Nico Perrone: differenze tra le versioni

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Un secondo mandato, a [[Obama]] sarebbe necessario per realizzare un programma veramente caratterizzante, per superare le incertezze, le contraddizioni, certi vuoti del primo; d'altronde, restare in carica per un solo quadriennio, equivarrebbe a una sconfitta politica. Obama sembra perciò già al lavoro per la sua rielezione.
===Citazioni su ''Obama''===
*Perrone ragiona con il suo lettore e lo fa proponendo una visione divaricata della recente storia americana. Da una parte tenendo un occhio al passato, […] dall'altra verificando quanti e quali degli annunci, alcuni eclatanti, sono stati adempiuti. […] Certo, per la grande planetaria non è facile imporre la propria politica, e farlo senza mostrare i muscoli. E Obama deve non scontentare del tutto i poteri forti americani. Anche per questo le parole durissime contro il mondo finanziario […] si sono andate via via fiaccando. Come anche le buone intenzioni sulla questione palestinese. (da [[Giacomo Annibaldis]], ''La Gazzetta del Mezzogiorno'', 4 settembre 2010)
*Alla luce dei risultati elettorali, che hanno visto il presidente americano in netto calo di consensi, si può dire che il libro sia stato profetico: il saggio […] sintetizza molto bene tutte le ragioni che hanno portato alla crisi. "Yes, we can't" è l'ironico sottotitolo che Perrone ha aggiunto al libro, capovolgendo lo ''slogan'', "Yes, we can", della campagna elettorale di Obama: le promesse fatte sulla politica estera ed interna statunitense, dalla riforma del ''welfare'' al Medio Oriente, dalla prigione di Guanánamo all'Afghanistan, non sembrano essere state ancora mantenute. (da [[Felice Blasi]], ''Corriere del Mezzogiorno'', 5 novembre 2010)
*Niente prepotere finanziario, dunque, e nemmeno più la certezza dell'antica invulnerabilità. Ma c'è dell'altro. Anzi, molto altro: dai nodi irrisolti della politica estera (Afghanistan e Iraq ''in primis'') alla crisi economica resa manifesta dall'invasione del petrolio nelle acque del golfo del Messico, passando per il volontario mantenimento di indegne realtà come Guantánamo, ed il giganteggiare planetario del colosso cinese, per non parlare della galassia di nemici mai domi disseminati in tutto il globo. Il mosaico finale compone il ritratto doloroso di una bestia domata o, quantomeno, assai ridimensionata. (da [[Leonardo Petrocelli]], ''La Gazzetta del Mezzogiorno'', 17 febbraio 2011)
 
==''Obiettivo Mattei''==