Ralf Dahrendorf: differenze tra le versioni

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==Per un nuovo liberalismo==
*Ralf Dahrendorf, ''Per un nuovo liberalismo'Copyright''': (1988), SagittariSaggittari Laterza, Roma-Bari, 1988, traduzione a cura di Michele Sampaolo. ISBN 88-420-3251-4
*Il crinale fra teoria e prassi è un luogo di sosta insicuro e, alla lunga, insoddisfacente. (da ''Per un nuovo liberalismo'', p. V)
*Già cento anni prima che fosse concluso [il contratto sociale], John Locke scriveva: 'Al principio tutto il mondo era come l'America'. (da ''Per un nuovo liberalismo'', p. 7)
*Le domande sono delle spinte alla decisione, che ci vengono poste dalla vita. Per quanto possiamo essere fantasiosi o disperati, non possiamo sottrarci ad esse. Anche quando facciamo a meno di dare una risposta alle domande, diamo una risposta carica di conseguenze. Le domande sono là e si impongono a noi, che lo vogliamo o no. <br />I problemi al contrario li creiamo noi stessi. Essi non soltanto sono un prodotto degli uomini – lo sono anche le domande –, ma in certo modo sono sempre un prodotto di colui che aspira alla loro soluzione. A differenza delle domande, essi sono costruiti in proprio, e in questo senso sono artificiali. Noi possiamo scioglierli o no; in linea di principio possiamo anche lasciarli stare, addirittura dimenticarcene, senza che essi ci perseguitino. Le domande caratterizzano il mondo della prassi, i problemi quello della teoria. (da ''Per un nuovo liberalismo'', p. 11)
*La prassi è inevitabilmente calata entro limiti temporali, la teoria è fondamentalmente svincolata dal tempo. (da ''Per un nuovo liberalismo'', p. 13)
*Talvolta il comportamento pragmatico è necessario; ma chi cerca di fare di necessità virtù, conclude poco, anzi spesso peggiora quello che è chiamato a riparare. La teoria è qualcosa di più di un piacevole lusso. <br />Il pragmatismo è conservatorismo sotto la veste dell'azione. Esso conserva l'esistente, nel mentre che dà l'impressione di movimento. <br />Il massimo di cambiamento prodotto dai pragmatici consiste nello scavare una buca per riempirne un'altra – una terapia dell'occupazione anziché occupazione, un gioco a cambiare anziché cambiamento. (da ''Per un nuovo liberalismo'', p. 21)
*La più potente forza motrice del progresso sociale nel mondo industriale è rappresentata dal fatto che i partiti politici e il loro scontro hanno fornito espressione organizzata al profondo conflitto degli interessi di classe. (da ''Per un nuovo liberalismo'', p. 51)
*Quando delle classi diventano troppo sicure della propria posizione, non si limitano a difendere lo status quo, ma lo rendono rigido. (da ''Per un nuovo liberalismo'', p. 55)
*Quanto più a lungo dominano stabili rapporti democratici, tanto più difficile diventa sciogliere il collante del cartello degli interessi. (da ''Per un nuovo liberalismo'', p. 56)
*Il delinquere, sia contro la persona sia contro la proprietà, viene colto dai gruppi del ceto medio come un fatto onnipresente, e porta quindi a richiesta di diritto e ordine in un senso meccanico esteriore, cioè in direzione di un ulteriore indurimento delle arterie della società ufficiale. <br />Quasi tutti gli sviluppi sociali sembrano muoversi verso una sempre più confortevole ma anche più rigida struttura di subordinazione per la maggioranza, e verso un'esistenza sempre più esposta e sradicata per le minoranze emarginate. (da ''Per un nuovo liberalismo'', p. 62)
*Quanto più rapidamente il lavoro ci sfugge (come sembra), tanto più ognuno, pieno di dubbi, si attacca ai valori e alle strutture della società del lavoro. (da ''Per un nuovo liberalismo'', p. 160)
*La tecnologia non si è tanto sostituita al lavoro, quanto piuttosto ha allontanato i lavoratori dai processi produttivi. (da ''Per un nuovo liberalismo'', p. 164)
*Ma il lavoro ha una sua valenza anche in quanto una delle forze principali per la strutturazione della vita degli uomini. Finora nessuno ha scoperto una forza ugualmente efficace. Sicché la società senza lavoro è rimasta singolarmente amorfa, priva di contorni e di significato. (da ''Per un nuovo liberalismo'', p. 174)
*Quando i tempi sono cattivi, la fantasia degli uomini viene eccitata da fini lontani, ma il tentativo di realizzare quei fini contribuisce poco a rendere migliori i tempi. [...] Utopia e rivoluzione possono apparire attraenti a coloro che sono lontani da entrambi, ma nella realtà significano quasi sempre oppressione e miseria. (da ''Per un nuovo liberalismo'', p. 197)
 
*Il crinale fra teoria e prassi è un luogo di sosta insicuro e, alla lunga, insoddisfacente. (da ''Per un nuovo liberalismo'', p. V)
==Riferimenti bibliografici==
*Già cento anni prima che fosse concluso [il contratto sociale], John Locke scriveva: 'Al principio tutto il mondo era come l'America'. (da ''Per un nuovo liberalismo'', p. 7)
*Ralf Dahrendorf, ''Per un nuovo liberalismo'' (1988), Sagittari Laterza, Roma-Bari, traduzione a cura di Michele Sampaolo. ISBN 88-420-3251-4
*Le domande sono delle spinte alla decisione, che ci vengono poste dalla vita. Per quanto possiamo essere fantasiosi o disperati, non possiamo sottrarci ad esse. Anche quando facciamo a meno di dare una risposta alle domande, diamo una risposta carica di conseguenze. Le domande sono là e si impongono a noi, che lo vogliamo o no. <br />I problemi al contrario li creiamo noi stessi. Essi non soltanto sono un prodotto degli uomini – lo sono anche le domande –, ma in certo modo sono sempre un prodotto di colui che aspira alla loro soluzione. A differenza delle domande, essi sono costruiti in proprio, e in questo senso sono artificiali. Noi possiamo scioglierli o no; in linea di principio possiamo anche lasciarli stare, addirittura dimenticarcene, senza che essi ci perseguitino. Le domande caratterizzano il mondo della prassi, i problemi quello della teoria. (da ''Per un nuovo liberalismo'', p. 11)
*La prassi è inevitabilmente calata entro limiti temporali, la teoria è fondamentalmente svincolata dal tempo. (da ''Per un nuovo liberalismo'', p. 13)
*Talvolta il comportamento pragmatico è necessario; ma chi cerca di fare di necessità virtù, conclude poco, anzi spesso peggiora quello che è chiamato a riparare. La teoria è qualcosa di più di un piacevole lusso. <br />Il pragmatismo è conservatorismo sotto la veste dell'azione. Esso conserva l'esistente, nel mentre che dà l'impressione di movimento. <br />Il massimo di cambiamento prodotto dai pragmatici consiste nello scavare una buca per riempirne un'altra – una terapia dell'occupazione anziché occupazione, un gioco a cambiare anziché cambiamento. (da ''Per un nuovo liberalismo'', p. 21)
*La più potente forza motrice del progresso sociale nel mondo industriale è rappresentata dal fatto che i partiti politici e il loro scontro hanno fornito espressione organizzata al profondo conflitto degli interessi di classe. (da ''Per un nuovo liberalismo'', p. 51)
*Quando delle classi diventano troppo sicure della propria posizione, non si limitano a difendere lo status quo, ma lo rendono rigido. (da ''Per un nuovo liberalismo'', p. 55)
*Quanto più a lungo dominano stabili rapporti democratici, tanto più difficile diventa sciogliere il collante del cartello degli interessi. (da ''Per un nuovo liberalismo'', p. 56)
*Il delinquere, sia contro la persona sia contro la proprietà, viene colto dai gruppi del ceto medio come un fatto onnipresente, e porta quindi a richiesta di diritto e ordine in un senso meccanico esteriore, cioè in direzione di un ulteriore indurimento delle arterie della società ufficiale. <br />Quasi tutti gli sviluppi sociali sembrano muoversi verso una sempre più confortevole ma anche più rigida struttura di subordinazione per la maggioranza, e verso un'esistenza sempre più esposta e sradicata per le minoranze emarginate. (da ''Per un nuovo liberalismo'', p. 62)
*Quanto più rapidamente il lavoro ci sfugge (come sembra), tanto più ognuno, pieno di dubbi, si attacca ai valori e alle strutture della società del lavoro. (da ''Per un nuovo liberalismo'', p. 160)
*La tecnologia non si è tanto sostituita al lavoro, quanto piuttosto ha allontanato i lavoratori dai processi produttivi. (da ''Per un nuovo liberalismo'', p. 164)
*Ma il lavoro ha una sua valenza anche in quanto una delle forze principali per la strutturazione della vita degli uomini. Finora nessuno ha scoperto una forza ugualmente efficace. Sicché la società senza lavoro è rimasta singolarmente amorfa, priva di contorni e di significato. (da ''Per un nuovo liberalismo'', p. 174)
*Quando i tempi sono cattivi, la fantasia degli uomini viene eccitata da fini lontani, ma il tentativo di realizzare quei fini contribuisce poco a rendere migliori i tempi. [...] Utopia e rivoluzione possono apparire attraenti a coloro che sono lontani da entrambi, ma nella realtà significano quasi sempre oppressione e miseria. (da ''Per un nuovo liberalismo'', p. 197)
 
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