Giovanni Boccaccio: differenze tra le versioni

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===Citazioni sul ''Decameron''===
*È il libro che ha fondato la cultura laica italiana, autonoma da quella religiosa: un'esigenza oggi primaria, in un paese in cui pullulano anatemi papali, teodem e teocon. C'è poi il rimando alla peste. Boccaccio scrisse il Decameron durante la peste fiorentina del 1348, immaginando dieci ragazzi nascosti in campagna per raccontarsi dieci novelle. ([[Daniele Luttazzi]])
*Per chi trae diletto da una lingua viva e bella, leggere il ''Decamerone'' non è dissimile dal vagare tra alberi in fiore e bagnarsi in acque purissime. ([[Hermann Hesse]])
 
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*''Poco senno ha chi crede la [[fortuna]] | O con preghi o con lacrime piegare, | E molto men chi crede lei fermare | Con senno con ingegno o arte alcuna''. (XXXV)
 
==''Trattatello in laude di Dante''==
===[[Incipit]]===
Solone, il cui petto uno umano tempio di divina sapienzia fu reputato, e le cui sacratissime leggi sono ancora alli presenti uomini chiara testimonianza dell'antica giustizia, era, secondo che dicono alcuni, spesse volte usato di dire ogni republica, sì come noi, andare e stare sopra due piedi; de' quali, con matura gravità, affermava essere il destro il non lasciare alcuno difetto commesso impunito, e il sinistro ogni ben fatto remunerare; aggiugnendo che, qualunque delle due cose già dette per vizio o per nigligenzia si sottraeva, o meno che bene si servava, senza niuno dubbio quella republica, che 'l faceva, convenire andare sciancata: e se per isciagura si peccasse in amendue, quasi certissimo avea, quella non potere stare in alcun modo.