Ludovico Ariosto: differenze tra le versioni
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===Citazioni===
<!--In ordine di canto-->
*''A donna non si fa maggior dispetto, | che quando o vecchia o brutta le vien detto.'' (XX, 120)▼
*''Ecco il giudicio uman come spesso erra!'' (canto I, ottava [[s:Orlando furioso/Canto_1#7|VII]], verso 2)▼
*''Alcun non può saper da chi sia amato | Quando felice in su la ruota siede; | Però c'ha i veri e i finti amici a lato, | Che mostran tutti una medesma fede. | Se poi si cangia in tristo il lieto stato, | Volta la turba adulatrice il piede; | E quel che di cor ama, riman forte, | Et ama il suo Signor dopo la morte''. (XIX, 1)▼
*''Oh gran bontà de' cavalieri antiqui!'' (I, 22)
*''Amor, con che miracolo lo fai, | che 'n fuoco li tenghi, e nol consumi mai?" (canto XXIII)''▼
*''
*''Né tempo avendo a pensar altra scusa, | e conoscendo ben che 'l ver gli disse, | restò senza risposta a bocca chiusa'' (canto I, ottava 30, versi 1-2)▼
*''Che chi ne l'acqua sta fin alla gola | ben è ostinato se mercé non grida''. (canto I, ottava L, versi 3-4)▼
*''Forse era ver, ma non però credibile, | a chi del senso suo fosse signore; | ma parve facilmente a lui possibile, | ch'era perduto in via più grave errore. | Quel che l'uom vede, Amor gli fa invisibile, | e l'invisibil fa vedere Amore. | Questo creduto fu; che 'l miser suole | dar facile credenza a quel che vuole''. (canto I, ottava LVI)▼
*''Ingiustissimo amor, perché sì raro | corrispondenti fai nostri desiri? ... da chi disia il mio amor tu mi richiami, | e chi m'ha in odio vuoi ch'adori ed ami''. (canto II, ottava I, versi 1-2 e 7-8)▼
*''Questo disir, ch'a tutti sta nel core, | de' fatti altrui sempre cercar novella...'' (canto II, ottava XXXVI, versi 1-2)▼
*''Ma ne li vizi abominandi e brutti | non pur gli altri adeguò, ma passò tutti.'' (canto II, ottava LVIII, versi [[s:Orlando_furioso/Canto_2#Vizi|7-8]])▼
*''La bella terra che siede sul fiume, | Dove chiamò con lacrimoso plettro | Febo il figliuol ch'avea mal retto il lume''. (canto III, ottava XXXIV, versi 2-4)▼
*''Quantunque il simular sia le più volte | ripreso, e dia di mala mente indici, | si trova pur in molte cose e molte | aver fatti evidenti benefici, | e danni e biasmi e morti aver già tolte; | che non conversiam sempre con gli amici | in questa assai più oscura che serena | vita mortal, tutta d'invidia piena''. (canto IV, ottava I)▼
*''Perché si de' punir donna o biasmare, | che con uno o più d'uno abbia commesso | quel che l'uom fa con quante n'ha appetito, | e lodato ne va, non che impunito?'' (canto IV, ottava LXVI, versi 5-8)▼
*''Miser chi mal oprando si confida | Ch'ognor star debbia il maleficio occulto; | Che quando ogn'altro taccia, intorno grida | L'aria e la terra istessa in ch'è sepulto: | E Dio fa spesso che 'l peccato guida | Il peccator, poi ch'alcun dì gli ha indulto, | Che sé medesmo, senza altrui richiesta, | Inavvedutamente manifesta''. (VI, 1)▼
*''Come aviene a un disperato spesso, | che da lontan brama e disia la morte, | e l'odia poi che se la vede appresso, | tanto gli pare il passo acerbo e forte''. (canto VI, ottava V, versi 1-4)
*''Pareami aver qui tutto il ben raccolto | che fra i mortali in piú parti si smembra, | a chi piú et a chi meno e a nessun molto'' (canto VI, ottava XLVII, versi 2-4)▼
*''Donna sì laida, che la terra tutta | né la più vecchia avea né la più [[bruttezza|brutta]]''. (canto VII, ottava LXXII, versi 7-8)
*''Ho perduto l'onor, ch'è stato peggio; | che, se ben con effetto io non peccai, | io do però materia ch'ognun dica, | ch'essendo vagabonda, io sia impudica''. (canto VIII, ottava XLI, versi 6-8)▼
*''Non comincia Fortuna mai per poco, | quando un mortal si piglia a scherno e a gioco'' (canto VIII, ottava L, versi 7-8)▼
*''Ben ch'esser [[donna]] sia in tutte le bande | danno e sciagura, quivi era pur grande''. (canto VIII, ottava LVIII, versi 7-8)
*''L'amante, per aver quel che desia, | senza guardar che Dio tutto ode e vede, | aviluppa promesse e giuramenti, | che tutti spargon poi per l'aria i venti''. (canto X, ottava V, versi 5-8)▼
*''Bene è felice quel, donne mie care, | ch'essere accorto all'altrui spese impare''. (canto X, ottava [[s:Orlando_furioso/Canto_10#6|VI]], versi 7-8)
*''Bestemmiando fuggì l'alma sdegnosa | Che fu sì altiera al mondo e sì orgogliosa''. (XLVI, 140)▼
*''Che ben fu il più crudele e il più di quanti | mai furo al mondo ingegni empi e maligni, | ch'imaginò sì abominosi ordigni''. (canto XI, ottava XXVII, versi 7-8)▼
▲*''Che chi ne l'acqua sta fin alla gola | ben è ostinato se mercé non grida''. (canto I, ottava L, versi 3-4)
*''Che fossi fatto in quarti, arso o impiccato, | brutto ladron, villan, superbo, ingrato''. (canto X, ottava XLI, versi 7-8)
▲*''Che ben fu il più crudele e il più di quanti | mai furo al mondo ingegni empi e maligni, | ch'imaginò sì abominosi ordigni''. (canto XI, ottava XXVII, versi 7-8)
*''E spenta ogni pietà, strage nefanda | di quel popul facean per tutti i liti: | fosse iustizia, o fosse crudeltade, | né sesso riguardavano né etade''. (canto XI, ottava LII, versi 5-8)▼
*''Dirò insomma, ch'in lei dal capo al piede, | quant'esser può [[bellezza|beltà]], tutta si vede''. (canto XI, ottava LXIX, versi 7-8)
*''A tutti par che quella cosa sia, | che piú ciascun per sé brama e desia'' (canto XII, ottava XX, versi 7-8)
*''Fu il vincer sempre mai laudabil cosa | Vincasi o per fortuna o per ingegno''. (XV, 1)▼
*''O d'ogni vizio fetida sentina, | dormi, Italia imbriaca, e non ti pesa | ch'ora di questa gente, ora di quella | che già serva ti fu, sei fatta ancella?'' (canto XVII, ottava 76)▼
*''Che sarebbe pensier non troppo accorto | perder duo vivi per salvare un morto''. (canto XVIII)
*{{NDR|riferendosi ad Orazio Coclite}} ''Orazio sol contra [[Toscana]] tutta''. (XVIII, 65)▼
▲*''Alcun non può saper da chi sia amato | Quando felice in su la ruota siede; | Però c'ha i veri e i finti amici a lato, | Che mostran tutti una medesma fede. | Se poi si cangia in tristo il lieto stato, | Volta la turba adulatrice il piede; | E quel che di cor ama, riman forte, | Et ama il suo Signor dopo la morte''. (XIX, 1)
*''Le [[Donna|donne]] son venute in eccellenza | di ciascun'arte ove hanno posto cura''. (canto XX, ottava [[s:Orlando_furioso/Canto_20#2|2]])▼
▲*''A donna non si fa maggior dispetto, | che quando o vecchia o brutta le vien detto.'' (XX, 120)
*''Il consiglio del mal va raro invano.'' (canto XXI, ottava XLVIII, verso 6)▼
▲*''Amor, con che miracolo lo fai, | che 'n fuoco li tenghi, e nol consumi mai?" (canto XXIII)''
*''Chi mette il piè su l'amorosa pania, | cerchi ritrarlo, e non v'inveschi l'ale; | che non è in somma amor, se non insania, | a giudizio de' savi universale: | e se ben come Orlando ognun non smania, | suo furor mostra a qualch'altro segnale. | E quale è di [[pazzia]] segno più espresso | che, per altri voler, perder sé stesso? | Vari gli effetti son, ma la pazzia | è tutt'una però, che li fa uscire. | Gli è come una gran selva, ove la via | conviene a forza, a chi va, fallire: | chi su, chi giù, chi qua, chi là travia. | Per concludere in somma, io vi vo' dire: | a chi in amor s'invecchia, oltr'ogni pena, | si convengono i ceppi e la catena''. (canto XXIV, ottave I-II)
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*''L'animo è pronto, ma il potere è zoppo''. (XXV, 76)▼
*''Del re de' fiumi tra l'altiere corna | or siede umile (diceagli) e piccol borgo: | dinanzi il [[Po]], di dietro gli soggiorna | d'alta palude un nebuloso gorgo; | che, volgendosi gli anni, la più adorna | di tutte le città d'Italia scorgo, | non pur di mura e d'ampli tetti regi, | ma di bei studi e di costumi egregi''. {{NDR|Ariosto descive la sua amata città [[Ferrara]]}} (canto XXXV, ottava VI)▼
*''Di più direi; ma di men dir bisogna''. (XXVI, 22)
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*''[[Michelangelo Buonarroti|Michel]], più che mortale, Angel divino'' (XXXIII, 2, citato in [[Giuseppe Fumagalli]], ''[[s:Indice:Chi l'ha detto.djvu|Chi l'ha detto?]]'', Hoepli, Milano, 1921, p. 412)▼
▲*''Del re de' fiumi tra l'altiere corna | or siede umile (diceagli) e piccol borgo: | dinanzi il [[Po]], di dietro gli soggiorna | d'alta palude un nebuloso gorgo; | che, volgendosi gli anni, la più adorna | di tutte le città d'Italia scorgo, | non pur di mura e d'ampli tetti regi, | ma di bei studi e di costumi egregi''. {{NDR|Ariosto descive la sua amata città [[Ferrara]]}} (canto XXXV, ottava VI)
*''Temerità per certo e pazzia vera | è la tua, e di qualunque che si pose | a consigliar mai cosa buona o ria, | ove chiamato a consigliar non sia''. (canto XLI, ottava XLII)▼
*''Ove femine son, son liti e risse'' (canto XLIII, ottava CXX, verso 8)▼
▲*''Bestemmiando fuggì l'alma sdegnosa | Che fu sì altiera al mondo e sì orgogliosa''. (XLVI, 140)
*''E levar questa donna anco ti voglio; ché sarebbe a lasciartela gran fallo.''
*''E quel che non si sa non si de' dire, | e tanto men, quando altri n'ha a patire''.
▲*''E spenta ogni pietà, strage nefanda | di quel popul facean per tutti i liti: | fosse iustizia, o fosse crudeltade, | né sesso riguardavano né etade''. (canto XI, ottava LII, versi 5-8)
▲*''Ecco il giudicio uman come spesso erra!'' (canto I, ottava [[s:Orlando furioso/Canto_1#7|VII]], verso 2)
▲*''Forse era ver, ma non però credibile, | a chi del senso suo fosse signore; | ma parve facilmente a lui possibile, | ch'era perduto in via più grave errore. | Quel che l'uom vede, Amor gli fa invisibile, | e l'invisibil fa vedere Amore. | Questo creduto fu; che 'l miser suole | dar facile credenza a quel che vuole''. (canto I, ottava LVI)
▲*''Fu il vincer sempre mai laudabil cosa | Vincasi o per fortuna o per ingegno''. (XV, 1)
▲*''Ho perduto l'onor, ch'è stato peggio; | che, se ben con effetto io non peccai, | io do però materia ch'ognun dica, | ch'essendo vagabonda, io sia impudica''. (canto VIII, ottava XLI, versi 6-8)
▲*''Il consiglio del mal va raro invano.'' (canto XXI, ottava XLVIII, verso 6)
▲*''Ingiustissimo amor, perché sì raro | corrispondenti fai nostri desiri? ... da chi disia il mio amor tu mi richiami, | e chi m'ha in odio vuoi ch'adori ed ami''. (canto II, ottava I, versi 1-2 e 7-8)
▲*''L'amante, per aver quel che desia, | senza guardar che Dio tutto ode e vede, | aviluppa promesse e giuramenti, | che tutti spargon poi per l'aria i venti''. (canto X, ottava V, versi 5-8)
▲*''L'animo è pronto, ma il potere è zoppo''. (XXV, 76)
▲*''La bella terra che siede sul fiume, | Dove chiamò con lacrimoso plettro | Febo il figliuol ch'avea mal retto il lume''. (canto III, ottava XXXIV, versi 2-4)
▲*''Le [[Donna|donne]] son venute in eccellenza | di ciascun'arte ove hanno posto cura''. (canto XX, ottava [[s:Orlando_furioso/Canto_20#2|2]])
*''Ma 'l popolo facea, come i più fanno, | ch'ubbidiscon più a quei che più in odio hanno.''
▲*''Ma ne li vizi abominandi e brutti | non pur gli altri adeguò, ma passò tutti.'' (canto II, ottava LVIII, versi [[s:Orlando_furioso/Canto_2#Vizi|7-8]])
▲*''[[Michelangelo Buonarroti|Michel]], più che mortale, Angel divino'' (XXXIII, 2, citato in [[Giuseppe Fumagalli]], ''[[s:Indice:Chi l'ha detto.djvu|Chi l'ha detto?]]'', Hoepli, Milano, 1921, p. 412)
▲*''Miser chi mal oprando si confida | Ch'ognor star debbia il maleficio occulto; | Che quando ogn'altro taccia, intorno grida | L'aria e la terra istessa in ch'è sepulto: | E Dio fa spesso che 'l peccato guida | Il peccator, poi ch'alcun dì gli ha indulto, | Che sé medesmo, senza altrui richiesta, | Inavvedutamente manifesta''. (VI, 1)
*''[[Natura]] il fece, e poi ruppe la stampa.
▲*''Né tempo avendo a pensar altra scusa, | e conoscendo ben che 'l ver gli disse, | restò senza risposta a bocca chiusa'' (canto I, ottava 30, versi 1-2)
▲*''Non comincia Fortuna mai per poco, | quando un mortal si piglia a scherno e a gioco'' (canto VIII, ottava L, versi 7-8)
*''O città bene avventurosa... | ...la [[gloria]] tua salirà tanto | ch'avrai di tutta Italia il pregio e 'l vanto''.
▲*''O d'ogni vizio fetida sentina, | dormi, Italia imbriaca, e non ti pesa | ch'ora di questa gente, ora di quella | che già serva ti fu, sei fatta ancella?'' (canto XVII, ottava 76)
*''Or che s'aspetta? Soccorrer qui, non lacrimare accade''.
▲*{{NDR|riferendosi ad Orazio Coclite}} ''Orazio sol contra [[Toscana]] tutta''. (XVIII, 65)
▲*''Ove femine son, son liti e risse'' (canto XLIII, ottava CXX, verso 8)
▲*''Pareami aver qui tutto il ben raccolto | che fra i mortali in piú parti si smembra, | a chi piú et a chi meno e a nessun molto'' (canto VI, ottava XLVII, versi 2-4)
▲*''Perché si de' punir donna o biasmare, | che con uno o più d'uno abbia commesso | quel che l'uom fa con quante n'ha appetito, | e lodato ne va, non che impunito?'' (canto IV, ottava LXVI, versi 5-8)
▲*''Quantunque il simular sia le più volte | ripreso, e dia di mala mente indici, | si trova pur in molte cose e molte | aver fatti evidenti benefici, | e danni e biasmi e morti aver già tolte; | che non conversiam sempre con gli amici | in questa assai più oscura che serena | vita mortal, tutta d'invidia piena''. (canto IV, ottava I)
▲*''Questo disir, ch'a tutti sta nel core, | de' fatti altrui sempre cercar novella...'' (canto II, ottava XXXVI, versi 1-2)
▲*''Temerità per certo e pazzia vera | è la tua, e di qualunque che si pose | a consigliar mai cosa buona o ria, | ove chiamato a consigliar non sia''. (canto XLI, ottava XLII)
===[[Explicit]]===
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