John Wilmot, II conte di Rochester: differenze tra le versioni
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'''John Wilmot, II conte di Rochester''' (1647 – 1680), scrittore e poeta britannico.
*Perché tutti gli [[Uomo|uomini]] sarebbero dei [[
*Se [[io]], per [[miracolo]], posso esserti <br /> [[Fedeltà|Fedele]] in questo istante lungo una [[vita]], <br /> È tutto ciò che il [[cielo]] può concedere. (da ''Love and Life'', vv. 13-15)
*Vorrei essere un [[cane]], una [[scimmia]], o un orso, <br /> O tutto tranne quell'[[animale]] [[Vanità|vanitoso]], <br /> Che è così
*Dunque non mi parlare d'incostanza,<br />Di [[Cuore|cuori]] falsi e voti infranti;<br />Se per miracolo posso esserti,<br />questo lunghissimo minuto, fedele,<br />è quanto il cielo consente. (''Amore e Vita. Canzone'', Rochester Poesie e Satire, Eianudi Editore, a cura di Masolino d'Amico)
*Non è l'[[attore]] che piace, ma la parte. (da ''Draft of a Satire on Men'', Rochester Poesie e Satire, Eianudi Editore, a cura di Masolino d'Amico)
*I sensi sono rozzi e ne architetta<br /> Un sesto per dare contro agli altri cinque;<br /> E davanti al certo
*Siate voi stesso [[giudice]], voglio chiedervi questo,<br /> Qual'è la creatura più bassa, l'uomo o la bestia?<br /> Gli [[Uccello|uccelli]] si nutrono di uccelli, le bestie si cacciano tra loro,<br /> Ma solo il barbaro uomo uccide l'uomo.<br /> Spinti da necessità, quelli uccidono per il [[cibo]],<br /> L'uomo manda in rovina l'uomo senza ricavarne vantaggio. (da ''A Satire Against Mankind'', Rochester Poesie e Satire, Eianudi Editore, a cura di Masolino d'Amico)
==Voci correlate==
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