Léon Degrelle: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Riga 48:
*Il dono, il vero dono è così: annientarsi sino all'ultima favilla. (p.23, ''Edizioni di AR'' 1977)
*Mi ricordo tre parole che un giorno avevo decifrato su una tomba di marmo nero giù a Damme in Fiandra, dentro una chiesa della mia patria perduta: ETSI MORTUUS URIT. <br /> "Seppur morto, egli arde..." <br /> Possano queste pagine, ultimo fuoco di quel che io fui, ardere ancora un momento, riscaldare ancora un istante le anime possedute dalla passione di donarsi e di credere: di credere malgrado tutto, malgrado la disinvoltura dei corrotti e dei cinici, malgrado il triste gusto amaro che ci lasciano nell'anima il ricordo delle nostre colpe, la coscienza della nostra miseria e l'immenso campo di rovine morali di un mondo che è certo di non aver più bisogno di salvezza, che da questo trae motivo di gloria ma che deve tutta via essere salvato. Deve più che mai essere salvato. (p. 23, ''Edizioni di AR'' 1977)
*La felicità esiste solo nel dono, nel dono completo; il suo disinteresse gli conferisce sapori d'eternità; esso ritorna alle labbra dell'anima con una soavità immortale. <br /> Donare! Aver visto occhi che brillano per essere stati compresi, colpiti, appagati! <br /> Donare! Sentire le grandi onde di felicità che fluttuano come acque danzanti su di un cuore pavesato all'improvviso di sole! <br /> Donare! Aver colto le fibre segrete che tessono i misteri della sensibilità! <br /> Donare! Avere il gesto che consola, che toglie alla mano il suo peso di carne, che consuma il bisogno di essere amato! (p. 26, ''Edizioni di AR'' 1977)
*L'acqua limpida dei cuori si è intorbidita sino agli strati più profondi. Il fiume degli uomini trasporta un diffuso odore di fango. (p. 35, ''Edizioni AR'' 2001)
*Il disordine del secolo ha sconvolto tutto quel che un tempo era luce e voli a tuffo di rondini nei canneti. (p. 35, ''Edizioni AR'' 2001)