Aleksandr Aleksandrovič Blok: differenze tra le versioni

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*''Come è penoso andare tra la gente | fingendo di non essere defunto | e raccontare a chi non ha vissuto | il giuoco falso e tragico del male; | e contemplando l'incubo notturno | scoprire un'armonia nel discordante | mulinello dell'essere, ché solo | nei riflessi dell'arte l'uomo vede | l'incendio senza scampo della vita...'' (da ''Come è penoso andare tra la gente'')
*''Così vanno nella sera, | ed il cane è ormai laggiù, | ma davanti alla bandiera, | camminando lieve | nel vortice di neve, | di rose inghirlandato | in un nembo imperlato, | avanti marci tu, | non veduto, o Gesù!'' (da ''I Dodici'')
*''È terribile il freddo delle sere, | il loro vento che batte angoscioso, | il febbrile frusciare sulla strada | di passi inesistenti. | La fredda linea del crepuscolo | è come il ricordo d'un male recente | e il segno certo che noi siamo dentro | un cerchio non aperto''. (da ''È terribile il freddo delle sere'')
*Ieri [...] i portieri schernivano un topo ferito. Era stato forse abbrancato per la testa da una gatta o da un cane. Ora fugge, cercando di appiattirsi sotto un grumetto di neve, ora cade su un fianco. Dissemina gocce di sangue. Non ha dove andare. Mi immagino i suoi occhi.<ref name=Ripellino/>
*''Fammi sfiorare le tue pieghe argentee, | conoscere col tuo cuore indifferente | come sia dolce il mio mesto cammino, | come sia lieve e limpido morire.'' (da ''Uno strascico di stelle'')
*''Il vento portò da lontano | l'accenno d'un canto d'aprile, | chissà dove, limpido e profondo, | si aprì un pezzetto di cielo. | In questa smisurata azzurrità, | fra i primi albori della primavera, | le bufere invernali piangevano, | si libravano sogni stellati. | Timide, cupe e profonde | le mie corde piangevano. | Il vento portò da lontano | le tue canzoni squillanti''. (da ''Il vento portò da lontano'')