Ferdinando Galiani: differenze tra le versioni

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==''Del dialetto napoletano''==
*Tra tutti gli amori terreni niuno certamente è più lodevole, più onesto, quanto quel della [[Patria]]. E quantunque a ciascuno sembri la propria esserne la più degna, e sola senza divisione d'affetti, senza comparazioni, senza rivalità l'onori, e l'abbia in pregio e l'ami; pure se fosse permesso tra questi doverosi amori far parallelo, niuna Patria a noi ne pare tanto meritevole quanto [[Napoli]] per chiunque ebbe in sorte il nascervi cittadino. (prefazione, [http://books.google.it/books?id=Ei0UAAAAQAAJ&pg=PA3&#v=onepage&q&f=false p. 3])
*Solo pare che, in tanto progresso, resti indietro e resti irreparabilmente negletto ed incapace più di ristoro e di fortuna il nostro volgar dialetto napoletano: quello stesso dialetto pugliese che, primogenito tra gl'italiani, nato ad esser quello della maggior corte d'Italia, destinato ad esser l'organo de' pensieri de' più vivaci ingegni, sarebbe certamente ora la lingua generale d'Italia se quella felice Campania e quell'Apulia che lo produssero e l'allevarono si fossero sostenute quali prime, e non qual infime e le più derelitte delle provincie italiane. (pp. 7-8)
*Tanto si sono incarnate le idee colle voci, che pare ormai, che parlar Napoletano, e buffoneggiare sia una stessa cosa. Alle menti filosofiche è manifesto, che sì fatta connessione d'idee non è figlia della natura, ma della sola abitudine; e quando anche non fosse così, e fossevi nel suono del dialetto Napoletano qualche occulto difetto, che ne togliesse la dignità e la gravità, quell'aureo detto di [[Orazio]] ''ridentem dicere verum quid vetat'' basterebbe a convincere, che anche in un [[dialetto]] scherzoso si possan pronunziare le più serie, e le più importanti verità. ([http://books.google.it/books?id=Ei0UAAAAQAAJ&pg=PA8&#v=onepage&q&f=false p. 8-9])
*{{NDR|Sul valore poetico del poema ''L'Agnano zeffonato'' di [[Andrea Perrucci]]}} Molto diversamente dobbiam parlare del poemetto ''L'Agnano Zeffonnato'', del quale [[Andrea Perrucci|Andrea Perruccio]], e Fardella Siciliano vivente tra noi ci arricchì, e che quantunque non sia un perfetto lavoro, è però pieno di molti pregi, e di non volgari poetiche bellezze. ([http://books.google.it/books?id=Ei0UAAAAQAAJ&pg=PA137&#v=onepage&q&f=false p. 137])