I fratelli Karamazov: differenze tra le versioni

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*Ma se in quel medesimo istante io avessi provato a farlo e avessi gridato a bella posta alla montagna: "Annienta questi torturatori", ed essa non si fosse mossa, allora, dite un po', come avrei potuto non dubitare, e per di più in un'ora così spaventosa, di paura mortale? A parte questo so già che non riuscirò a guadagnarmi il Regno dei Cieli (giacchè se la montagna non si è mossa alle mie parole, significa che non devono credere troppo lassù alla mia [[fede]] e non mi attende perciò una gran ricompensa nell'aldilà). (cap. VII, 1994, p. 187)
*"Dio esiste o no? Una volta per tutte!"<br />"Una volta per tutte, no!"<br />"E chi si prende gioco degli uomini, Ivàn?"<br />"Dev'essere il diavolo" ridacchiò Ivàn. (cap. VIII, 1994, p. 191)
*Poi si era coperto il viso con le mani, si era accasciato sulla sedia come falciato e aveva preso a tremare tutto, in un accesso di pianto improvviso, sommesso, convulso. La sua singolare affinità con la madre fu la cosa che impressionò di più il vecchio.<br/> "Ivàn, Ivàn! Dagli dell'acqua, presto! Come lei, esattamente come lei, come sua madre allora! [...] È per sua madre, per sua madre..." borbottava, rivolto a Ivàn.<br/> "Ma sua madre era anche la mia; credo, che ne pensate?" sbottò a un tratto Ivàn, non controllando l'ira e il disprezzo. Il vecchio trasalì di fronte al suo sguardo scintillante. E a questo punto avvenne qualcosa di assai strano: fu solo per un istante, in verità, ma sembrò realmente che al vecchio fosse sfuggito di mente che la madre di Alësa era anche la madre di Ivàn. (cap. VIII, 1994, pp. 195-196)
*Dmítrij, uscendo, gli lanciò uno sguardo carico d'odio. "Non mi pento del tuo sangue!" gridò "stà attento vecchio e proteggi il tuo sogno perchè ho un sogno anch'io!" (Mítja: cap. IX, 1994, p. 198)
*Uno dei due rettili divorerà l'altro, è inevitabile! (Ivàn: cap. IX, 1994, p. 199)
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*Noi li convinceremo infine a non insuperbirsi giacchè tu, innalzandoli, hai insegnato loro a insuperbirsi. [...] Oh, concederemo loro anche il peccato perchè sono deboli e fragili e ci ameranno come bambini perchè permettermo loro di peccare. (Ivàn/Il grande inquisitore: cap. V, 1994, p. 361)
*Ma allora io mi alzerò e ti mostrerò i miliardi di creature felici che non hanno conosciuto il peccato. E noi, che per la loro felicità ci saremo fatti carico dei loro peccati, ci alzeremo dinanzi a te e ti diremo: "Giudicaci, se puoi e se osi". Sappi che io non ti temo. Sappi che anch'io sono stato nel deserto e mi sono cibato di cavallette e di radici, e anch'io benedicevo la libertà [...]. Ma tornai in me e non volli servire la causa della tua follia. [...] Mi allontanai dai superbi e tornai agli umili, per la felicità di quegli umili. (Ivàn/Il grande inquisitore: cap. V, 1994, p. 363)
*"Non hanno né tutta questa intelligenza, né tutti questi misteri e sgreti... Forse non hanno che il loro [[ateismo]]: ecco qual è tutto il loro segreto. Il tuo inquisitore non crede in Dio: ecco il suo unico segreto!"<br />"E se anche fosse così? Hai indovinato finalmente! È davvero così, è tutto qui il suo segreto; ma non è forse una sofferenza, almeno per un uomo come lui che ha sacrificato la vita intera nel deserto a una causa e non è riuscito a guarire dal suo amore per l'umanità?" (Ivàn: cap. V, 1994, p. 365)
*E pensare che se mai è avvenuto su questa terra un autentico, formidabile miracolo, fu proprio quel giorno, il giorno delle [[Tentazioni di Gesù|tre tentazioni]]! Appunto nel fatto che potessero aver luogo quelle tre domande, si realizzò un miracolo. (Ivàn/Il Grande Inquisitore: II, V, V, 1993, p. 336)
*Giacché, in queste tre domande, è come riassunta in blocco e predetta tutta la futura storia umana, e son rivelate le tre forme tipiche in cui verranno a calarsi tutte le irriducibili contraddizioni storiche della natura umana sulla terra intera. Allora questo non poteva peranche riuscire così evidente, giacché l'avvenire era ignoto; ma ora, che quindici secoli sono passati, noi vediamo che tutto, in queste tre domande, è a tal segno indovinato e predetto, e a tal segno s'è avverato, che aggiungervi o togliervi alcunché non è più possibile. (Ivàn/Il Grande Inquisitore: II, V, V, 1993, p. 337)
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===Libro ottavo, ''Mítja''===
*Domani, come sorge il sole, non appena Febo l'eternamente giovane si leverà, "lodando e glorificando Dio", domani andrete da lei. (cap. V, 1994, p. 558)
*"Sai tirarti da parte?"<br/>"Come tirarmi da parte?"<br/>"Cedere il passo. Cedere all'amata e all'odiato. Perché anche l'odiato ti diventi caro: ecco come si cede il passo! E dire: Dio sia con voi, andate, passatemi accanto, e io..."<br/>"E voi?"<br/>"Basta. Andiamo." (cap. V, 1994, p. 560)
*Non bisogna colpire il prossimo, e neanche tormentarlo, come qualsiasi altra creatura, perché qualsiasi creatura è creata dal Signore. (Andréj: cap. VI, 1994, p. 573)
*"Se un giorno possono essere felici, non dovrebbero divertirsi?" Kalgálov guardava con l'aria di chi si fosse sporcato con qualcosa. "Tutto ciò è una porcheria." (cap. VIII, 1994, p. 604)