Plinio Corrêa de Oliveira: differenze tra le versioni

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*È questa è la nostra finalità, il nostro grande ideale. Avanziamo verso la civiltà cattolica che potrà nascere dalle rovine del mondo moderno, come dalle rovine del mondo romano è nata la civiltà medioevoale. Avanziamo verso la conquista di questo ideale, con il coraggio, la perseveranza, la decisione di affrontare e di vincere tutti gli ostacoli, con cui i crociati marciavano verso Gerusalemme. (da ''La Crociata del XX Secolo''; citato nella rivista italiana ''Tradizione Famiglia e Proprietà'', anno 14, n. 3-4, p. 29)
 
*Nell'egoista frustrato che sei stato, comincia a sorgere, come un giglio che nascesse dal pantano, oppure una fonte in un arenile desertico, qualcosa di nuovo. È l'amore. Non l'egoismo, che è amore esclusivistico di te stesso. Ma l'amore dei principi eterni, degli ideali folgoranti, delle cause elevate e senza macchia, che vedi risplendere nella dama ineffabile, e che cominci a volere servire. Servire, dedicare te stesso, immolare te stesso, e tutto quanto ti appartiene, ecco il nome della tua nuova felicità. Questa felicità la trovi in tutto quanto evitavi: la dedizione non ricompensata, la buona volontà incompresa, la logica derisa da ipocriti oppure ignorata da sordi volontari, il confronto con la calunnia che ora ulula come un uragano, ora agita discreti sonagli come un serpente, ora, infine, mente come una brezza tiepida e carica di miasmi fatali. Ora la tua gioia consiste nel resistere a tanta infamia, nell'avanzare, nel vincere benché ferito, rifiutato, ignorato. (da ''La gioia di servire'' su la ''Folha de S.Paulo'' del 13 settembre 1980; trascritto da ''Cristianità'')
 
*Pensavi che la felicità stesse nell'avere tutto. Verifichi ora che, al contrario, consiste nel darti completamente. (''ibidem'')
 
*S'inganna singolarmente chi suppone che l'azione della [[Chiesa cattolica|Chiesa]] sugli uomini sia semplicemente individuale, e che essa formi persone, ma non popoli, né culture o civiltà. (''Ibidem'')