Paura e delirio a Las Vegas: differenze tra le versioni

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* Sappiamo cos'hai in mente. ('''Avv. Gonzo''')
* Quelli di noi che erano stati in piedi tutta la notte non erano dell'umore giusto per caffè e frittelle, volevamo bere forte. Dopotutto eravamo la crema della stampa sportiva nazionale. ('''Raoul Duke''')
* Strani ricordi in quella nervosa notte a Las Vegas. Sono passati cinque anni? Sei? Sembra una vita. Quel genere di apice che non tornerà mai più. [[San Francisco]] e la metà degli anni sessanta erano un posto speciale ed un momento speciale di cui fare parte. Ma nessuna spiegazione, nessuna miscela di parole, musica e ricordi poteva toccare la consapevolezza di essere stato là, vivo, in quell'angolo di tempo e di mondo, qualunque cosa significasse. C'era [[follia]] in ogni direzione, ad ogni ora, potevi sprizzare scintille dovunque, c'era una fantastica, universale, sensazione che qualsiasi cosa facessimo fosse giusta, che stessimo vincendo. E quello, credo, era il nostro appiglio, quel senso di inevitabile [[vittoria]] contro le forze del vecchio e del [[male]], non in senso violento o cattivo, non ne avevamo bisogno, la nostra [[energia]] avrebbe semplicemente prevalso, avevamo tutto lo slancio, cavalcavamo la cresta di un'altissima e meravigliosa onda. E ora, meno di cinque anni dopo, potevi andare su una ripida collina di Las Vegas e, se guardavi ad ovest, e con il tipo giusto di occhi, potevi quasi vedere il segno dell'acqua alta, quel punto, dove l'onda infine si è infranta ed è tornata indietro. ('''voce narrante''')
* Ti pagano per fotterti quell'orso? ('''Avv. Gonzo''')
* Quando arriva a quella fantastica nota, dove il coniglio si stacca la testa con un morso.. voglio che tu getti quello schifo di [[radio]] nella vasca, con me, dentro! ('''Avv. Gonzo''', rivolto a Duke)