Curzia Ferrari: differenze tra le versioni

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*Accade a volte che, malgrado le debite cerimonie, il "grande sole" non accompagni molto volentieri gli ampezzani durante l'arco estivo e faccia le bizze scomparendo addirittura per intere settimane. Allora i vecchi dànno la colpa agli spiriti maligni scappati dalle mani dei vescovi durante il Concilio di Trento.<ref name=Gas>Citato in [[Carlo Gasparini]], ''Se questa notte andate sulla Plaia'', ''La Fiera Letteraria'', n. 14, aprile 1973.</ref>
*{{NDR|Su [[Esenin]]}} Anche il suo abbigliamento, le sue abitudini e il suo modo di comportarsi denotavano l'aspirazione a trasformare un'esistenza assurda e scapigliata in favola popolare, nel vascello contadino di [[Cristo]]. <ref name=Esenin/>
*C'erano poeti, allora, che erano cavalli da tiro come [[Majakovskij]]. [[Esenin]] sembrava un angelo caduto sulla terra per caso, a parte il carattere che forse di angelo non era e fu notevolmente peggiorato dal contatto con la città. Aveva il passo leggero, sapeva danzare con grazia - alla russa - la sua timidezza nascondeva una grande voracità di gloria, era volubile, ingenuo, istintivo, malinconico, depresso, elegante, bello - anzi bellissimo. Slanciato, profilo gentile, gli occhi di un azzurro intenso, e i capelli d'oro a boccoli. Da piccolo, lo vestivano da bambina. <ref name=Esenin/>
*{{NDR|su Esenin}} È al periodo passato in collegio che egli deve la conoscenza dei testi sacri e dei classici e quel forsennato amore per il leggere che caratterizzò tutta la sua vita. [...] Aveva le tasche gonfie di versi. <ref name=Esenin/>
*{{NDR|Su Esenin}} Egli era posseduto da un delirio d'[[amore]] per le stagioni antiche dell'animismo messianico; nessuno aveva mai lodato come lui la vita della campagna. E quel vento malandrino ''che solleva la veste alle betulle'', la luna che abbandona le briglie ''come un cavaliere malinconico'' [...], quanta verità svelavano nella loro straordinaria invenzione immaginifica. <ref name=Esenin/>
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*[[Ejzenstein]] in un suo spettacolo, lo aveva rappresentato con un costume diviso in due parti: mezzo pastorello in camicia con brachesse e stivali, e mezzo damerino in abito da sera, tal quale egli si descrive nel poema ''L'uomo nero''. Da una parte le radici e il rimpianto, dall'altra il frequentatore di night-club e teatri, il mettiscandali internazionale. Può apparire un'interpretazione superficiale per un poeta che scrisse sempre ''in limine mortis''; ma è una bipolarità che, a grandi linee, ribadisce il tanto discusso dissesto dell'io eseniano. <ref name=Esenin/>
*{{NDR|Se [[Esenin]]}} Ricorda [[Viktor Borisovič Šklovskij|Viktor Šklovskij]] che quell'«arcangelo contadino» passato tragicamente attraverso la poesia russa, sembrava guardare sempre dietro un vetro oleato. <ref name=Esenin/>
*{{NDR|Se [[Esenin]]}} Dal 1880 al 1893 avevano visto la luce [[Aleksandr Aleksandrovič Blok|Aleksandr Blok]], [[Andrej Belyj]], [[Velimir Chlebnikov]], [[Nikolaj Gumilëv]], [[Vladislav Chodasevic]], [[Nikolaj Kljuev]], [[Igor Severjanin]], [[Anna Achmatova]], [[Boris Pasternak]], [[Osip Mandel'stam]], [[Marina Cvetaeva]], [[Majakovskij]]... un firmamento poetico affollato di stelle dove non sarebbe stato facile brillare.<br/> [...] egli era però il solo che provenisse dalla campagna - gli altri erano figli di professori universitari, di ingegneri, di commercianti, di militari, vivevano nelle città e molti di essi avevano viaggiato per l'Europa. Era il solo che avesse assimilato le usanze, i costumi, le tribolazioni trascendentali del popolo russo, indissolubilmente legate a un sentimento di adorazione e rassegnazione religiose. <ref name=Esenin/>
 
==Citazioni su Curzia Ferrari==