Igor Sibaldi: differenze tra le versioni

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*E infine Ivàn, il motore di tutto, e l'"irrisolto", che cerca e brama soluzioni, ''per liberarsi da quel suo "io" tutto quanto interrogativo al presente'': ma ciò che è irrisolto e brama soluzioni in lui altro non è che la sua somiglianza col padre, che soltanto ''dopo la morte di Fëdor Pávlovič'' diverrà, e gli diverrà, evidente, per bocca del fratello-assassino:<br/> "Voi siete come Fëdor Pávlovič, di tutti i suoi figli siete quello che gli assomiglia di più, avete un'anima uguale alla sua."<br/> E in tale eredità, nel compito di combattere e riscattare in sé medesimo l'anima, "la forza dei Karamàzov", Ivàn finirà per perdere la ragione. (p. XXVII)
*Il lettore viene coordinato appunto a quella prospettiva [...], a guardare ogni cosa così come i giovani protagonisit la guardano, entro lo spasmo di quella loro iniziazione, ''tutta quanta interiore, notate bene!'' tutta parlata, potentemente raffigurata su schermi interiori della creatività dell'angoscia. (p. XXIX)
*Sarebbe altresì possibile andare oltre [...] in questa assimilazione a [[Carl Gustav Jung|Jung]]: riconducendo [...] tutti e quattro i fratelli alle quattro parti dell'intero individuale, Ivàn il pensiero, Dmítrij la sensazione, Alëša il sentimento, SmerdjakçvSmerdjakçov l'intuizione. (p. XXXVIII)
*Non è nemmeno un romanzo, d'altronde. Oh, certamente lo è a vederlo da fuori, la superficie è romanzesca e il nome romanzo gli sta benissimo. Ma visto da dentro, da quella profondità e intensità in cui il lettore viene a trovarsi leggendo, questo romanzo non è un romanzo, è un sistema composito, e strano, pieno di "insospettabili ripostigli, bugigattoli svariati e insospettate scale" proprio come la casa in cui [[Fëdor Dostoevskij|Dostoevskij]] lo ambientò.
*''Non occorre più'', qui, che il lettore intuisca: deve stare a sentire, e riuscire a reggere, questo è il suo compito.