L. J. Smith: differenze tra le versioni

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Metto in ordine cronologico ''Il diario del vampiro'' e aggiungo incipit de ''L'alba''
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"Fuoco", pensò Cassie. Era circondata da accesi colori autunnali: il giallo tendente all'arancione degli aceri da zucchero, il rosso intenso dei sassofrassi, il cremisi degli arbusti di sommacchi. Era come se l'elemento di Faye stesse incendiando il mondo.<br>
"E io vi sono intrappolata nel mezzo".
 
===''Il diario del vampiro. Il ritorno''===
''Ste-fan?''<br>
Elena si sentiva frustrata. Non riusciva a esprimere quello che aveva in mente come avrebbe voluto.<br>
«Stefan», disse lui, invitante, appoggiandosi su un gomito e guardandola con quegli occhi che avevano il potere di farle quasi scordare quello che stava cercando di dire. Erano verdi, come le foglie che brillano al sole in primavera.
 
===''Il diario del vampiro. L'anima nera''===
«Caro diario», sussurrò Elena, «quanto è frustrante tutto questo? Ti ho lasciato nel bagagliaio della Jaguar e sono le due del mattino». Premette le dita sulla gamba, attraverso la camicia da notte, come se stesse impugnando una penna e scrivendo una frase. Sussurrò ancora più leggermente, poggiando la fronte sul finestrino: «E ho ''paura'' di uscire – nel buio – a prenderti. Ho paura!». Affondò di nuovo le dita e poi, sentendo le lacrime scivolarle sulle guance, accese a malincuore il cellulare per registrare. Era uno stupido spreco di batteria, ma non poteva farne a meno. Ne aveva ''bisogno''.
 
===''Il diario del vampiro. La furia''===
Elena entrò nella radura.<br>
Sotto i suoi piedi, frammenti di foglie autunnali gelavano nella fanghiglia mista a neve. Era il crepuscolo, e anche se la furia della tempesta stava scemando, l'aria nel bosco era sempre più gelida. Elena non sentiva il freddo.
 
===''Il diario del vampiro. La genesi''===
Il giorno in cui la mia vita cambiò cominciò come tutti gli altri. Era una calda giornata d'agosto del 1864 e l'afa era così opprimente che persino le mosche avevano smesso di ronzare attorno al fienile. I figli dei domestici, che si lanciavano sempre in giochi sfrenati e strillavano mentre aiutavano i genitori nei lavori di casa, erano silenziosi. L'aria era immobile, come per ritardare il tanto atteso temporale. Avevo deciso di trascorrere il pomeriggio a cavalcare Mezzanotte, il mio purosangue, nel fresco bosco ai confini di Villa Veritas, la tenuta della mia famiglia. Avevo infilato un libro in borsa ed ero assorto nel mio piano di fuga.
 
===''Il diario del vampiro. La messa nera''===
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Ma non era vero. Niente avrebbe potuto essere come prima che Elena morisse. Niente. E Bonnie nutriva seri dubbi sulla festa che Caroline stava cercando di organizzare. Un vago fastidio alla bocca dello stomaco le diceva che per qualche ragione era proprio una pessima idea.
 
===''Il diario del vampiro. MezzanotteIl ritorno''===
Caro diario,''Ste-fan?''<br>
Elena si sentiva frustrata. Non riusciva a esprimere quello che aveva in mente come avrebbe voluto.<br>
sono così spaventata che riesco a stento a tenere in mano la penna. Scrivo in stampatello anziché in corsivo, perché in questo modo riesco a controllare la grafia.
«Stefan», disse lui, invitante, appoggiandosi su un gomito e guardandola con quegli occhi che avevano il potere di farle quasi scordare quello che stava cercando di dire. Erano verdi, come le foglie che brillano al sole in primavera.
 
===''Il diario del vampiro. Scende la notte''===
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«Le cose di cui ci accusa Isobel», disse Bonnie annuendo.<br>
«E avevano delle crisi e si contorcevano in "posizioni impossibili"».
 
===''Il diario del vampiro. L'anima nera''===
«Caro diario», sussurrò Elena, «quanto è frustrante tutto questo? Ti ho lasciato nel bagagliaio della Jaguar e sono le due del mattino». Premette le dita sulla gamba, attraverso la camicia da notte, come se stesse impugnando una penna e scrivendo una frase. Sussurrò ancora più leggermente, poggiando la fronte sul finestrino: «E ho ''paura'' di uscire – nel buio – a prenderti. Ho paura!». Affondò di nuovo le dita e poi, sentendo le lacrime scivolarle sulle guance, accese a malincuore il cellulare per registrare. Era uno stupido spreco di batteria, ma non poteva farne a meno. Ne aveva ''bisogno''.
 
===''Il diario del vampiro. La genesiMezzanotte''===
Caro diario,<br>
sono così spaventata che riesco a stento a tenere in mano la penna. Scrivo in stampatello anziché in corsivo, perché in questo modo riesco a controllare la grafia.
 
=== ''Il diario del vampiro. L'alba'' ===
«''Mama'' dice che Matt non è a Fell's Church», ripeté a Stefan la signora Flowers. «Quindi non serve cercarlo nel boschetto».<br />
«D'accordo», disse Stefan. «Allora se non è lì, dov'è?»
 
===''Il diario del vampiro. IlLa ritornogenesi''===
Il giorno in cui la mia vita cambiò cominciò come tutti gli altri. Era una calda giornata d'agosto del 1864 e l'afa era così opprimente che persino le mosche avevano smesso di ronzare attorno al fienile. I figli dei domestici, che si lanciavano sempre in giochi sfrenati e strillavano mentre aiutavano i genitori nei lavori di casa, erano silenziosi. L'aria era immobile, come per ritardare il tanto atteso temporale. Avevo deciso di trascorrere il pomeriggio a cavalcare Mezzanotte, il mio purosangue, nel fresco bosco ai confini di Villa Veritas, la tenuta della mia famiglia. Avevo infilato un libro in borsa ed ero assorto nel mio piano di fuga.
 
===''Il diario del vampiro. Sete di sangue''===