Fosco Giachetti: differenze tra le versioni

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*Il pubblico [...] ormai identifica in lui una sorta di eroe dei nostri tempi. I suoi personaggi sono quasi sempre positivi, rigorosi, intensi. Rappresentano gli ideali fascisti e al tempo stesso autorizzano il pubblico femminile a trovare in lui l'uomo nuovo, che snobba i salotti e che sviluppa le qualità di onestà, di fiducia, di serietà. ([[Massimo Scaglione]])
*L'eterno secondo. ([[Massimo Scaglione]])
*Le sue interpretazioni, mai superficiali e sempre orientate verso il cliché dell'uomo tutto d'un pezzo, in lotta con i soprusi e vittima dei tradimenti, sia femminili [...] che istituzionali. ([[Massimo Scaglione]])
*Recitazione asciutta, espressione corrucciata, intensità costante, Giachetti non tarda a conquistarsi il favore del pubblico, anche perché numerosi registi punteranno su di lui. In mezzo a tanti attori brillanti e salottieri Giachetti ha subito modo di affermare la sua forte e intensa espressività. ([[Massimo Scaglione]])
*Un personaggio tipico del cinema italiano dell'era fascista fu Fosco Giachetti, la cui asciutta bruschezza convenne a tanti eroi "positivi", quelli di epopee militari sul genere di ''Squadrone bianco'' o ''L'assedio di Alcazar''. Tale sua disadorna modernità di recitazione valse così da contrappeso alla potenziale o effettiva retorica di un cinema in costume e soprattutto "in divisa". <ref name=Scaglione>citato in Massimo Scaglione, ''I Divi del Ventennio, per vincere ci vogliono i leoni...'', Lindau, 2005, p. 132</ref> (Giulio Cesare Castello)