Nathaniel Hawthorne: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
→‎La lettera scarlatta: aggiungo cinque citazioni
→‎Citazioni: aggiungo altre citazioni
Riga 25:
*In verità, come io ho cercato di mostrargli, l'onta risiede nella consumazione del peccato, non nella sua confessione. (John Wilson: cap. III, 1951, p. 67)
*Ma esiste una fatalità, un sentimento cosí irresistibile e inevitabile da assumere la forza di un destino, il quale, quasi invariabilmente, obbliga gli esseri umani ad attardarsi, ad abitar come spettri le prossimità del luogo, dove qualche solenne e indimenticabile evento abbia conferito il suo colore a tutta la loro vita; e questa forza è tanto piú irresistibile quanto piú cupa l'ombra che affligge la vita loro. (cap. V, 1951, pp. 81 sg.)
*Deve essere ascritto a credito dell'umana natura che, quando nulla venga a turbare il suo egoismo, essa è piú incline ad amare che a odiare. Per un graduale e silenzioso processo l'odio stesso si trasforma in amore, a meno che questo mutamento non venga impedito da una sempre nuova irritazione dell'originale sentimento di ostilità. (cap. XIII, 1951, p. 163)
*Il pubblico è dispotico nelle sue reazioni; è capace di negare la piú ovvia giustizia, quando gli sia richiesta con troppa insistenza; ma molto spesso concede piú del giusto, quando la richiesta venga indirizzata, siccome ai despoti piace, interamente alla sua generosità. (cap. XIII, 1951, p. 165)
*A questo punto si abbia il coraggio di enunciare una ben dura e triste verità: la breccia, che la colpa ha aperto nell'anima umana, non può mai, in questa vita mortale, venir riparata. La si può tener d'occhio, sorvegliare continuamente, tanto che al nemico non riesca di insinuarsi nella cittadella e, in un successivo assalto, debba magari scegliere qualche altro punto di approccio, a preferenza di quello dove è precedentemente penetrato. Ma il muro di difesa resterà sempre rotto, e in prossimità si ode il passo insidioso del nemico, che vorrebbe rinnovare il suo inobliabile trionfo. (cap. XVIII, 1951, pp. 204 sg.)
*Nessun uomo può, per un tempo considerevole, portare una faccia per sé e un'altra per la moltitudine, senza infine confonderle e non sapere piú quale delle due sia la vera. (cap. XX, 1951, p. 220)
*È vessata e non risolta questione se l'amore e l'odio non siano in fondo la medesima cosa. Per il suo completo sviluppo ognuna di queste due passioni presuppone un alto grado di intimità e conoscenza del cuore, ognuna rende un individuo dipendente per il cibo dei suoi affetti e della sua vita spirituale da un altro, ognuna lascia l'appassionato amante, o il non meno appassionato odiatore, miserabile e desolato, quando gli venga sottratto l'oggetto delle sue cure. Perciò, considerate dal punto di vista filosofico, le due passioni sembrano intimamente affini, se non per il fatto che l'una si manifesta in una celeste radianza, l'altra in un cupo e sinistro bagliore. (cap. XXIV, 1951, pp. 264 sg.)
*La spiritosaggine dei vecchi ha in apparenza molto da spartire con la festevolezza dei bambini: l'intelletto non c'entra, non più di quanto c'entri un profondo senso dell'umorismo; in entrambi, si tratta di un luccichio che guizza scherzoso in superficie e dà un aspetto solare e gaio sia ai rimani verdi che ai tronchi grigi carichi i muffe. Però nel primo caso è veramente sola, nell'altro assomiglia di più a quei fuochi fatui generati dal legno che marcisce. (p. 484)
*Alla salute morale e intellettiva di un uomo contribuisce in grande misura stabilire rapporti di collaborazione con diversi individui diversi da lui, che non tengono nel minimo conto le sue mete ideali e hanno capacità e interessi incomprensibili per lui se non riesce a uscire da sé stesso. (p. 493)