Louis de Wohl: differenze tra le versioni

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*Ma questo crocifisso era molto di più, molto di più di qualsiasi onore. Tìa aveva detto che era la cosa più preziosa del castello. Solo ieri aveva pensato di non essere alcuno, che nesuno si curava di lui e ora egli era il custode della cosa più preziosa del castello. Don Luiz gli aveva detto che era sua; ma non poteva essere. Nessuno poteva possederla, come un berretto, un abito, un cavallo o una casa. L'avrebbe custodita a costo della sua vita. (p.37)
*"E se vedrete cadermi sotto il cavallo e cadere la bandiera di Luiz Quixada... salvate prima la bandiera." (p.38)
*Pregare per qualcosa o per qualcuno è una cosa molto, molto pericolosa. Si è sempre ascoltati. E mai nessuno sa veramente quello che sta chiedendo. (p.244)
*Talvolta Dio dice "no" alle nostre preghiere... ma è tutta un'apparenza. Quando lo fa, il suo "no" si trasforma in un torrente di grazie per qualcun altro, spesso per molti altri. Non c'è nulla al mondo di simile a una [[preghiera]] inesaudita. (p.244)
*"L'abitudine" continuò con occhio terribile "l'abitudine è uno dei peggiori nemici dell'umanità. Talora sembra che ci stiamo abituando alla nostra eredità. Talepossesso ci sembra sicuro, quasi non potessimo perderlo all'indomani. Non ci rendiamo nemmeno conto che lo spirito ci ha abbandonati." (p.251)
*"Ma la maggior parte di quelli che hanno lo spirito d'avventura lo combinano con lo spirito di conquista. Vanno in lontane contrade non tanto per diffondervi la Fede, quanto per depradarle dell'oro. Questi uomini vogliono che il loro coraggo serva a loro, non a Dio. Non è necessario essere cristiano per questo! Qualunque pagano potrebbe fare altrettanto. Dov'è l'uomo che ha lo spirito dei veri crociati? L'uomo che vuole compiere una missione, non perché egli lo vuole, ma perché Dio lo vuole? ''Deus lo vult'': non ho mai udito questo grido in tutta la mia vita! Lasciamo che le cose vadano per la loro via, e le future generazioni non capiranno nemmeno più come un grido di tal genere si sia potuto proferire. Lo traduranno nelle loro anime mercenarie come una strana specie di ipocrisia, Dio mi perdoni, come una superstizione." (p.251)
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*Il Natale a Del Abrojo era indimenticabile. Era come se Cristo fosse nato lì proprio quel giorno e tutti i frati cercassero di supplire al fatto che oltre quindici secoli prima non v'era stato posto per lui "nel diversorio". Facevano a gara per mostrare che a Del Abrojo per lui c'era posto. Ogni altare era coperto di fiori, e Juan si domandava dove li avessero presi in quel periodo dell'anno. Anche le rudi pareti avevano perduto ogni austerità e le torrette non parevano più arcigne. Un fanciullo era nato, ma il Salmo 109 parlava con la voce di Dio Padre: ''Con Te è il principio nel giorno della tua forza; nello splendore dei Santi, dal grembo prima della stella del mattino Io Ti ho generato''. E il Re david cantava: "Il Signore disse al mio Signore: ''Siedi alla mia destra, finché abbia messo i tuoi nemini a sgabello dei Tuoi piedi''". L'intero monastero sembrava fremere e vibrare d passione. (p.254)
*La [[fede]] non sarebbe necessaria, se conoscessimo tutto. Grazie a Dio, non sappiamo tutto; se lo sapessimo la nostra vita ne sarebbe smisuratamente impoverita. È una cosa meravigliosa potersi fidare di qualcuno, e dire con interiore certezza: quest'uomo è onesto, questa donna è fedele. Se lo sapessimo per [[conoscenza]], sarebbe come dire che la pietra è dura e l'acqua è liquida.
*Pregare per qualcosa o per qualcuno è una cosa molto, molto pericolosa. Si è sempre ascoltati. E mai nessuno sa veramente quello che sta chiedendo.
*Talvolta Dio dice "no" alle nostre preghiere... ma è tutta un'apparenza. Quando lo fa, il suo "no" si trasforma in un torrente di grazie per qualcun altro, spesso per molti altri. Non c'è nulla al mondo di simile a una [[preghiera]] inesaudita.
*{{NDR|Su [[Don Giovanni d'Austria|Don Juan d'Austria]]}} Era tale il potere della sua personalità che, non appena proseguiva oltre, gli uomini giuravano che avrebbero combattuto fino alla morte, dimenticando le stupide contese di poco prima. (p. 300)