Boris Becker: differenze tra le versioni

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* Becker vince le finali Atp il 22 novembre 1992 e le circostanze collaterali capaci di trasformare un avvenimento sportivo in una data storica gli danno una mano non indifferente: Boris compie 25 anni e il giorno del successo annunciato diventa una festa di compleanno con 9mila invitati. Stich firma lo stesso torneo un anno dopo battendo il numero uno del mondo, Sampras, e meritandosi la seconda posizione in classifica. Troppo tardi per capovolgere il gioco delle parti e scrollarsi di dosso un paragone fastidioso come l'orticaria. Boris è un pioniere, l'erede naturale del barone [[Gottfried von Cramm|von Cramm]], in missione celeste per riscattare la Germania da quasi cinquant'anni di digiuno. Michael è un epigono di talento, d'accordo, ma percorre sentieri già battuti. Non è biondo, non ha gli occhi azzurri, ha una moglie con la pelle troppo chiara per sollevare scandali e non scalda gli animi quando apre bocca. Inoltre, arriva sempre con un ritardo intollerabile. ([[Gaia Piccardi]])
* {{NDR|Nel 1987}} Boris ha bisogno di una straordinaria dose di concentrazione e forza di volontà… Non credo che giocherà a tennis ancora per molto. ([[Günther Bosch]])
* {{NDR|Stich e Becker}} Erano la coppia perfetta, il difficile era portarli insieme. ([[Nikola Pilić]])
* {{NDR|Sulla loro rivalità}} Eravamo personaggi diversi. Io ero riservato e introverso. Boris era l'esatto contrario: irascibile ed emotivo. Entrambi abbiamo giocato molto bene a Wimbledon nello stesso tempo. Ci siamo ispirati a vicenda nel raggiungere un alto livello di prestazioni. Senza di lui avrei seguito un'evoluzione diversa, e probabilmente lo stesso vale per lui senza di me. ([[Stefan Edberg]])
* Ero edberghiano e Becker, al tempo, mi appariva come il Nemico. Coscia grosse, mezzo albino, esibizionista: quante volte non ho certo pianto per sue sconfitte. Anche – soprattutto – quando scontò la pena con Michael Stich, l'Ariano odioso e bellissimo. Oggi sono passati gli anni, Becker è uno stanco giocatore di poker, nella vita ha sbagliato quasi tutto e mi accorgo di quanto farebbe bene al circuito. ([[Andrea Scanzi]])