Jerry Lewis: differenze tra le versioni

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*La [[felicità]] non esiste. Di conseguenza non ci resta che provare ad essere felici senza.<ref>Citazione n.° 713 in ''Anche le formiche nel loro piccolo s'incazzano'', edizione completa 2004.</ref>
 
*{{NDR|Alla domanda di [[Peter Bogdanovich]] Che tipo di film ti piace, a parte i tuoi?}} Mi piace il buon intrattenimento, ma pulito, niente di spinto eh? Le cose spinte vanno tenute chiuse in una stanza con dentro una ragazza. Nessuno le vede. Non ho voglia di sedermi insieme a duecento persone a guardare qualcuno che fa le cose che a volte piace anche a me fare, ma in privato. PerchèPerché non solo mi mette in imbarazzo, ma finisce che quelle cose non le faccio più neanche in privato, per paura che anche la ragazza abbia visto lo stesso film... E non pago il biglietto per farmi spezzare il cuore. Posso benissimo chiudermi in camera mia, guardarmi nello specchio, e piangere a dirotto gratis. <ref name=lourdes>citato in Peter Bogdanovich, ''Chi c'è in quel film? Ritratti e conversazioni con le stelle di Hollywood'', Fandango Libri, 2008.</ref>
*Ragazzi, come ci divertivamo. Una volta [[Dean Martin|Dean]] faceva una serata da solo, e mi telefona. "Ti disturbo? Sei impegnato?" Io gli rispondo: "No no, niente. Ti ascolto". "Sai", mi fa Dean, "a metà della canzone mi è venuto da pensare: mi manca." "Per questo mi chiami? PerchèPerché ti manco?" E lui: "Sì. Ti rendi conto? Adesso siamo insieme! È fantastico!". Allora io gli dico: "Ehi, ma che cavolo dici? C'è della gente qui! Cosa sei, un frocio?". Ecco, cosette come queste le sviluppavamo nei nostri numeri. Dean mi telefonava ogni due secondi: "PerchèPerché mi hai chiamato?". "Mi mancavi." <ref name=lourdes/>
*{{NDR|Il primo incontro con [[Charlie Chaplin]]}} "Charlie, le presento Jerry Lewis." "Come sta, Mister Chaplin?" "Charlie, per te." "Ciao Charlie." E lì gli ho fatto la mia prima battuta: "Puoi chiamarmi Mister Lewis". <ref name=lourdes/>
*{{NDR|Parlando con Charlie Chaplin}} Sono rimasto a chiacchierare con Charlie fin verso le tre e mezzo. Abbiamo parlato dei suoi inizi, dei miei inizi. Lui ha parlato del lavoro fantastico che facevamo io e Dean, e mi ha detto che raccoglievamo l'eredità di [[Stan Laurel]] e [[Oliver Hardy]], che eravamo una delle più grandi coppie comiche di sempre. <ref name=lourdes/>
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*{{NDR|Su [[Elvis Presley]]}} Era una delle persone più gentili che abbia mai conosciuto. <ref name=Lewis>citato in Jerry Lewis, ''Dean & Me (una storia d'amore)'', Sagoma Editore, 2010.</ref>
*{{NDR|Su Dean Martin}} Non gli davano mai il riconoscimento dovuto. Se avessimo scambiato i ruoli, se dopo tutto quel lavoro di squadra a restare in ombra fossi stato io, non sarei rimasto un anno, altro che dieci.<ref name=lourdes/>
*[[Dean Martin|Dean]] non ha mai potuto mettere tutto se stesso nelle sue canzoni perchèperché non era certo del suo valore. Non aveva autostima. Autostima di nessun tipo, voglio dire. Metteva in ridicolo le sue canzoni e se stesso come cantante, perchèperché se avesse fatto sul serio, il pubblico avrebbe potuto paragonarlo agli altri cantanti. Quando parlavamo di sua madre, venivano fuori i suoi demoni, le sue paure. Sua madre era un'italiana, una donna brutale che gli ha dato un solo articolo di fede per cavarsela nella vita. Cioè: tu i soldi te li metti in tasca e non li tiri fuori mai. Prendi sempre, non dare mai. Se piangi, non vali niente. Se hai emozioni, sei un frocio. E tutta questa roba gliel'ha piantata bene a fondo nella testa. Io, in un anno, gliel'ho espiantata per bene. Parlava con me come un ragazzino che ha bisogno di sfogarsi.<ref name=lourdes/>
*{{NDR|Su Dean Martin}} Dean aveva trovato un trucco fantastico, nella vita. Stare in disparte andava benissimo per lui. Stare sopra la mischia andava ancora meglio. Il suo distacco, la sua freddezza ironica: ecco che cosa gli risolveva la vita.<ref name=lourdes/>
*{{NDR|Su Dean Martin}} Il giorno del suo ventinovesimo compleanno mi abbracciò, perchèperché l'avevo abbracciato io. E gli piacque, quell'abbraccio. Poi mi respingeva subito, come si fa col fratellino piccolo: "Cosa sono questi abbracci!". Ma gli piaceva, eccome se gli piaceva. [...] Con una mano mi respingeva, con l'altra mi tirava a sé. PerchèPerché a quel tempo io ero l'unico essere umano al mondo con cui Dean potesse comunicare. Era gentile, era generoso, era sciocco, era semplice.<ref name=lourdes/>
 
==''Dean & Me (una storia d'amore)''==
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*Dio non mi aveva fatto bello, ma mi aveva dato qualcosa, l'avevo sempre saputo: il senso dell'umorismo. (p. 14)
*La verità è che mi venivano sempre in mente frasi divertenti: io pensavo divertente. Ma con quella voce nasale da ragazzino che mi ritrovavo, mi vergognavo di cosa sarebbe venuto fuori se avessi parlato. (p. 15)
*Diciannovenne ancora in via di sviluppo, ma con un ciuffo in testa che mi aggiungeva quindici centimetri grazie a un chilo e mezzo circa di brillantina arancione... che attirava anche le mosche! I pantaloni erano così attillati che mi bloccavano la circolazione del sangue sulle anche, e portavo il mio maglione Irvington High School, lana cento per cento, un po' pesantuccio per Atlantic City alle tre del pomeriggio di un giorno di luglio. La verità era che non avevo vestiti, a parte il mio abito blu da palcoscenico che sul culo era già diventato trapsarente per il troppo uso. FinchèFinché i pantaloni non ti si logorano sul didietro, non sei un veterano. (p. 27)
*{{NDR|All'arrivo di [[Dean Martin]] per un periodo di lavoro insieme}} Eravamo insieme, e la cosa mi rendeva molto felice. Non ero tagliato per la solitudine. (p. 29)
*{{NDR|Skinny D'Amato chiede ragione del primo numero comico di Dean e Jerry}} "PerchèPerché voi due non mi avete detto che facevate un numero insieme?" chiese Skinny. "PerchèPerché non lo sapevamo neanche noi" risposi. (p. 39)
*Ciò che vedeva il pubblico, in un'epoca di grande odio, era l'espressione degli occhi di [[Dean Martin|Dean]] mentre mi guardava dare di matto. Era l'espressione dei miei occhi mentre lo guardavo cantare ed essere così perfetto. Non potevi fingerlo. E la gente lo vedeva. All'istante. Lo sentiva dal di dentro. (pp. 45-46)
*Stavo imparando che il successo e la fama hanno un effetto afrodisiaco tanto quanto il bell'aspetto. (p. 58)