Fedro: differenze tra le versioni
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==''Favole''==
===Libro I===
*Nessuno è abbastanza difeso contro i potenti. (5. ''
*È pericoloso credere e pericoloso non credere. (III, 10, 1)▼
:''Numquam est fidelis cum potente societas''. (V. ''Vacca et capella, ovis et leo'')
:''Periculosum est credere et non credere''.▼
*Giove ci impose due bisacce: ci mise dietro quella piena dei nostri difetti e davanti, sul petto, quella con i difetti degli altri. Perciò non possiamo scorgere i nostri difetti e, non appena gli altri sbagliano, siamo pronti a biasimarli. (IV, 10, 1-5)▼
*O quanta apparenza! Ma il cervello manca. (7. ''
:''Peras imposuit Iuppiter nobis duas: | propriis repletam vitiis post tergum dedit, | alienis ante pectus suspendit gravem. | Hac re videre nostra mala non possumus: | alii simul delinquunt, censores sumus''.▼
:''O quanta species! Cerebrum non habet''. (VII. ''Vulpis ad Personam Tragicam'', 7)
*Molto spesso, col cambiare del [[governo]], per i poveri cambia solo il nome del padrone. (''Asinus ad Senem pastorem'')▼
▲*Nessuno è abbastanza difeso contro i potenti. (''Vacca et capella, ovis et leo'')
*In principatu commutando civium nil praeter domini nomen mutant pauperes. (XIII. ''Vulpis et Corvus'')
*Non sempre le cose sono come sembrano. (IV, 2, 5)▼
:Chi gode a sentirsi lodare con parole sudbole, ne sconta vergognosa pena col tardo pentimento.<ref name="multidieci">{{Rif|10}}</ref> (13. ''La volpe e il corvo'')
:''Non semper ea sunt, quae videntur''.▼
:Chi si compiace di falsi elogi, di solito lo sconta e se ne pente, pieno di vergogna.<ref name="ProgettoOvidio">Citato in Progetto Ovidio, Fedro, ''Favole'', ([http://www.progettovidio.it/goto.asp?id=28 link])</ref>
▲*O quanta apparenza! Ma il cervello manca. (''Vulptis ad personam tragicam'', I, 7)
▲*Molto spesso, col cambiare del [[governo]], per i poveri cambia solo il nome del padrone. (15. ''
:In principatu commutando civium nil praeter domini nomen mutant pauperes. (XV. ''Asinus ad Senem Pastorem'')
*Spesso c'è più buon senso in uno solo che in tutta una folla. (IV, 5, 1)▼
:''Plus esse in uno saepe, quam in turba boni''.▼
*Chi perde il prestigio di un tempo, nella sua caduta rovinosa è schernito anche dai vili.<ref name="ProgettoOvidio"/> (21. ''Il vecchio leone, il cinghiale, il toro e l'asino'')
:Quicumque amisit dignitatem pristinam, ignavis etiam iocus est in casu gravi. (XXI. ''Leo Senex, Aper, Taurus et Asinus'')
*Gli umili ci rimettono quando i potenti si scontrano.<ref name="ProgettoOvidio"/> (30. ''Le rane che temono i combattimenti dei tori'')
:Humiles laborant ubi potentes dissident. (XXX. ''Ranae Metuentes Proelia Taurorum'')
===Libro II===
*Gli avidi sono ricchi e poveri i modesti.<ref name="ProgettoOvidio"/> (1. ''Il giovenco, il leone e il predatore'')
:Verum est aviditas dives et pauper pudor. (I. ''Iuvencus Leo et Praedator'')
===Libro III===
▲:''Periculosum est credere et non credere''. (X. ''Poeta de Credere et non Credere'')
===Libro IV===
▲:''Non semper ea sunt, quae videntur''. (II. ''Poeta'')
▲*Giove ci impose due bisacce: ci mise dietro quella piena dei nostri difetti e davanti, sul petto, quella con i difetti degli altri. Perciò non possiamo scorgere i nostri difetti e, non appena gli altri sbagliano, siamo pronti a biasimarli. (
▲:''Peras imposuit Iuppiter nobis duas:
▲:''Plus esse in uno saepe, quam in turba boni''. (V. ''Poeta'')
===Libro V===
*La temerità per pochi risulta un vantaggio, per molti un male.<ref name="ProgettoOvidio"/> (4. ''L'orzo dell'asino e del porcello'')
:''Paucis temeritas est bono, multis malo.''. (IV. ''Asinus et Porcelli Hordeum'')
===Appendice perottina===
*L'avaro non dà volentieri nemmeno quello che gli avanza.<ref name="ProgettoOvidio"/> (1. ''La scimmia e la volpe'')
:Auarum etiam quod sibi superest non libenter dare. (I. ''Simius et vulpes'')
== Senza fonte ==
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