Giovannino Guareschi: differenze tra le versioni

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*Ho dovuto fare di tutto per sopravvivere, tuttavia, tutto è accaduto perché mi sono dedicato ad un preciso programma che si può sintetizzare con uno slogan: "Non muoio neanche se mi ammazzano." (dalla prefazione di ''Diario Clandestino 1943-1945''){{c}}<!-- La citazione non risulta in Google Libri; in più, è stata modificata: http://it.wikiquote.org/w/index.php?title=Giovannino_Guareschi&action=historysubmit&diff=38709&oldid=35823 -->
*Ho sempre disapprovato i ragazzi che si comportano da "veri uomini". Ho sempre considerato esperimenti negativi quelle mostruose comunità di ragazzi che si amministrano da soli, discutono di gravi problemi e sciupano la loro fanciullezza col solo risultato di avere, a quattordici anni, tutti i più importanti e turpi difetti degli uomini di quarantacinque. (da ''Vita con Giò'')
* Farò milleduecento chilometri in bicicletta – comunicocomunicò a Ennia e, approfittando della magnifica mattinata del 10 luglio, inforco la bicicletta e parto. [...] A Fombio una donna matura e con due gran baffi, che pedala su una bicicletta da corsa, mi sghignazza in faccia. E questo mi secca perché io non ho sghignazzato vedendo una donna matura e con gran baffi pedalare su una bicicletta da corsa. [...] È triste ma deve essere proprio così: se il mio giovane fratello si mette i calzoncini corti, la gente dice: Ecco un giovanetto in tenuta sportiva. Se, invece, me li metto io, la gente urla: Ecco un uomo in mutande! (da ''Chi sogna nuovi gerani?'')
*Non mi sono mai pentito di aver fatto domani quello che avrei potuto fare ieri o un mese prima. Spesso mi rattristo rileggendo le cose che ho fatto: ma in fondo non me ne cruccio mai soverchiamente perché posso dire, in piena coscienza, che mi sono sempre arrabattato per non farle. Sempre mi sono sforzato di rimandarle al domani. (dalla prefazione di ''Don Camillo e il suo gregge'', Rizzoli, 1953)
*I dottori per guarirvi hanno bisogno di poco: pur che vi possano [[proibizione|proibire]] qualcosa tutto va a posto. L'astuzia sta nel farsi proibire soltanto le cose cui si tiene di meno. (da ''Lo Zibaldino'', Rizzoli, 1985)