Tat'jana L'vovna Tolstaja: differenze tra le versioni

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Lettere dalla Rivoluzione
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===Citazioni===
*Sapete perché mio padre è seppellito ai piedi di un poggio, all'ombra di vecchie querce, nella foresta di Jasnaja Poljana? Perché quel luogo era legato a un ricordo d'infanzia a lui particolarmente caro. Il maggiore dei figli Tolstoj, Nikolaj, il quale aveva molta influenza sui fratelli e specialmente su mio padre, aveva confidato di avere interrato in un angolo della foresta un bastoncino verde sul quale c'era scritta una formula magica. Chi avesse scoperto il bastone e se ne fosse impossessato, avrebbe avuto il potere di rendere felici tutti gli uomini. L'odio, la guerra, le malattie, i dolori, sarebbero scomparsi dalla faccia della terra; ogni uomo avrebbe conosciuto la felicità e tutti sarebbero diventati «Fratelli Muravej», cioè «Fratelli Formiche». «Questa parola,» dirà una volta papà, «mi piaceva in modo particolare perché mi ricordava che i membri di un formicaio vivono in perfetto accordo.» (pp. 183-184)
*Di solito, all'inizio dell'autunno, la mamma partiva per Mosca con i bambini che andavano ancora a scuola. Mio padre, mia sorella e io restavamo a Jasnaja Poljana ancora qualche mese. Facevamo una vita da Robinson sull'esempio di nostro padre. Tenevamo la casa sole, senza l'aiuto di domestici, e preparavamo pasti strettamente [[VegetarismoVegetarianismo|vegetariani]].<br />Un giorno ci annunciarono l'arrivo di una nostra zia, amica di tutti, alla quale volevamo molto bene. Sapendo che la zia apprezzava la buona tavola e particolarmente la carne, ci chiedevamo che cosa fare.<br />Preparare il «cadavere», chiamavamo così la carne, ci faceva orrore. Mentre discutevo la faccenda con mia sorella venne papà. Messo al corrente dei nostri dubbi, ci rassicurò, promettendoci di occuparsi del menu della zia.<br />«Quanto a voi,» disse, «preparate il pranzo come al solito.»<br />La zia, bella, allegra, piena di vita come sempre, arrivò quel giorno stesso. Venuta l'ora passammo nella sala da pranzo. E cosa vi trovammo? Al posto della zia c'era un enorme coltello da cucina e, attaccato alla seggiola con una cordicella, un pollo vivo. La povera bestia si dibatteva trascinandosi il sedile.<br />«Sappiamo che ti piace mangiare gli esseri viventi,» disse papà, «così ti abbiamo procurato questo pollo. Ma nessuno di noi vuole commettere un assassinio: quel coltello omicida è a tua disposizione per compierlo.»<br />«Un'altra delle tue burle!» esclamò zia Tatiana scoppiando a ridere. «Tania! Maša! Sciogliete subito quella povera bestia e ridatele la libertà.»<br />Ci affrettammo a obbedire alla zia. Liberato il pollo, venne servito quanto avevamo preparato per il pasto: maccheroni, legumi e frutta. (p. 187)
*Quando in un quadro, in una commedia o in un libro ogni particolare viene messo in evidenza, di solito ci si stanca. Se, al contrario, l'autore si limita a presentare l'aspetto generale dell'opera e lascia allo spettatore o al lettore la cura di immaginare il resto, provoca interesse, in quanto dà agli altri l'impressione di collaborare. A condizione, ben inteso, che il disegno generale riesca a toccare l'immaginazione, l'interesse e la curiosità dello spettatore. (p. 196)
*Era l'epoca in cui Tolstoj, già vecchio, scriveva ''[[Resurrezione (romanzo)|Resurrezione]]'', il suo ultimo grande romanzo. Un giorno entrai nel suo studio e lo vidi al tavolo da lavoro mentre disponeva le carte per fare un solitario. Ne faceva sovente, per riposarsi o per riflettere su ciò che stava scrivendo. Qualche volta domandava alle carte perfino di decidere per lui. A seconda della riuscita o della non riuscita del gioco avrebbe preso certe decisioni.<br />Sapendo di questa abitudine domandai:<br />«Hai pensato a qualcosa?»<br />«Sì...»<br />«A cosa?»<br />«Se il solitario riesce farò sposare Nechiudov<!-- sic --> a Katjuša. Se s'incaglia non li farò sposare.»<br />Finito il solitario chiesi:<br />«Allora?»<br />«È riuscito...» disse. «La seccatura è che Katjuša non può sposare Nechiudov.» (pp. 198-199)
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*Mio padre era solito dire che il disordine dello spirito non è che una forma esasperata di egoismo.<br />Le anomalie psichiche della mamma si manifestarono proprio in quella forma. Lei, che era stata sempre pronta a darsi interamente senza volere nulla per sé, diventò preda di morbose preoccupazioni: Cosa dicevano di lei? Cosa avrebbero detto di lei? Sarebbero arrivati un giorno a ritenerla una Santippe? Qualche motivo per temerlo, l'aveva, perché era circondata da gente che compiangeva suo marito per quanto gli faceva sopportare. (p. 264)
*{{NDR|Su [[Sof'ja Tolstaja]]}} Gli ultimi anni di vita le avevano portato tranquillità. Ciò che il marito sognava per lei si era in parte avverato. La trasformazione interiore per la quale egli avrebbe sacrificato la gloria. Era meno estranea alle idee di mio padre. Era diventata vegetariana. Si mostrava buona con chi le stava intorno ma le era rimasta una debolezza: la paura di ciò che avrebbero scritto o detto di lei quando non sarebbe più stata in vita. (p. 280)
 
==''Lettere dalla Rivoluzione''==
*Una «[[libertà]]» che sottrae al lavoratore il frutto del suo lavoro è ben lungi dalla vera libertà. (p. 31)
*Il cammino percorso dalla [[Maria Montessori|Montessori]] è il cammino della libertà. Gli strumenti che impiega sono la conoscenza ovvero la scienza. E la luce sotto la quale lavora è la luce dell'amore.<br />Sebbene ella non ne abbia mai letto le opere pedagogiche e non lo abbia conosciuto, molte delle sue conclusioni coincidono con quelle di mio padre. (p. 70)
*Prendere [[denaro]] dal governo bolscevico o da qualunque altro [[governo]] non fa differenza. Il denaro è sempre denaro e un governo è sempre un governo. Voglio dire che il denaro sarà sempre strumento di violenza e un governo sarà sempre il rappresentante della violenza. (p. 83)
 
==Citazioni su Tat'jana Tolstaja==
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==Bibliografia==
*Tatiana Tolstoj, ''Anni con mio padre'' (''Avec Léon Tolstoï'', 1975), prefazione di [[Daniel Gillès]], traduzione dal francese di Roberto Rebora, Garzanti, Milano, 1978.
*Tatjana Tolstaja, ''Lettere dalla Rivoluzione: L'epistolario della figlia di Tolstoj dal 1917 al 1925'', traduzione di Giovanna Tonelli, Liberal Libri, Firenze, 1998. ISBN 88-8270-011-9
 
==Voci correlate==
*[[Lev Tolstoj]] – padre
*[[Sof'ja Tolstaja]] – madre
*[[Il'ja Tolstoj]] – fratello
*[[Lev L'vovič Tolstoj]] – fratello
*[[Aleksandra Tolstaja]] – sorella