Gioco: differenze tra le versioni

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==Proverbi italiani==
*Al gioco non si deve far torto.
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*Chi si vuol riaver, non giochi più.
*Ci vede meglio chi guarda che chi gioca.
*Cinque numeri in sogno mi furon dati: corsi a giocarli e i [[soldi]] ho via gettati.
*Denari di gioco, oggi te li dò domani te li tolgo.
*E persona da pregiare, chi ha perduto e lascia andare.
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*Gioco di mano, gioco di villano.
*Il bel gioco dura poco.
*Il [[diavolo]] non gioca mai da solo.
*Il giocatore è dipinto nudo.
*Il giocatore ha il diavolo in [[cuore]].
*Il gioco dei tarocchi non entra in testa agli sciocchi.
*Il gioco ha il diavolo in corpo.
*Il gioco risica la [[vita]] e rosica la roba.
*Il gioco vien dall'ira, uno paga e l'altro tira.
*Il gioco, il letto, la [[donna]] e il fuoco non si contentan mai di poco.
*Il perdere fa cattivo [[sangue]].
*Il tavolino è la pietra di paragone.
*Le carte e la bottiglia sono le bandiere della [[povertà]].
*Nel gioco manca la difficil [[arte]] di vincere al dispetto delle carte.
*Nelle case dei giocatori non manca mai il [[dolore]].
*Non bisogna mai giocare con chi propone il gioco.
*Per un quattro, un cinque, e un sei, perse la villa il duca Mattei.
*Si perde molto per essere stolto.
*Vincere un ambo al lotto è un malefizio, che più accresce la [[speranza]] al [[vizio]].
 
==Bibliografia==