Śvetāśvatara Upaniṣad: differenze tra le versioni

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incipit e explicit
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*''Due sono, non-nati, il conoscitore e l'ignorante; | il Signore e il non-Signore. L'uno, il fruitore, | è incatenato alle fruizioni; l'altro. l'''ātman'', | è infinito, di forma universale, inattivo. | Conoscendo il triplice, si conosce anche [[Brahman]].''<br />''Peritura è la [[materia]]; immortale, imperituro | il Signore, l'Uno, che controlla ciò che perisce | e anche l'anima. Meditando su di lui, | unendosi a lui, divenendo sempre più come lui, | ci si libera finalmente dall'illusione del mondo.'' (I, 9-10; 2001)
*''L'Eterno che risiede nell'''[[ātman]]'' deve essere conosciuto. | Oltre questo non vi è nulla che sia necessario conoscere. | Il fruitore, l'oggetto della fruizione, l'Ispiratore – questo | è stato dichiarato essere il Tutto, il triplice Brahman.'' (I, 12; 2001)
*Il saggio, avendo collocato il proprio corpo in un luogo piano, tenendo erette le sue tre parti [petto, collo, testa], mediante la mente ritraendo i sensi dentro il cuore, potrà attraversare con la navicella del ''brahman'' tutte le correnti che portano il sé interiore. (II, 8; 2007)
*Allorché la virtù dello [[Yoga]] in quintuplice modo è sorta da questo [corpo] costituito di terra, acqua, fuoco, aria ed etere, non vi è più [[malattia]], non vi è più [[senilità|vecchiaia]], non vi è più [[morte]] per cui il quale ha conseguito un corpo siffatto foggiato dal fuoco dello Yoga. (II, 12; 2007)
*''Uno solo è [[Dio]]; non ci può essere un secondo. | È lui solo che regge questi mondi con i suoi poteri. | Egli fronteggia gli esseri. Egli, il pastore di tutti i mondi, | dopo averli generati, li riassorbe alla fine del tempo.'' (III, 2; 2001)
:Poiché Rudra<ref>Dio vedico ritenuto precursore del dio induista Śiva.</ref>, [per propria natura] è unico, i conoscitori non ricercano un secondo. Esso esercita il dominio su questi mondi attraverso le sue [divine] facoltà di controllo, risiede all'interno di ogni creatura e, dopo aver creato i mondi ed essere diventato il loro guardiano, li riassorbe al tempo della cessazione. (III, 2; 2010)