Aleksandr Aleksandrovič Blok: differenze tra le versioni

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==Citazioni di Aleksandr Blok==
*''A sera, nell'udirmi di lontano, | accenderai d'un tratto il Tuo falò, | ed io mi metterò, ubbidiendo al Fato, | a decifrare il giuoco delle fiamme''. (da ''Tu risplendi sopra un alto monte'')
*Ieri [...] i portieri schernivano un topo ferito. Era stato forse abbrancato per la testa da una gatta o da un cane. Ora fugge, cercando di appiattirsi sotto un grumetto di neve, ora cade su un fianco. Dissemina gocce di sangue. Non ha dove andare. Mi immagino i suoi occhi.<ref name=Ripellino/>
*''Aspetto un grido, cerco una risposta, | il cielo è muto, la terra in silenzio, | dietro il giallo maggese – in lontananza – | s'è destato un istante il mio richiamo. | Negli echi d'un discorrere lontano, | dal cielo notturno, dai campi assonnati, | sento i misteri d'un futuro incontro, | di convegni sereni, ma fuggevoli. | Io aspetto – e un nuovo tremito mi invade. | Sempre più vivido è il cielo, più sordo il silenzio... | Distruggerà la parola il mistero notturno... | Iddio, pietà delle notturne anime!'' (da ''Aspetto un grido, cerco una risposta)
*''Cadrà la cortina di nebbia. | Scenderà lo sposo dall'altare. | E dalle cime a dentelli del bosco | spunterà un'aurora nuziale''. (da ''Io, adolescente, accendo le candele'')
*''Cammino, e le rugiade si raggelano, | coprendosi d'argenteo luccichio | al pensiero che hai sciolte le tue trecce | nell'isba per l'amico misterioso. | Dammi filtri odorosi, soffocanti | e annebbiami con un dolce veleno, | perché, inebriato dalle tue delizie, | io ricordi per sempre questa notte.'' (da ''Cerco le luci – le luci propizie'')
*''Chi sei Tu che con filtri notturni | mi hai avvelentato?'' (da ''La notte'')
*''Come è penoso andare tra la gente | fingendo di non essere defunto | e raccontare a chi non ha vissuto | il giuoco falso e tragico del male; | e contemplando l'incubo notturno | scoprire un'armonia nel discordante | mulinello dell'essere, ché solo | nei riflessi dell'arte l'uomo vede | l'incendio senza scampo della vita...'' (da ''Come è penoso andare tra la gente'')
*''Così vanno nella sera, | ed il cane è ormai laggiù, | ma davanti alla bandiera, | camminando lieve | nel vortice di neve, | di rose inghirlandato | in un nembo imperlato, | avanti marci tu, | non veduto, o Gesù!'' (da ''I Dodici'')
*''È terribile il freddo delle sere, | il loro vento che batte angoscioso, | il febbrile frusciare sulla strada | di passi inesistenti. | La fredda linea del crepuscolo | è come il ricordo d'un male recente | e il segno certo che noi siamo dentro | un cerchio non aperto''. (da ''È terribile il freddo delle sere'')*Ieri [...] i portieri schernivano un topo ferito. Era stato forse abbrancato per la testa da una gatta o da un cane. Ora fugge, cercando di appiattirsi sotto un grumetto di neve, ora cade su un fianco. Dissemina gocce di sangue. Non ha dove andare. Mi immagino i suoi occhi.<ref name=Ripellino/>
*''Fammi sfiorare le tue pieghe argentee, | conoscere col tuo cuore indifferente | come sia dolce il mio mesto cammino, | come sia lieve e limpido morire.'' (da ''Uno strascico di stelle'')
*''Il vento portò da lontano | l'accenno d'un canto d'aprile, | chissà dove, limpido e profondo, | si aprì un pezzetto di cielo. | In questa smisurata azzurrità, | fra i primi albori della primavera, | le bufere invernali piangevano, | si libravano sogni stellati. | Timide, cupe e profonde | le mie corde piangevano. | Il vento portò da lontano | le tue canzoni squillanti''. (da ''Il vento portò da lontano'')
*''Io non sono il tuo uomo né il tuo amore. | Fiera tu sei, o angelo mio breve. | Senza tremare piantami nel cuore | il tuo aguzzo tacco alla francese''. (da ''Umiliazione'')
*''La tua voce meridionale è languida. | Hai la vita come una gazzella, | ma io vengo a te dalle contrade in cui | è neve eterna ed urlo di tormenta''. (da ''Tu dici che io sto sonnecchiando'')
*La nostra realtà trascorre in un [[rosso]] chiarore. I giorni son sempre più rumorosi di gridi, di rosse bandiere sventolanti; a sera la città, assopitasi un attimo, è insanguinata dal crepuscolo. Di notte il rosso canta sugli abiti, sulle guance, sulle labbra delle donne da conio. Solo la pallida mattina scaccia l'ultima tinta dai volti emaciati.<ref name=Ripellino>Citato in [[Angelo Maria Ripellino]], ''Studio introduttivo'', in Aleksandr Blok, ''Poesie'', Guanda, 2000.</ref>
*''Ma anche nella caduta non c'è fine | per le lodi, e lo strèpito, e le grida!'' (da ''Tu sei il giorno limpido'')
*{{NDR|Sulla paziente e sterile attesa dell'ispirazione}} ''Ma nell'istante della concentrazione | d'un'anima novissima e terribile, | come un tuono maligno la ragione | creativa l'assale per ucciderla. | E dentro una mia gabbia fredda e forte | il buono e lieve uccello chiudo solo, | venuto a liberarmi dalla morte, | l'anima mia a salvare col suo volo. | Sembra la gabbia ruvida d'acciaio | d'oro in mezzo al crepuscolo serale; | ora l'uccello già libero e gaio | scuote l'anello e canta al davanzale. | Le ali ha tarpate, e canta canti altrui. | Forse quei canti ad altri dànno gioia. | Io sono stanco come sempre fui, | e il nuovo attendo dentro la mia noia.'' (da ''L'artista'')
*''Nelle sue trecce la luna e le stelle... | «Entra, mio zarèvič amorevole...» | Ed il bordone povero di quercia | risplenderà d'una gemmata lacrima...'' (da ''Un bordone di róvere ho intagliato'')
*{{NDR|Sulla lirica ''La sconosciuta''}} Non è solo una dama dall'abito nero con piume di struzzo sul cappello. È una diabolica lega di molti mondi, principalmente il turchino e il lilla. Se io avessi avuto i mezzi di Vrubel', avrei creato un Dèmone.<ref name=Ripellino/>
*''Pigre e pesanti nuotano le nuvole | per l'azzurra canicola dei cieli. | Il mio cammino è lungo, faticoso, | immobile languisce la foresta''. (da ''Pigre e pesanti nuotano le nuvole'')
*''Primaverile crepuscolo, | ai piedi gelide ondate, | nel cuore speranze celesti, | lambiscono le onde la sabbia. | Gli echi d'un canto lontano, | ma non mi è dato distinguerli. | Piange solitaria l'anima | là, su quell'altra sponda''. (da ''Primaverile crepuscolo'')
*''Qui il silenzio fiorisce movendo | il pesante vascello dell'anima, | e il vento, cane docile, lambisce | i giunchi appena incurvati. | Qui il desiderio in un'insenatura | vuota fa attraccare i suoi vascelli. | E in questa quiete è dolce non sapere | dei murmuri lontani della terra''. (da ''Il silenzio forisce'')
*''Il vento portò da lontano | l'accenno d'un canto d'aprile, | chissà dove, limpido e profondo, | si aprì un pezzetto di cielo. | In questa smisurata azzurrità, | fra i primi albori della primavera, | le bufere invernali piangevano, | si libravano sogni stellati. | Timide, cupe e profonde | le mie corde piangevano. | Il vento portò da lontano | le tue canzoni squillanti''. (da ''Il vento portò da lontano'')
*''Aspetto un grido, cerco una risposta, | il cielo è muto, la terra in silenzio, | dietro il giallo maggese – in lontananza – | s'è destato un istante il mio richiamo. | Negli echi d'un discorrere lontano, | dal cielo notturno, dai campi assonnati, | sento i misteri d'un futuro incontro, | di convegni sereni, ma fuggevoli. | Io aspetto – e un nuovo tremito mi invade. | Sempre più vivido è il cielo, più sordo il silenzio... | Distruggerà la parola il mistero notturno... | Iddio, pietà delle notturne anime!'' (da ''Aspetto un grido, cerco una risposta)
*''Così vanno nella sera, | ed il cane è ormai laggiù, | ma davanti alla bandiera, | camminando lieve | nel vortice di neve, | di rose inghirlandato | in un nembo imperlato, | avanti marci tu, | non veduto, o Gesù!'' (da ''I Dodici'')
*''Quando sul plumbeo incresparsi dei fiumi, | ad una grigia ed umidiccia altezza, | dinanzi al volto della patria austera | comincerò ad oscillare sulla croce, - | allora - da un'immensa lontananza, | nell'agonia, fra il sangue delle lacrime, | vedrò venire per un lungo fiume | Cristo verso di me dentro una barca. | Negli occhi avrà le stesse mie speranze, | e indosso porterà gli stessi stracci. | Misero spunterà dalla sua veste | il palmo trafitto da un chiodo. | Cristo! È infelice la natia largura! | Io mi sto consumando sulla croce! | E la tua barca - potrà mai approdare | all'altezza in cui sono crocifisso?'' (da ''Quando tra foglie rugginose ed umide'')
*''[[Russia]], misera Russia, | per me le grigie tue isbe, | per me le tue canzoni al vento sono | come le prime lacrime d'amore! | Di te io non so avere compassione, | e porto con prudenza la mia croce...'' (da ''Russia'')
*''Primaverile crepuscolo, | ai piedi gelide ondate, | nel cuore speranze celesti, | lambiscono le onde la sabbia. | Gli echi d'un canto lontano, | ma non mi è dato distinguerli. | Piange solitaria l'anima | là, su quell'altra sponda''. (da ''Primaverile crepuscolo'')
*''A sera, nell'udirmi di lontano, | accenderai d'un tratto il Tuo falò, | ed io mi metterò, ubbidiendo al Fato, | a decifrare il giuoco delle fiamme''. (da ''Tu risplendi sopra un alto monte'')
*''Ma anche nella caduta non c'è fine | per le lodi, e lo strèpito, e le grida!'' (da ''Tu sei il giorno limpido'')
*''Cadrà la cortina di nebbia. | Scenderà lo sposo dall'altare. | E dalle cime a dentelli del bosco | spunterà un'aurora nuziale''. (da ''Io, adolescente, accendo le candele'')
*''È terribile il freddo delle sere, | il loro vento che batte angoscioso, | il febbrile frusciare sulla strada | di passi inesistenti. | La fredda linea del crepuscolo | è come il ricordo d'un male recente | e il segno certo che noi siamo dentro | un cerchio non aperto''. (da ''È terribile il freddo delle sere'')
*''Se ammirerò di notte la tormenta, | m'infiammerò senza potermi spegnere. | A me l'azzurra notte ha bisbigliato | ciò che è negli occhi tuoi''. (da ''Se ammirerò di notte la tormenta'')
*''Solo una notte, chinandosi alle valli, | enumerando i secoli futuri, | l'ombra di [[Dante Alighieri|Dante]] dal profilo d'aquila | vien cantando per me la Vita Nuova''. (da ''Ravenna'')
*''Nelle sue trecce la luna e le stelle... | «Entra, mio zarèvič amorevole...» | Ed il bordone povero di quercia | risplenderà d'una gemmata lacrima...'' (da ''Un bordone di róvere ho intagliato'')
*''Sul crocicchio, | dove la lontananza mi ha posto, | con afflitta gaiezza accolgo la primavera. | Sulla terra ancora rigida | spunta la prima erbetta. | E fra il merletto d'una betullina | – profondi – in lontananza – | i declivi lilla d'un burrone. | Mi ha invogliato | la terra deserta!'' (da ''Sul crocicchio'')
*''Tu mi vestirai d'argento, | e alla mia morte | la luna spunterà – Pierrot celeste, | sorgerà il rosso pagliaccio ai quattro venti''. (da ''Tu mi vestirai d'argento'')
*''Chi sei Tu che con filtri notturni | mi hai avvelentato?'' (da ''La notte'')
*''Fammi sfiorare le tue pieghe argentee, | conoscere col tuo cuore indifferente | come sia dolce il mio mesto cammino, | come sia lieve e limpido morire.'' (da ''Uno strascico di stelle'')
*''Cammino, e le rugiade si raggelano, | coprendosi d'argenteo luccichio | al pensiero che hai sciolte le tue trecce | nell'isba per l'amico misterioso. | Dammi filtri odorosi, soffocanti | e annebbiami con un dolce veleno, | perché, inebriato dalle tue delizie, | io ricordi per sempre questa notte.'' (da ''Cerco le luci – le luci propizie'')
*''[[Russia]], misera Russia, | per me le grigie tue isbe, | per me le tue canzoni al vento sono | come le prime lacrime d'amore! | Di te io non so avere compassione, | e porto con prudenza la mia croce...'' (da ''Russia'')
*''Solo una notte, chinandosi alle valli, | enumerando i secoli futuri, | l'ombra di [[Dante Alighieri|Dante]] dal profilo d'aquila | vien cantando per me la Vita Nuova''. (da ''Ravenna'')
*''La tua voce meridionale è languida. | Hai la vita come una gazzella, | ma io vengo a te dalle contrade in cui | è neve eterna ed urlo di tormenta''. (da ''Tu dici che io sto sonnecchiando'')
*''Io non sono il tuo uomo né il tuo amore. | Fiera tu sei, o angelo mio breve. | Senza tremare piantami nel cuore | il tuo aguzzo tacco alla francese''. (da ''Umiliazione'')
*''Come è penoso andare tra la gente | fingendo di non essere defunto | e raccontare a chi non ha vissuto | il giuoco falso e tragico del male; | e contemplando l'incubo notturno | scoprire un'armonia nel discordante | mulinello dell'essere, ché solo | nei riflessi dell'arte l'uomo vede | l'incendio senza scampo della vita...'' (da ''Come è penoso andare tra la gente'')
*{{NDR|Sulla paziente e sterile attesa dell'ispirazione}} ''Ma nell'istante della concentrazione | d'un'anima novissima e terribile, | come un tuono maligno la ragione | creativa l'assale per ucciderla. | E dentro una mia gabbia fredda e forte | il buono e lieve uccello chiudo solo, | venuto a liberarmi dalla morte, | l'anima mia a salvare col suo volo. | Sembra la gabbia ruvida d'acciaio | d'oro in mezzo al crepuscolo serale; | ora l'uccello già libero e gaio | scuote l'anello e canta al davanzale. | Le ali ha tarpate, e canta canti altrui. | Forse quei canti ad altri dànno gioia. | Io sono stanco come sempre fui, | e il nuovo attendo dentro la mia noia.'' (da ''L'artista'')
 
==''Divampano simboli arcani''==