Lev L'vovič Tolstoj: differenze tra le versioni

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*Avevamo in famiglia una danza particolare che tutti eseguivano con gioia quando i visitatori tediosi si decidevano finalmente ad andarsene. Questa danza si chiamava la Danza di Numidia; era qualcosa di africano e di molto selvaggio. Mio padre, per primo, si precipitava con la mano destra alzata e cominciava a saltellare e a correre intorno al grande tavolo. Mia madre, i precettori e le governanti e tutti i bambini si rincorrevano intorno al tavolo eseguendo gli stessi movimenti. Dopo molti giri, tutti erano soddisfatti e traevano un sospiro di sollievo. (p. 33)
*Quando si [[Sofferenza|soffre]], dice [[Arthur Schopenhauer|Schopenhauer]], si prova consolazione nel pensare alle sofferenze altrui che sono più grandi delle nostre. A Tolstoj piaceva ripetere questo pensiero che, secondo me, è errato. Credo, al contrario, che si soffra maggiormente quando si sa che anche gli altri soffrono. (p. 36)
*[[Nikolaj Ge|Gay]] aveva il dono di voler bene. Sapeva risvegliare in ognuno un sentimento tenero e gioioso grazie alla sua perenne gaiezza. Si può proprio dire che portasse bene il suo cognome di origine francese! (pp. 37-38)
*[[Nikolaj Strachov|Strachov]] era uomo modesto e amabile e la sua presenza era davvero piacevole. (p. 37)
*[[Maksim Gor'kij]] non era molto apprezzato da mio padre. Ricordo che [...] cercava di capirlo, ma non riusciva a trovarvi quella verità e quel fuoco sacro che cercava in lui. Un giorno, mi chiese la mia opinione su quello scrittore e gli risposi che non mi piaceva.<br />«Sì», fece lui, «nemmeno io ci trovo nulla.»<br />Ma allora Gor'kij era in voga, e quando venne a Jasnaja vi fu accolto amichevolmente.<br />Da parte sua Maksim Gor'kij era e rimane tuttora un fervente ammiratore di mio padre. Ciò che mi ha molto colpito è stato il dolore che provò alla morte di Tolstoj. Mi hanno detto che il suo dolore era immenso. (p. 39)
*[[Tomáš Masaryk|Masaryk]], il presidente dei cecoslovacchi, andò con mio padre a trovare i contadini al villaggio. Entrando in un'isba, colpito nel vedere la miseria del popolo russo che abitava con il bestiame, scoppiò a piangere. Mio padre e tutti noi fummo molto stupiti dell'estrema sensibilità del professore slovacco. (p. 42)
*[[Sof'ja Tolstaja|Mia madre]], colei che ha reso felice e grande Tolstoj. (p. 51)
*I francesi sono soliti dire che Tolstoj fu la prima grande causa della Rivoluzione russa. Vi è un fondo di verità in questa affermazione. Nessuno ha fatto in un paese un lavoro così sovvertitore. Il contadino, il soldato, il funzionario, il nobile, il prete e l'operaio, tutti erano colpiti dai dardi del suo spirito accusatorio e non vi era più nessuno che non si sentisse colpevole dinanzi al giudizio severo del grande scrittore. (p. 74)
*Chi ha letto quest'opera [{{NDR|''[[Guerra e pace]]'']}} si ricorderà del gran cuore dell'autore che cercò perfino nel passato del suo popolo l'eterno segreto dell'amore. In ''[[Anna Karenina]]'' si vedono già distintamente, nella personalità e nella vita di Levin, le aspirazioni dello stesso Tolstoj, che diventano sempre più coscienti e definite. La critica della società moderna con tutte le sue istituzioni, la sua scienza e la sua letteratura, la tendenza verso una vita semplice e naturale del popolo, alcune idee originali e nuove rispetto alla religione, tutto ciò incomincia ad assumere, nel cuore e nel cervello dell'autore, una forma più o meno precisa. (pp. 114-115)
*Nella sua profonda opera ''[[Della vita]]'', che era anche il libro preferito di mia madre, Tolstoj parla della ragione come fonte stessa della nostra vita. Questo testo fu scritto con un vigore e un fervore eccezionali. In quel periodo si videro rinascere di nuovo in mio padre allegria e buon umore. Il suo lavoro lo appassionava ed era il segno più evidente della sua riuscita. Infatti questo libro di Tolstoj, poco noto alla massa dei lettori, è una delle più notevoli tra le sue opere filosofiche e religiose.<br />«La vera vita inizia solo nel momento in cui si manifesta la ragione.» La ragione è l'unica forza che riveli in noi l'amore.<br />Ed è ancora una nuova forma di fede che Tolstoj scopre all'interno della sua anima e che ci espone in quest'opera. A mio giudizio, ''Della vita'' e ''[[Il regno di Dio è in voi]]'' sono le opere religiose capitali di mio padre.<br />In quest'ultima opera di una chiarezza sorprendente e perfettamente armoniosa, Tolstoj esprime al meglio la propria dottrina, rivolgendosi direttamente agli uomini dalle professioni più disparate e predicando le sue idee. Zar, generali, ministri, giudici, preti, uomini di scienza, ognuno trova in questo sermone una parola che lo tocca personalmente e che lo invita a cambiare vita.<br />Fu l'ultima grande opera prettamente religiosa di mio padre e tutte quelle che scrisse in seguito non sono altro che ripetizioni. (pp. 123-124)
*In fondo che cos'è l'opera di Tolstoj?<br />È il grido della coscienza universale. È la coscieza di ognuno di noi espressa sinceramente dal più ardente e più sensibile dei cuori. La popolarità di Tolstoj nel mondo si spiega unicamente con la semplicità e la sincerità della sua dottrina, che si rivolge a tutti, richiamando gli uomini alla stessa grande verità, al medesimo grande sforzo morale, alla realizzazione dell'Amore. (p. 138)