Tascio Cecilio Cipriano: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Donluca (discussione | contributi)
Donluca (discussione | contributi)
+1
Riga 2:
'''Tascio Cecilio Cipriano''' o '''san Cipriano''' (210 – 258), vescovo, poeta, scrittore e martire latino.
 
*Devi sapere che è invecchiato questo mondo. […] D’inverno non c’è più abbondanza di piogge per le sementi, d’estate non più il solito calore per maturarle, né la primavera è lieta del suo clima, né è fecondo di prodotti l’autunno. Diminuita, nelle miniere esauste, la produzione di argento e oro, e diminuita l’estrazione dei marmi […]. Viene a mancare l’agricoltore nei campi, sui mari il marinaio, nelle caserme il soldato, nel foro l’onestà, nel tribunale la giustizia […]. Pensi veramente che un mondo così vecchio possa ritrovare l’energia ancor fresca e nuova della sua giovinezza? Quanto alla frequenza maggiore delle guerre, all’aggravarsi delle preoccupazioni per carestie e sterilità, all’infierire di malattie che rovinano la salute, alla devastazione che la peste opera in mezzo agli uomini, anche ciò, sappilo, fu predetto: che negli ultimi tempi i mali si moltiplicano, e le avversità assumono vari aspetti, e per l’avvicinarsi al dì del giudizio, la condanna di Dio sdegnato si muove a rovina degli uomini. (''Ad Demetrianum'', citato in Santo Mazzarino, ''La fine del mondo antico. Le cause della caduta dell'impero romano'', 1959; Rizzoli, 2002'').
*Quanto è dannosa per i sudditi la caduta di chi è a capo, altrettanto invece è utile e salutare un vescovo {{NDR|Fabiano}}che si offre ai fratelli come esempio di fermezza di fede. (dalle ''Lettere'', in ''Liturgia horarum iuxta ritum Romanum'', Typis Polyglottis Vaticanis, ed. italiana, Roma, 1972)