Śiva Purāṇa: differenze tra le versioni
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*La donna che posso accettare deve essere bella, praticare lo [[Yoga]] ed essere capace di sopportare l'ardore del mio sperma. C'è un'altra condizione. Se non avrà fiducia in me e nelle mie parole, l'abbandonerò. (da ''Rudra Saṃhitā'', cap. 17, 38-44; 1980)
*[[Shiva|Śiva]] guardò gli [[dèi]] e disse loro: "Io sono il signore degli animali… . I coraggiosi Titani, gli Asura potranno essere distrutti solo se ciascuno degli dèi e degli altri esseri assumerà la sua natura di animale." Gli dèi esitavano a riconoscere il loro aspetto animale. Śiva disse loro: "Non è una diminuzione riconoscere il proprio animale [la specie che nel regno animale corrisponde al principio che ogni dio incarna sul piano universale]. Solo coloro che praticano i riti dei fratelli delle bestie, dei Pāśupata, possono superare la loro animalità." Fu così che tutti gli dèi e i Titani riconobbero d'essere il bestiame del Signore cui venne dato il nome di Pāśupati, il signore degli animali. (da ''Rudra Saṃhitā'', V, cap. 9, pp. 13-21; 1980).
*Il Kailàsa, la montagna dove si trova il paradiso di Śiva è coperto di meravigliosi giardini. Tutti gli animali, le Ninfe, i geni, i compagni del dio costituiscono la sua corte.
*La luna gli fa da corona, il terzo occhio gli orna la fronte, i [[serpente|serpenti]] diventano gli anelli arricchiti di gioielli delle orecchie. I serpenti che circondano le altre parti del corpo diventano ornamenti incrostati di pietre preziose. La cenere di cui è cosparso il suo corpo diventa un unguento prezioso. La pelle d'elefante sembra una delicata stoffa di seta. La sua bellezza è indescrivibile. Egli sembra possedere tutte le ricchezze. (da ''Rudra Saṃhitā'', cap. 39, 38-42; 1980)
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