Michele Valori: differenze tra le versioni

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*Ogni volta che muore qualcuno che abbiamo conosciuto ed amato ritornano tutti i soliti confusi pensieri sulla morte, il mistero che incombe su tutti i nostri atti, pensieri, cose. Grandioso, solenne, terribile e semplicissimo episodio della natura che ci rilancia nell'infinito sconosciuto e inconoscibile. Ma non provo terrore. Sono stato due volte in rischio serio di morire e non ho avuto paura. Solo uno struggimento, una commozione al pensiero di non vedere fisicamente le persone, i luoghi, le cose care. La cosa più dura è la fine della percezione fisica, il grande distacco dai sensi: ma l'infinito ci attira, ci risucchia, ci avvolge, ci fa rinascere.
*Pensare "prima" ai figli è irreale, non si sa cosa sia un figlio. Un figliolo è la nostra privata conferma del grande mistero della vita. Si osservano queste creature venute dal cosmo per causa tua, per volontà tua e vi riconosci una parte di infinito, di trascendente, che ti appartiene anche fisicamente, in forma tangibile. Posso toccare una creatura che è a metà, a mezzadria tra me e Dominedddio. Cosa meravigliosa, divina, la paternità. Quei sederini, quelle coscine, quei pelini, quegli occhini sono venuti da lontano per me. Non è sciocco né banale chiamarli un dono: sono veramente qualcosa che ti è stato donato dall'eternità, ma sono anche proprietà privata. Che visione antiquata è mai questa in tempi di collettivi!
*{{NDR|Sulla [[Polonia]]}}. Questo Paese è veramente infernale. Il freddo domina incontrastato, il cielo è grigio-verde-marrone, le strade piene di neve e ghiaccio ed io ho rischiato de tombar in ela tera, svigolando. (Svigolando). Si dice svigolando? No, Signor Friedl, si dice: scivolando, scivolando. Il livello di vita è molto basso. Ad esempio: l'albergo. Tutto è bruttissimo, malfatto, scadente di qualità. Orrendi pavimenti, brutti infissi, maniglie che si scassano e non chiudono, porte che non si aprono, lumi che non si accendono. I vestiti della gente sono stoppa - misto lana artificiale, i cappelli di plastica finto cuoio, le scarpe sono semplicemente finte, gli ascensori fanno un metro all'ora. I tram sono ancora a cavalli. Però come al solito - è obbligatorio nei Paesi dell'Est - i Polacchi sono molto simpatici, sono molto umani. Si vede che la tradizione Slava è ancora molto viva, ecc, ecc...tutto vero. Ma io ho segnato su un foglio di carta: Martedì 20, Mercoledì 21, Giovedì 22, Venerdì 23, Sabato 24 e ogni giorno che passa lo cancello con una soddisfazione maligna. Io me ne vado Sighnori Polonesi, torno a quello schifo di Italia ciniciosa e ipocritante, ma viva l'Italia, alla faccia vostra. Voi dovete restar, peggio per voi.
==Bibliografia==
*Michele Valori, ''Posta fatta in casa'', a cura di Valentina Tonelli, Gangemi Editore, 1997.