Antonio Fogazzaro: differenze tra le versioni

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===Citazioni===
*Tante figure umane piene di rancori che si credevano eterni, di arguzie che parevano inesauribili, fedeli ad abitudini di cui si sarebbe detto che solo un cataclisma universale potesse interromperle, figure non meno familiari di quegli alberi alle generazioni passate, e scomparse con essi. (2010, p. 24, 2010)
*I due ricci pendenti a lato della sua mansueta bruttezza avevano un particolare accento di rassegnazione sotto l'ombrello del marito, proprietario, ispettore e geloso custode di tante eleganze. (2010, p. 26, 2010)
*''Falso occhio mobile, | Mento pelato, | Lingua di vipera | Cor di castrato, | Branche policrome, | Bisunto saio, | Maiuscolissimo | Cappello a staio. | Ecco l'immagine | Del vil Tartufo | Che l'uman genere | E il cielo ha stufo.'' (1957,p. 29, 1957)
*Austriacante per paura, mentre la padrona di casa lo era per convinzione. (2010, p. 33, 2010)
*Fra tante difficoltà, fra tante angustie. Pure, pensava adesso, se il matrimonio si fosse fatto pubblicamente, pacificamente, col solito proemio di cerimonie ufficiali, di contratti, di congratulazioni, di visite, di pranzi, tanto tedio sarebbe riuscito più ripugnante all'amore che questi contrasti. (2010, p. 36, 2010)
*Certi volumi di giurisprudenza dormivano sotto un dito di polvere, e non una foglia della piccola gardenia in vaso, sul davanzale della finestra di levante, ne aveva un atomo solo. Questi eran già sufficienti indizi, là dentro, del bizzarro governo d'un poeta. (2010, p. 37, 2010)
*Aveva collere pronte, impetuose, fugaci; non sapeva odiare e nemmanco risentirsi a lungo contro alcuno. (2010, p. 38, 2010)
*Egli aveva appena posato le mani sullo strumento che la sua immaginazione si accendeva, l'estro del compositore passava in lui e nel calore della passione creatrice gli bastava un fil di suono per veder l'idea musicale e inebbriarsene. (2010, p. 38, 2010)
*Focoso e impetuoso com'era, Franco aveva tuttavia la semplice tranquilla fede d'un bambino. Punto orgoglioso, alieno dalle meditazioni filosofiche, ignorava la sete di libertà intellettuale che tormenta i giovani quando la loro ragione ed i loro sensi cominciano a trovarsi a disagio nel duro freno di una credenza positiva. (2010, p. 39, 2010)
*Franco entrò in sala mentre la voce nasale diceva le soavi parole «''Ave Maria, gratia plena''» con quella flemma, con quella untuosità, che sempre gli mettevano in corpo una tentazione indiavolata di farsi turco. (2010, p. 40, 2010)
*Dei paeselli di Casarico e di S. Mamette, accovacciati sulla riva come a bere. (2010, p. 47, 2010)
*Le case [...] tutte bianche e ridenti verso l'aperto, tutte scure verso quell'altra disgraziata fila di case che si attrista dietro a loro, somigliano certi fortunati del mondo che di fronte alla miseria troppo vicina prendono un sussiego ostile, che si stringono l'uno all'altro, si aiutano a tenerla indietro. (2010, p. 48, 2010)
*Resistendo a quelle carezze perché vi sentiva una gratitudine di cui non avrebbe sopportate le parole. (2010, p. 49, 2010)
*Che, insieme a uno squisito sentimento della vita come dovrebb'essere, possedeva un senso acuto della vita com'è realmente. (2010. p. 51, 2010)
*Ricevette l'abbraccio commosso de' suoi nipoti senza corrispondervi, quasi seccato da una dimostrazione superflua, seccato che non accogliessero più semplicemente una cosa tanto semplice e naturale. (2010, p. 59, 2010)
*Offerse la sua servitù alla signora Teresa riveritissima, la sua devozione alla sposina amabilissima, la sua osservanza allo sposo compitissimo. (2010, p. 59, 2010)
*Vi fu dunque nelle sue parole un grammo di sincerità, un grammo d'oro che bastò a dar loro il suono del buon metallo. (2010, p. 75, 2010)
*Aveva risposto a Franco quasi aspramente come se l'affetto del vivo offendesse in qualche modo l'affetto della morta. (2010, p. 84, 2010)
*V'impresse una violenza d'amore più forte che tutti gli insulti, che tutte le bassezze odiose del mondo. (2010, p. 87, 2010)
*Chi passando per l'alto lago avesse potuto discernere tutte queste figure meditabonde, inclinate all'acqua, senza veder le bacchette né i fili né i sugheri, si sarebbe creduto nel soggiorno d'un romito popolo ascetico, schivo della terra, che guardasse il cielo giù nello specchio liquido, solo per maggiore comodità. (2010, p. 94, 2010)
*Il Biancòn aveva, a sua insaputa, una discreta dose di mansuetudine in un doppio fondo che Iddio gli aveva fatto nel cuore senza avvertirnelo. (2010, p. 95, 2010)
*Davvero, egli non aveva coscienza di sé come di un organismo distinto dall'organismo governativo austriaco. [...] Il suo vero Iddio era l'Imperatore; rispettava quello del cielo come un alleato di quello di Vienna. (2010, pp. 95-96, 2010)
*Per la solità bontà che ad ogni simile contrasto saliva saliva silenziosamente dietro le renitenze dello zio fino a sormontare, a coprir tutto con una larga onda di acquiescenza o almeno con la frase sacramentale «del resto, ''fate vobis''». (2010, p. 101, 2010)
*Mi pare che qualcuno potrebbe dire: che obbligo ha Iddio di regalarci l'immortalità? L'[[immortalità]] dell'anima è una invenzione dell'egoismo umano che in fin dei conti vuol far servire Iddio al comodo proprio. Noi vogliamo un premio per il bene che facciamo agli altri e una pena per il male che gli altri fanno a noi. (2010, p. 104, 2010)
*«[...] Guarda la forma di questa rosa, guarda il portamento, guarda le sfumature, le venature di questi petali, guarda quella stria rossa; e senti che odore, adesso! E lascia star la filosofia.»<br/> «Lei è nemico della filosofia?», osservò il professore, sorridendo.<br/> «Io sono amico», rispose Franco, «della filosofia facile e sicura che m'insegnano anche le rose.» (2010, p. 105, 2010)
*Un tenace, fiero sentimento d'indipendenza intellettuale resisteva in lei all'amore. Ella poteva tranquillamente giudicar suo marito, riconoscerne le imperfezioni e sentiva ch'egli non poteva altrettanto, lo sentiva umile nel suo amore, devoto senza fine. (2010, p. 110, 2010)
*Vi sono anime che negano apertamente la [[oltretomba|vita futura]] e vivono proprio secondo la loro opinione, per la sola vita presente. Queste non sono molte. Poi vi sono anime che mostrano di credere nella vita futura e vivono del tutto per la presente. Queste sono alquanto più. Poi vi sono anime che alla vita futura non pensano e vivono però in modo da non mettersi troppo a repentaglio di perderla se c'è. Queste sono più ancora. Poi vi sono anime che credono veramente nella vita futura e dividono pensieri e opere in due categorie che fanno quasi sempre ai pugni fra loro: una è per il cielo, l'altra è per la terra. Queste sono moltissime. Poi vi sono anime che vivono per la sola vita futura nella quale credono. Queste sono pochissime e la signora Teresa era di queste. (1957, pp. 115-116, 1957)
*«Il colèra», disse Luisa, «se avesse giudizio, potrebbe fare bellissime cose; ma non ne ha.» (2010, p. 124, 2010)
*Aveva del resto un inconscio bisogno di amare senza speranza per potersi poi compiangere, per la voluttà di un doppio intenerimento, verso una bella creatura e verso se stesso. (2010, p. 146, 2010)
*Ella entrò frettolosa, con la testolina bionda chiusa in un gran cappuccio nero, come una primavera travestitasi, per chiasso, da dicembre. (2010, p. 146, 2010)
*Franco si divertì a spegner il lume e osservò che la filosofia poteva trovarsi male al buio, ma che la poesia ci si trova benissimo. (2010, p. 147, 2010)
*Così ciascuno dei critici saliti nella navicella d'un grande poeta si crede fare una via differente. Chi stima dirigersi verso un ideale, chi verso un altro, chi stima accostarsi a un modello, chi a un altro, chi andar avanti, chi tornar indietro; e il [[poeta]] li commove, li scuote col suo verso tutti insieme, li porta sulla propria via. (2010, pp. 147-148, 2010)
*E quanto ai dolori che non vengono dagli uomini ma dalle condizioni stesse della vita umana, le pareva di ammirar coloro che vi resistono per una forza loro propria sopra quegli altri che invocano e ottengono aiuto dallo stesso Essere onde furono percossi. (2010, p. 136, 2010)
*Non lasciò più la dolce mano, la tenne egli pure come l'avrebbe tenuta un amante, non guardando mai Luisa, serbando impassibile il viso e rigida la persona. Parlava con la mano sola, con l'anima nel palmo e nelle dita. (2010, p. 149, 2010)
*«Dio, le ragioni! Le ragioni si sentono, le devi sentire senza che io te le dica!» (2010, p. 154, 2010)
*Come la [[religione]] favorisca i sentimentalismi deboli, com'essa che predica la sete della giustizia sia incapace di formare negl'intelletti devoti a lei il vero concetto di giustizia. (2010, p. 156, 2010)
*Lo aveva capito bene. Del resto era tanto tempo ch'egli aveva capito una cosa! Che cosa? Oh, una cosa naturale! Naturalissima! Meritava egli di essere amato da lei? No certo; egli era un povero disutile e niente altro. Non era naturale che dopo averlo conosciuto bene, ella lo amasse meno? Perchè certo certo lo amava meno di una volta!<br/> Luisa tremò che questo fosse vero, disse «no, Franco, no» e lo sgomento di non saperlo dire con energia bastante le paralizzò la voce. Egli che aveva sperato una smentita violenta, sussurrò atterrito: «Dio mio!». (2010, p. 165, 2010)
*No caro Pasotti! [...] Non si cercano oggi tutte le vie di affamare la mia famiglia e me, per offrirci domani del pane sporco. (p. 175, 2010)
*Era un amico, aveva errato gravemente, gravissimamente, ma con una buona intenzione. Dove andavano a finire le massime di Franco, la carità, il perdono delle offese, s'egli non perdonava neppure a chi aveva voluto fargli del bene? (2010, p. 178, 2010)
*La ribelle intravveduta, sentita qualche volta da Franco attraverso l'amante, la creatura dall'intelletto forte sopra l'amore e orgoglioso, non potuta mai conquistare interamente, gli stava ora di fronte, tutta vibrante nella coscienza della sua ribellione. (2010, p. 179, 2010)
*Non ho mai potuto veramente sentire, per quanto mi sforzassi, questo amore di un [[Dio|Essere invisibile]] e incomprensibile, non ho mai potuto capire il frutto di costringer la mia ragione ad accettare cose che non intende. (2010, p. 181, 2010)
*Ebbe un momento l'idea di spogliarsi, l'abbandonò subito poiché sua moglie stava alzata a lavorare. Tolse la coperta, si coricò vestito. (2010, p. 184, 2010)
*Confessa che voialtri credenti amate le vostre credenze anche perché sono un comodo riposo dell'intelletto. (2010, p. 200, 2010)
*Disprezzò la pioggia scrosciante che le batteva sul capo e sulle spalle, che la cingeva d'un torbido velo e di strepito. Le piaceva, forse, quella passione delle cose intorno alla sua propria. (2010, p. 210, 2010)
*Tutto vibrante di una commozione senza nome. (2010, p. 225, 2010)
*Egli ebbe il senso di una irreparabile rovina nell'anima di lei e tacque. (2010, p. 225, 2010)
*Pianse, al buio, la sua figliuola, senza ritegno, senza nemmeno quel ritegno che vien dalla luce. [...] Parole incomposte di strazio e di fede ardente, chiamando Dio in aiuto, Dio, Dio che lo aveva colpito. (2010, p. 226, 2010)
*Se realmente esisteva una Intelligenza, una Volontà, una Forza padrona degli uomini e delle cose, la mostruosa colpa era sua. [...] Meglio la signoria della Natura senza [[Dio]], meglio un padrone cieco ma non nemico, non deliberatamente cattivo. (2010, p. 228, 2010)
*Friend era infermo da due giorni. Tutta la brigata si commosse e lamentò il caso con la segreta speranza che il maledetto mostro fosse per crepare. (2010, p. 229, 2010)
*Per fortuna la guardia [...] era un galantuomo che mangiava a malincuore il pane austriaco per non averne potuto trovare altro. (2010, p. 240, 2010)
*Sai neanche immaginare cosa tu sei per me e cosa farei per non darti senza necessità un piccolo dolore, mentre pare che a te non importi nulla di lacerarmi l'anima? (2010, p. 271, 2010)
*Parlavano della futura [[Italia]] [...] ma si sentiva che non importava loro un fico secco della vita pur di farla libera, questa vecchia patria, e grande. [...] «I nostri figli ci faranno il monumento, ma dopo verranno, mi capisce, con licenza, quelle figure porche dei nostri nipoti, e mi par di sentirli: "Come l'han fatta da cani", diranno, "quei vecchi insensati l'Italia!".» (2010, p. 272, 2010)
*Una vecchia, che aveva tre figli fra quei soldati, gridava loro, tutta scarmigliata ma non piangente, che si ricordassero del Signore e della [[Maria|Madonna]]. «Sì», brontolo un vecchio sergente che li accompagnava, «ca s'ricordo del Sgnour, d'la Madonna, del Vescov e del prevost!» I soldati molto pratici del «prevost», la prigione militare, risero della barzelletta e il battello partì. (1957)