Eve Ensler: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Se non ora quando?
m →‎Citazioni: pagine
Riga 62:
 
=== Citazioni ===
* Parlare della violenza sulle donne perché la storia delle donne è la storia della vita stessa. Parlandone non si può evitare di parlare di razzismo e supremazia, povertà e patriarcato, costruzione di imperi, guerra, sessualità, desiderio, immaginazione. Il meccanismo della violenza è ciò che distrugge le donne, le controlla, le sminuisce e le tiene al loro cosiddetto posto. Parlare della violenza, raccontare le storie, perché nel raccontare legittimiamo l'esperienza femminile. Riveliamo ciò che accade nell'oscurità, nel sottoscala, lontano dagli sguardi. Nel raccontare, le donne si riappropriano del loro potere. Della loro voce. Dei loro ricordi. Del loro futuro. (p. 8)
* Abbiamo bisogno di scrittori in quest'epoca terribile di inganno, manipolazione, frasi a effetto e mezze verità, in quest'epoca in cui la brama di potere ha sconfitto la fame di giustizia, in quest'epoca di santi e malfattori. Non abbiamo molti veri leader, non abbiamo molti politici di cui ci possiamo fidare. Ma possiamo fidarci degli scrittori. Invece di venderci qualcosa, esplorano qualcosa; invece di dominarci, ci aprono la mente; invece di conquistare o detenere una posizione, ci invitano a fare domande. (p. 8)
* Io non vengo invitata alle feste. Cioè, non più. All'inizio sì. Avevo un certo fascino, un certo stile. La gente mi credeva divertente finché non scopriva che ero la persona che guasta la festa. Interrompe il piacere, fa entrare il resto del mondo come una raffica di vento invernale a Chicago. Io sono il tipo che, per qualche motivo, deve vederlo, dirlo, e farlo sapere a tutti. (p. 201)
* Tornano le pellicce. Non è fantastico? Tornano le mutilazioni. Tornano gli omicidi. Tornano i visoni. I visoni mi fanno sempre pensare alle donne. Non solo perché le donne indossano i visoni, ma perché c'entra con il modo in cui le donne sono allevate per servire. Destinate al massacro. C'entra con il fatto di essere così bella, così morbida e calda, che la gente deve indossarti, avvolgerti intorno al collo o prenderti da dietro o spararti alla testa o straziarti o picchiarti o farti morire di fame. Tornano le pellicce. Tornano le pellicce. Non è fantastico, tornano le pellicce? Lo stesso, evidentemente, vale per gli stupri. Tornano gli stupri. Tornano i talebani. Torna O.J. Tornano le pellicce. Tornano tornano tornano. Ma quando mai queste cose sono andate via? Non se ne sono mai andate. Sono semplicemente ignorate e sepolte e accettate da quelli che vanno alle feste, da quelli che non possono smettere di festeggiare, che pensano che la vita sia un'unica grande festa, e in effetti per loro lo è perché hanno tutto, perché sono ricchi privilegiati perfetti e festeggiano festeggiano. Smettetela. Smettetela. Vi prego, vi prego smettetela. Le donne stanno morendo. (p. 203)
 
== Bibliografia ==