Edoardo Mori: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Raoli (discussione | contributi)
Nessun oggetto della modifica
Raoli (discussione | contributi)
fix link
Riga 12:
*Il [[Pubblico ministero|Pm]] gioca a fare il commissario e non si preoccupa di garantire i diritti dell'inquisito. E il [[Giudice per le indagini preliminari|Gip]] pensa che sia suo dovere sostenere l'azione del Pm.
 
*Di norma ai [[giudice|giudici]] non viene neppure comunicato se le loro sentenze sono state confermate o meno.
 
*Un [[giudice]] può sbagliare per tutta la vita e nessuno gli dice nulla.
Riga 20:
*Il [[giudice]] di primo grado non si sente sicuro? Fa niente, condanna lo stesso, tanto - ragiona - provvederà semmai il collega in secondo grado a metterci una pezza. In effetti i giudici d'appello un tempo erano eccellenti per prudenza e preparazione, proprio perché dovevano porre rimedio alle bischerate commesse in primo grado dai magistrati inesperti. Ma oggi basta aver compiuto 40 anni per essere assegnati alla Corte d'appello. Non parliamo della Cassazione: leggo sentenze scritte da analfabeti.
 
*La categoria [dell'[[GiudiciGiudice|ordine giudiziario]]] s'è autoapplicata la regola che viene attribuita all'imputato Stefano Ricucci: "È facile fare il frocio col sedere degli altri". Le risulta che il Consiglio superiore della magistratura abbia mai condannato i giudici che distrussero Enzo Tortora? E non parliamo delle centinaia di casi, sconosciuti ai più, conclusi per l'inadeguatezza delle toghe con un errore giudiziario mai riparato: un innocente condannato o un colpevole assolto. In compenso il Csm è sempre solerte a bastonare chi si arrischia a denunciare le manchevolezze delle Procure.
 
*Dopo aver letto una relazione scritta per un pubblico ministero pugliese, con la quale il perito avrebbe fatto condannare un innocente sulla base di rivoltanti castronerie, mi permisi di scrivere al procuratore capo, avvertendolo che quel consulente stava per esporlo a una gran brutta figura. Ebbene, l'emerita testa mi segnalò per un procedimento disciplinare con l'accusa d'aver "cercato di influenzarlo" e un'altra emerita testa mi rinviò a giudizio. Ogni volta che ho segnalato mostruosità tecniche contenute nelle sentenze, mi sono dovuto poi giustificare di fronte al Csm. E ogni volta l'organo di autogoverno della magistratura è stato costretto a prosciogliermi. Forse mi ha inflitto una censura solo nel sesto caso, per aver offuscato l'immagine della giustizia segnalando che un incolpevole cittadino era stato condannato a Napoli. Ma non potrei essere più preciso al riguardo, perché, quando m'è arrivata l'ultima raccomandata dal Palazzo dei Marescialli, l'ho stracciata senza neppure aprirla. Delle decisioni dei supremi colleghi non me ne fregava più nulla.
Riga 46:
*{{NDR|Rispondendo a "Come mai la giustizia s'è ridotta così?"}} Perché, anziché cercare la prova logica, si preferiscono le tesi fantasiose, precostituite. Le statistiche dimostrano invece che nella quasi totalità dei casi un [[delitto]] è banale e che è assurdo andare in cerca di soluzioni da romanzo giallo.
 
*{{NDR|Rispondendo a "Perché si commettono tanti errori nelle indagini?"}} I [[giudice|giudici]] si affidano ai laboratori istituzionali e ne accettano in modo acritico i responsi. Nei rari casi in cui l'indagato può pagarsi un avvocato e un buon perito, l'esperienza dimostra che l'accertamento iniziale era sbagliato. I medici i loro errori li nascondono sottoterra, i giudici in galera. Paradigmatico resta il caso di Ettore Grandi, diplomatico in Thailandia, accusato nel 1938 d'aver ucciso la moglie che invece si era suicidata. Venne assolto nel 1951 dopo anni di galera e ben 18 perizie medico-legali inconcludenti.
 
*L'[[indagato]] innocente avrebbe più vantaggi dall'essere giudicato in base al lancio di una monetina che in base a delle perizie. E le risparmio l'aneddotica sulla voracità dei periti.