Antonio Fogazzaro: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
NisiDominus (discussione | contributi)
no link interpretati
Riga 63:
*Franco si divertì a spegner il lume e osservò che la filosofia poteva trovarsi male al buio, ma che la poesia ci si trova benissimo. (p. 147, 2010)
*Così ciascuno dei critici saliti nella navicella d'un grande poeta si crede fare una via differente. Chi stima dirigersi verso un ideale, chi verso un altro, chi stima accostarsi a un modello, chi a un altro, chi andar avanti, chi tornar indietro; e il [[poeta]] li commove, li scuote col suo verso tutti insieme, li porta sulla propria via. (pp. 147-148, 2010)
*E quanto ai dolori che non vengono dagli uomini ma dalle condizioni stesse della vita umana, le pareva di ammirar coloro che vi resistono per una forza loro propria sopra quegli altri che invocano e ottengono aiuto dallo stesso [[fede|Essere]] onde furono percossi. (p. 136, 2010)
*Non lasciò più la dolce mano, la tenne egli pure come l'avrebbe tenuta un amante, non guardando mai Luisa, serbando impassibile il viso e rigida la persona. Parlava con la mano sola, con l'anima nel palmo e nelle dita. (p. 149, 2010)
*«Dio, le ragioni! Le ragioni si sentono, le devi sentire senza che io te le dica!» (p. 154, 2010)
Riga 73:
*Non ho mai potuto veramente sentire, per quanto mi sforzassi, questo amore di un [[Dio|Essere invisibile]] e incomprensibile, non ho mai potuto capire il frutto di costringer la mia ragione ad accettare cose che non intende. (p. 181, 2010)
*Ebbe un momento l'idea di spogliarsi, l'abbandonò subito poiché sua moglie stava alzata a lavorare. Tolse la coperta, si coricò vestito. (p. 184, 2010)
*Confessa che voialtri [[Fede|credenti]] amate le vostre credenze anche perché sono un comodo riposo dell'intelletto. (p. 200, 2010)
*Disprezzò la pioggia scrosciante che le batteva sul capo e sulle spalle, che la cingeva d'un torbido velo e di strepito. Le piaceva, forse, quella passione delle cose intorno alla sua propria. (p. 210, 2010)
*Tutto vibrante di una commozione senza nome. (p. 225, 2010)