Adorazione: differenze tra le versioni

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*L'adorazione non si fa con i fiori, ecc. La vera adorazione è un saldo pensiero rivolto al grande etere indifferenziato, un dissolversi intensamente in esso. (''[[Vijñānabhairava Tantra]]'')
*L'offerta di tutte le cose alla [[coscienza]], in identità con essa, tale, dicono le scritture, la vera adorazione; il cogitare che essa è così piena di tutte le cose, tale la contemplazione; colui che tale cogitazione riesce a renderla incrollabile, e così pensa, in unione con un discorso interiore, costui conosce la vera recitazione; colui che delle cose offerte alla coscienza dissolve ogni differenziazione e gliele presenta fatte tutte di fiamma, ecco chi celebra la vera oblazione; colui che così facendo vede come tutte le cose sono uguali l'una all'altra, ed acquista di tale uguaglianza un'incrollabile certezza, costui osserva il vero voto. ([[Abhinavagupta]])
*Ma colui che percepisce se stesso come Dio e il cui discorrere mentale è spontaneamente scomparso, chi mai potrebbe adorare? ([[Lalla]])
*Prima di ogni attività e di ogni mutamento del mondo deve esserci l'adorazione. Solo essa ci rende veramente liberi; essa soltanto ci dà i criteri per il nostro agire. ([[Papa Benedetto XVI]])
*Non pensare sia ozio il molto indugiare in adorazione davanti a Dio, essa [è] l'umiliazione del corpo e dell'intelligenza ... e una grande prontezza alla carità di Dio. ([[Isacco di Ninive]])