Gianni Amelio: differenze tra le versioni

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{{Intestazione|''Il secolo XIX'', a cura di Silvia Neonato, 3 ottobre 2004}}
*{{NDR|Riferendosi al "vizio del [[cinema]]"}} L'impossibilità di stare senza girare un film. Quella voglia che ti spinge a ricominciare a girare, appena hai finito, dimenticando i problemi e le fatiche del film precedente. Perché fare il regista è un mestiere faticoso persino fisicamente: sul set io non sto un attimo fermo, sposto gli oggetti, seguo gli attori... Devi essere vergine e puttana, per fare il regista. Manageriale e machiavellico. Gestisci tanti rapporti umani, rispondi di tanti soldi investiti e da soggetti diversi, se sgarri sui tempi sono guai, perché i costi aumentano. Eppure, appena hai finito, non vedi l'ora di ricominciare. Come le donne che finiscono per dimenticare i dolori del parto poco dopo che hanno abbracciato il loro bambino. Fare cinema è un piccolo parto. Per quel figlio che metti al mondo sei disposto anche a piegarti ad andare ai festival, a presentarlo in giro.
*Non amo particolarmente i fasti di [[Hollywood]], ma questo non significa che non sia onorato {{NDR|delle candidature all'Oscar}}. Solo che a 59 anni capisci delle altre cose che non a 30 e guai se non fosse così. Io ho capito che il bello del mio lavoro è quando lo faccio. I premi, il pubblico che ti gratifica, gli incassi sono indispensabili a fare un nuovo film. Che è appunto ciò che non vedo l'ora di tornare a fare.
*Sono convinto che noi facciamo dei figli per rivincita, perché speriamo siano più bravi, belli, vincenti, fortunati di noi.
 
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