Giovanni Giudici: differenze tra le versioni

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[[File:Giovanni Giudici 1992.jpg|thumb|Giovanni Giudici]]
'''Giovanni Giudici''' (1924 – 2011), giornalista e poeta italiano.
 
==Citazioni di Giovanni Giudici==
* ''Con [[Montale]] ero molto reverenziale. Non ero di quelli che si vantavano di dare del tu a Montale. Lui mi dava del tu, ma io gli ho sempre dato del lei. Poi gli feci anche delle interviste e lui mi regalò un quadretto, dicendomi che era l'unico quadretto rotondo che avesse fatto. Non è che sia un granché, ma è pur sempre un Montale.'' (da ''Fortezza'')
 
* ''Quando lavoravo all'Olivetti avevo in omaggio un'agenda. Ci scarabocchiavo sopra appunti, abbozzi, idee. Quando mi mettevo a scrivere, anche in quelle pagine poteva nascondersi la poesia. Erano un buon punto di partenza.'' (da ''Fortezza'')
 
* ''Stringi amicizia col direttore delle poste. | Mi impegno sul mio onore di non toccarti | Se dovessi scoprire per avventura | Nella busta te in miniatura. || Nulla è impossibile al direttore delle poste. | Viaggerai di ritorno con le risposte. | Resterai quanto basta per leggerle e riscrivermi. | I rapporti epistolari saranno meno monotoni.'' (da ''Il direttore delle poste'', in ''Autobiologia'')
 
* ''Tu - non foglia che cresce | ma crescersi di foglia. | Tu - non mare che splende | ma splendersi del mare. | Tu - amore nell'amare. || Ciao, Sublime. | Ciao, Essere Umano semplicemente. || E io che passeggio con te. | Io che posso prenderti per mano. | Io che mi brucio di te | nel corpo, nella mente.'' (da ''Ciao, Sublime'', in ''O beatrice'')
 
==''La vita in versi''==
*C'è più onore in [[tradimento|tradire]] che in esser [[fedeltà|fedeli]] a metà. (''Una sera come tante'')
 
*''Inoltre metti in versi che morire | è possibile a tutti più che nascere | e in ogni caso l'essere è più del dire.'' (''La vita in versi'')
 
*''La mia colpa sociale è di non ridere, | di non commuovermi al momento giusto.'' (''Dal cuore del miracolo'')
 
* ''Metti in versi la vita, trascrivi | fedelmente, senza tacere | particolare alcuno, l'evidenza dei vivi. || Ma non dimenticare che vedere non è | sapere, né potere, bensì ridicolo | un altro voler essere che te. || Nel sotto e nel soprammondo s'allacciano | complicità di visceri, saettando occhiate | d'accordi. E gli astanti s'affacciano || al limbo delle intermedie balaustre: | applaudono, compiangono entrambi i sensi | del sublime - l'infame, l'illustre. || Inoltre metti in versi che morire | è possibile a tutti più che nascere | e in ogni caso l'essere è più del dire.'' (''La vita in versi'')
{{NDR|Giovanni Giudici, ''La vita in versi'', Mondadori, Milano, 1965.}}
 
==Bibliografia==
*Giovanni Giudici, ''Autobiologia'', Mondadori, Milano, 1969.
*Giovanni Giudici, ''Fortezza'', Mondadori, Milano, 1990.
{{NDR|*Giovanni Giudici, ''La vita in versi'', Mondadori, Milano, 1965.}}
*Giovanni Giudici, ''O beatrice'', Mondadori, Milano, 1972.
 
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