)
*Il demonio venne e [[Tentazioni di Gesù|lo condusse nel deserto]]: era Satana, il tentatore. Ma ciò che il tentatore Gli dice è, in definitiva, di adorare il potere, tutte le potenze, i poteri di questo mondo. Il Nuovo Testamento, facendo dire da Gesù al tentatore «Sta scritto: "Adora il Signore Dio tuo"» e non il potere, crea l'atmosfera, l'atmosfera cosmica nella quale il Samaritano può osare sottrarsi ai numi tutelari che proteggono la sua cultura [...]. (p. 46)
*Nell'antichità classica lo [[sguardo]] era un'attività con la quale la mia carne si sposava alla carne o, più precisamente, ai colori degli oggetti su cui si volgeva. Lo sguardo era chiaramente descritto come ''proboskís'' o mano psichica. [...] Il vedere era un'erezione fuori dalla pupilla, non meno amorosa di altre erezioni. Perciò, quando io ti guardo, ti accarezzo con gli occhi. (p. 59)
*Il [[bene]], per me, può essere soltanto un'altra persona. Che cos'altro potrebbe essere? (p. 86)
*Tutti i [[Medico|medici]] tradizionali credevano nelle persone, e i pazienti parlavano loro della propria natura. La natura veniva sperimentata, veniva sentita, odorata, assaporata dalle persone. Come lo spettatore, nel teatro greco, veniva educato a «sentire» l'attore, così il medico – quasi partecipasse a una tragedia greca – veniva educato, attraverso la ''mimesis'' (una simpatia che diventa sentire l'altro), a sentire la tragica vicenda di quella persona che sedeva dinanzi a lui e che, nella sua condizione umana, si era trovata in qualche guaio, in qualche contrarietà; e la natura cercava di guarire se stessa. Il concetto di salute non esisteva; esisteva solo l'idea di una natura più o meno capace di guarire costantemente se stessa. E ciò che il medico faceva, con il consiglio, con l'empatia, col potere della parola – la parola che risanava – e forse con pillole di coralli macinati o di mercurio, che sono altamente tossiche, come diremmo oggi, consisteva nell'incoraggiare la natura, nel rafforzare la natura, a compiere la propria azione guaritrice. Oggi ci è difficile pensare in questo modo alla funzione del medico. Pensiamo sempre che egli usi qualche strumento della sua professione per fare qualcosa al sistema o al sottosistema che c'è nel paziente, e che lui, non il paziente, conosce. (p. 90)
 
==Bibliografia==