Giulia Carcasi: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Correzione a una citazione, fonte: il libro "in carne e ossa"
Nessun oggetto della modifica
Riga 43:
*Il destino non fa cenni: alza la mano e dà la risposta, non suggerisce. Le risposte le hai solo quando lui ha finito, sta andando a letto. Il [[destino]], te ne accorgi che c'è quando guardi indietro, mai quando guardi avanti.
*Io non sono capace di perdonare, penso che quando cominci a perdonare è difficile smettere, è un vizio che rischia di farti passare per fesso.
*E in un attimo accorgersi che "forever" è solo una parola, e, come tutte le parole, dura poco: una passata di vernice.
*Preferisco la teoria alla pratica, mi sembra che in teoria le cose escano meglio.
* Non credo ai prìncipi e alle belle addormentate, ai vissero per sempre felici e contenti, credo alle persone che si sopportano, a quelli che ogni tanto si dicono "ti odio" e maledicono il giorno in cui si sono incontrati.
Line 49 ⟶ 50:
*Non mi piacciono i nomi lunghi, sono stata educata all'economia delle parole. E non mi piacciono neanche i nomi latini, da portare a spasso come cagnolini di razza. Adoro i nomi da vagabondi, corti come un fischio, per chiamarsi in fretta e scappare dalla polizia; i nomi da pescatori, che sanno di argento azzurro, di polpastrelli seccati dal sale, di navi che inseguono pesci: oro blu che salta e vibra e non si lascia prendere.
*Noi donne siamo così, c'illudiamo che tutto dipenda da noi, che bastava spostare una virgola per cambiare il destino.
*Sorrideva poco perché non le riusciva bene, per sorridere bisogna essere allenati.
*Se non ti aggrappi a qualcuno ti sembra di cascare.
*Era uno di quei tipi giusti che ti fanno sentire sbagliata.
*Parlava di illusioni tanto vere che sembrava impossibile non vivere e non morire per loro.
*Se scelgo storie senza senso, già frantumate in partenza, non c'è rischio di assistere alla fine.
*Sa che ho paura del mondo e allora vuole smontarlo come un tostapane, capire come funziona e darmi un libretto di istruzioni.
*La gente quando sta male è vera come non mai.
*Ci sono quelli che vorrebbero essere uccelli, per vedere cosa c'è al di sopra delle nuvole, per bere ossigeno puro. Io non sono nata uccello, sono nata grillo: ho volato a metà, sono stata un attimo in aria e l'attimo dopo a terra, mezzo salto e mezzo volo. Meglio così, non bisogna fare l'abitudine al cielo.
*È buono l'odore di salsedine nell'aria, buono il vento che scompiglia i capelli, strattona i giacchetti. C'è solo una cosa che irrita nel profondo: il mare. Il mare è logorroico, non ce la fa proprio a stare zitto.
*"Io penso che l'amore sia un sacrificio sociale. E tu puoi dirmi che non è vero, ma questo è quello che ho visto. Mi guardo intorno ed è pieno di gente divorziata, di storie d'amore franate e io come faccio a stare con una persona e a credere che non finirò anch'io tra quelle macerie?" "Io penso che un tuo bacio può valere le macerie in cui forse un giorno mi lascerai."
*Non siamo noi a stabilire le nostre traiettorie, sono i ricordi che tracciano i confini.
*Il ladro insegnava al poliziotto che non era bene fare la spia.
*Avrò paura di perderti e per questo ti odierò.
*Mi manca come il sale nella pasta. Come il ghiaccio nel vino caldo. Mi manca come lo zucchero nel caffè. Ma non glielo dirò e non lo darò a vedere.
*Voi non lo potete sapere, ma io sarò come quel divano di pelle: custodirò le impronte di chi è passato di qua, di chi mi ha fatto sentire utile nello sforzo, di chi si è poggiato sul mio corpo e lo ha reso felice e stanco.
Line 59 ⟶ 69:
*Una finestra che fischia è la voglia che abbiamo di una persona, di vederla scavalcare ed entrarci nella stanza. Le finestre siamo noi a chiuderle male, le lasciamo mezze aperte quando aspettiamo il ritorno di qualcuno.
*Lo so che si dice "l'ho amato con tutto il cuore", ma io l'ho amato anche con i reni e la milza e lo stomaco, l'ho amato come solo una folle ama.
*Capita di sentirsi pezzi di ricambio utili per altre macchina e incapaci di una corsa propria.
*Hai visto in me quello che neanche io ho visto.
*Potrei pungermi con l'ago, potrebbero spararmi, mentre tu mi baci, potrebbero investirmi, ma da quelle ferite non uscirebbe una goccia. Mentre tu mi baci, io non posso morire, io non posso sentire il dolore di un taglio, qualunque disgrazia accada, mentre tu mi baci, io non posso soffrire. Perché tu mi asciughi il sangue.
*Io "scordare" è un verbo che non conosco. Scordare è più crudele di dimenticare: chi è dimenticato viene tolto dalla mente, chi è scordato viene tolto dal cuore.
{{NDR|Giulia Carcasi, ''Io sono di legno'', Feltrinelli.}}