Nathaniel Hawthorne: differenze tra le versioni

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===Citazioni===
*Tuttavia accade ben piú spesso che, salita la scala, possiate scoprire, nel vestibolo, se d'estate, o nei loro vari uffici, se d'inverno o fa brutto, una fila di venerabili persone, appollaiate sopra sedie fuori moda, in bilico sulle gambe posteriori, e con lo schienale poggiato contro il muro. Il piú sovente dormono, ma talvolta conversano tra loro, con voci che non si capisce se stiano parlando o russando, e con quella mancanza di energia, che contraddistingue gli ospiti di un gerontocomio, e tutti gli esseri che, per il loro sostentamento, dipendono dalla carità o dal lavoro monopolizzato, o da qualunque altra fonte, che non sia la loro attività indipendente. (introduzione a ''La lettera scarlatta'', 1951, p. 9)
*La nostra salute morale e intellettuale ritrae un gran giovamento quando ci troviamo obbligati a mescolarci con individui del tutto diversi, che non condividono le nostre aspirazioni e posseggono interessi e abilità, che dobbiam fare uno sforzo per poter apprezzare. (introduzione a ''La lettera scarlatta'', 1951, p. 26)
*Ma è una strana sensazione, per un uomo dotato di qualche orgoglio e sensibilità, quella di sapere che il suo destino dipende da individui che non lo amano né lo capiscono, e dai quali — poiché la scelta è confinata a queste due alternative — preferirebbe subir danni che non ricever favori. (introduzione a ''La lettera scarlatta'', 1951, p. 42)
*In verità, come io ho cercato di mostrargli, l'onta risiede nella consumazione del peccato, non nella sua confessione. (John Wilson: cap. III, 1951, p. 67)
*Ma esiste una fatalità, un sentimento cosí irresistibile e inevitabile da assumere la forza di un destino, il quale, quasi invariabilmente, obbliga gli esseri umani ad attardarsi, ad abitar come spettri le prossimità del luogo, dove qualche solenne e indimenticabile evento abbia conferito il suo colore a tutta la loro vita; e questa forza è tanto piú irresistibile quanto piú cupa l'ombra che affligge la vita loro. (cap. V, 1951, pp. 81 sg.)
*La spiritosaggine dei vecchi ha in apparenza molto da spartire con la festevolezza dei bambini: l'intelletto non c'entra, non più di quanto c'entri un profondo senso dell'umorismo; in entrambi, si tratta di un luccichio che guizza scherzoso in superficie e dà un aspetto solare e gaio sia ai rimani verdi che ai tronchi grigi carichi i muffe. Però nel primo caso è veramente sola, nell'altro assomiglia di più a quei fuochi fatui generati dal legno che marcisce. (p. 484)
*Alla salute morale e intellettiva di un uomo contribuisce in grande misura stabilire rapporti di collaborazione con diversi individui diversi da lui, che non tengono nel minimo conto le sue mete ideali e hanno capacità e interessi incomprensibili per lui se non riesce a uscire da sé stesso. (p. 493)