Henry Miller: differenze tra le versioni

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*Come essere umano che va in giro al crepuscolo, all'alba, a strane ore, a ore impossibili, il senso di [[solitudine|essere solo]] e unico mi fortifica a un punto tale che quando cammino in mezzo alla folla e non mi sento più un essere umano ma una semplice macchia, uno sputo, comincio a pensare a me stesso solo nello spazio, creatura unica e sola circondata dalle più belle strade vuote, bipede umano che s'aggira tra grattacieli quando tutti gli abitanti della città sono fuggiti, e sono solo allora e cammino e canto e regno sulla terra. (2000; p. 25)
*Che importa? Se un ritratto comincia male è perché non stai descrivendo la donna che hai in mente: stai pensando a quelli che vedranno il ritratto anziché alla donna che posa per te. Prendi Van Norden — già, lui è un altro caso. Sono due mesi che tenta di cominciare quel suo romanzo. Ogni volta che lo vedo ha pronto un nuovo inizio. (2000; p. 36)
*Ciò che mi colpì, lì nell'orinatoio dalle parti dei giardini del Lussemburgo, fu quanto poca importanza ha il contenuto del [[libro]]. E il momento in cui lo si legge che importa, è il momento che contiene il libro, il momento che definitivamente e per sempre colloca il libro nell'ambiente vivo di una stanza. (2000; p. 43)
*Oh i meravigliosi intervalli al gabinetto! A essi devo la mia conoscenza di [[Giovanni Boccaccio|Boccaccio]], [[François Rabelais|Rabelais]], [[Petronio Arbitro|Petronio]], dell<nowiki>'</nowiki>''[[Apuleio#Le metamorfosi|Asino d'Oro]]''. Tutte le mie valide letture, si può dire, furono fatte al gabinetto. Nel peggiore dei casi, ''[[James Joyce#Ulisse|Ulisse]]'' o un romanzo giallo. Ci sono passi nell'''Ulisse'' che si possono leggere soltanto al gabinetto, se si vuole gustare appieno il piacere che essi danno. (2000; p. 45)
*Proprio sotto al culo del cavallo, là dove la groppa inizia e termina, e là dove [[Salvador Dalí |Salvador Dalì]] molto probabilmente avrebbe piazzato una sedia Louis Quinze o una molla d'orologio, comincio a disegnare con tratti liberi e disinvolti una paglietta, un ''chapeau melon''. (2000; p. 62)
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<center>IL GRANDE [[artista|ARTISTA]] È COLUI CHE VINCE</center><center>IL SUO IO ROMANTICO.</center>     ''Catalogato sotto VT come veleno per topi''. (2000; p. 213)
*Avanzando verso la cima della montagna, studio le sagome rigide dei vostri edifici che domani crolleranno e stramazzeranno tra nubi di fumo. Studio i vostri programmi di [[pace]] che si concluderanno in una grandine di pallottole. Studio le vostre lucenti vetrine piene zeppe d'[[invenzione|invenzioni]] di cui domani non sapremo che farcene. Studio le vostre facce consunte intaccate dal [[lavoro]], i vostri piedi piatti, i vostri stomaci collassati. Vi studio individualmente e presi nello sciame – e come puzzate, tutti quanti! Puzzate come [[Dio]] e il suo amore pietoso e la sua saggezza. Dio il divoratore di uomini! Dio lo squalo che guizza con i suoi parassiti! (2000; pp. 225-226)
 
===[[Explicit]]===
[[Domani]] potrete completare la distruzione del vostro mondo. Domani potrete cantare in paradiso sopra le rovine fumanti delle vostre città terrene. Stasera però vorrei pensare a un uomo, a un individuo solitario, a un uomo senza nome né paese, un uomo che io rispetto perché non ha assolutamente niente in comune con voi: me stesso. Stasera mediterò su ciò che io sono.<br />''Louvecienne – Clichy – Villa Seurat 1934-35''