Walter Bonatti: differenze tra le versioni

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dalla voce di Compagnoni
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*{{NDR|Sul [[K2 (caso)|caso K2]]}} Adesso il suo racconto è anche la verità del CAI. Bonatti ha vinto. Ma quale Bonatti? Chi è oggi il ragazzo di ventiquattro anni appena compiuti che quella notte perse – è lui a dirlo – la sua fiducia negli uomini? ([[Andrea Casalegno]])
*{{NDR|Sul [[K2 (caso)|caso K2]]}} Aveva ragione davvero lui, Walter Bonatti, grande, caparbio e permaloso campione dell'alpinismo italiano, su come andarono le cose quella notte tra il 30 e il 31 luglio 1954, dopo tre mesi di assedio alla montagna. ([[Emanuele Cassarà]])
*[[Walter Bonatti|Bonatti]], come lui stesso spiega nel libro, aveva una gran voglia di arrivare su. E se ce l'avesse fatta fisicamente, non c'era motivo perché non tentasse con noi. È possibile che, nella speranza di arrivare in vetta non abbia voluto tornare indietro all'ottavo campo, come il buonsenso avrebbe consigliato, ma abbia preferito tentare il bivacco. Che, se proprio vogliamo essere sinceri, perché la verità bisogna anche dirla, non era poi tanto peggio, come situazione, di quella in cui ci trovavamo noi, nella tendina esposta alle intemperie sul crinale. In quei casi, come ben sanno gli alpinisti, forse si sta meglio in una buca. ([[Achille Compagnoni]])
*Gli piacevano tutti gli animali, anche gli insetti. Nella nostra casa in Valtellina lo sorpresi a rianimare una piccola lucertola. Rimasi a guardarlo in silenzio, incredula. La teneva tra le labbra, soffiava e ne schiacciava il torace con delicatezza. Respirazione bocca a bocca. Lei era come morta, era finita nel secchio della cenere che tenevamo appeso a uno spigolo in pietra della casa. Dopo un po' la sua coda cominciò a arcuarsi, poi mosse le zampette. Insomma, tornò alla vita. ([[Rossana Podestà]])
*La Valtellina ha due formidabili guardiani, per chi la imbocca dal lago di Como. Da una parte, il forte secentesco di Fuentes coperto di vegetazione, solitario relitto del dominio spagnolo a Milano e ultimo cattolicissimo avamposto verso il mondo protestante dei Grigioni. Dall'altra, Walter Bonatti, classe 1930, forse il più grande alpinista del mondo, che ha casa quassù.<br />Per costruirsi il suo rifugio, Bonatti si è spaccato letteralmente la schiena trasportando enormi massi di granito. ([[Paolo Rumiz]])