L. J. Smith: differenze tra le versioni

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'''Lisa Jane Smith''', conosciuta anche come '''Ljane Smith''' o '''Lisa Smith''' (1965 – vivente), scrittrice statunitense.
 
=== ''Dark visions. Il dono''= ==
==[[Incipit]] di alcune opere==
===''Dark visions. Il dono''===
Non si invita la strega locale alle feste. Non importa quanto sia bella. È questo il problema fondamentale.<br>
''Non m'interessa'', pensò Kaitlyn. ''Non ho bisogno di nessuno''. (Incipit de ''Il dono'')
 
===''Dark visions. Il vampiro della mente''===
«Sbrigatevi!», disse Kaitlyn sforzandosi di non urlare, quando arrivò senza fiato in cima alle scale. Poi ripeté mentalmente l'ordine, per sottolineare meglio il concetto: ''Sbrigatevi!''<br>
Da quattro direzioni diverse ricevette telepaticamente la conferma che il suo messaggio era stato ricevuto: quattro segnali che avevano la stessa urgenza del suo. Li ricevette attraverso un canale che non aveva nulla a che fare con i soliti cinque sensi – era un po' come essere capaci di ''vedere'' la musica e sentire ''il sapore'' di un colore.<br>
La telepatia era una cosa molto, molto strana. (Incipit de ''Il vampiro della mente'')
 
===''Dark visions. La passione''===
Un cane abbaiò, rompendo il silenzio della notte. Gabriel alzò lo sguardo per un breve istante, i sensi psichici allertati. Poi tornò a concentrarsi sulla porta.<br>
La serratura si arrese al grimaldello e il battente si spalancò.<br>
Gabriel sorrise.<br>
All'interno della casa c'erano quattro persone sveglie. Una di esse era Kaitlyn. La splendida Kaitlyn con i capelli d'oro rosso. Un peccato doverla distruggere – ma da quel momento in poi era una sua nemica. Non poteva permettersi alcuna debolezza. (Incipit de ''La passione'')
 
=== ''I diari delle streghe. Il potere''= ==
«Diana, ho una sorpresa per te», disse Faye.<br>
Gli occhi di smeraldo di Diana, sotto le ciglia corvine, erano pieni di lacrime. Non si era ancora ripresa dallo shock di quella notte, e fissava Faye con un'espressione tesa.<br>
Be', il peggio doveva ancora venire.
 
===''I diari delle streghe. L'iniziazione''===
Cape Cod non avrebbe dovuto essere così calda e umida. Cassie lo aveva letto sulla guida turistica; tutto avrebbe dovuto essere perfetto lì, come a Camelot.<br>
Tranne, aggiungeva distrattamente la guida, per l'edera velenosa, le zecche, i pidocchi, i molluschi tossici e le correnti sottomarine nelle acque apparentemente tranquille. (Incipit de ''L'iniziazione'')
 
===''I diari delle streghe. La prigioniera''===
"Fuoco", pensò Cassie. Era circondata da accesi colori autunnali: il giallo tendente all'arancione degli aceri da zucchero, il rosso intenso dei sassofrassi, il cremisi degli arbusti di sommacchi. Era come se l'elemento di Faye stesse incendiando il mondo.<br>
"E io vi sono intrappolata nel mezzo". (Incipit de ''La prigioniera'')
 
«Diana, ho una sorpresa per te», disse Faye.<br>
===''Il diario del vampiro. Il ritorno''===
Gli occhi di smeraldo di Diana, sotto le ciglia corvine, erano pieni di lacrime. Non si era ancora ripresa dallo shock di quella notte, e fissava Faye con un'espressione tesa.<br>
''Ste-fan?''<br>
Be', il peggio doveva ancora venire. (Incipit de ''Il potere'')
Elena si sentiva frustrata. Non riusciva a esprimere quello che aveva in mente come avrebbe voluto.<br>
«Stefan», disse lui, invitante, appoggiandosi su un gomito e guardandola con quegli occhi che avevano il potere di farle quasi scordare quello che stava cercando di dire. Erano verdi, come le foglie che brillano al sole in primavera.
 
=== ''Il diario del vampiro. L'anima' nera''===
«Caro diario», sussurrò Elena, «quanto è frustrante tutto questo? Ti ho lasciato nel bagagliaio della Jaguar e sono le due del mattino». Premette le dita sulla gamba, attraverso la camicia da notte, come se stesse impugnando una penna e scrivendo una frase. Sussurrò ancora più leggermente, poggiando la fronte sul finestrino: «E ho ''paura'' di uscire – nel buio – a prenderti. Ho paura!». Affondò di nuovo le dita e poi, sentendo le lacrime scivolarle sulle guance, accese a malincuore il cellulare per registrare. Era uno stupido spreco di batteria, ma non poteva farne a meno. Ne aveva ''bisogno''.
 
===''Il diario del vampiro. La furia''===
Elena entrò nella radura.<br>
Sotto i suoi piedi, frammenti di foglie autunnali gelavano nella fanghiglia mista a neve. Era il crepuscolo, e anche se la furia della tempesta stava scemando, l'aria nel bosco era sempre più gelida. Elena non sentiva il freddo. (Incipit de ''La furia'')
 
===''Il diario del vampiro. La genesi''===
Il giorno in cui la mia vita cambiò cominciò come tutti gli altri. Era una calda giornata d'agosto del 1864 e l'afa era così opprimente che persino le mosche avevano smesso di ronzare attorno al fienile. I figli dei domestici, che si lanciavano sempre in giochi sfrenati e strillavano mentre aiutavano i genitori nei lavori di casa, erano silenziosi. L'aria era immobile, come per ritardare il tanto atteso temporale. Avevo deciso di trascorrere il pomeriggio a cavalcare Mezzanotte, il mio purosangue, nel fresco bosco ai confini di Villa Veritas, la tenuta della mia famiglia. Avevo infilato un libro in borsa ed ero assorto nel mio piano di fuga.
 
===''Il diario del vampiro. La messa nera''===
«Tutto potrà tornare come prima», disse Caroline di cuore, allungando una mano per stringere quella di Bonnie.<br>
Ma non era vero. Niente avrebbe potuto essere come prima che Elena morisse. Niente. E Bonnie nutriva seri dubbi sulla festa che Caroline stava cercando di organizzare. Un vago fastidio alla bocca dello stomaco le diceva che per qualche ragione era proprio una pessima idea. (Incipit de ''La messa nera'')
 
''Ste-fan?''<br>
===''Il diario del vampiro. Mezzanotte''===
Elena si sentiva frustrata. Non riusciva a esprimere quello che aveva in mente come avrebbe voluto.<br>
Caro diario,<br>
«Stefan», disse lui, invitante, appoggiandosi su un gomito e guardandola con quegli occhi che avevano il potere di farle quasi scordare quello che stava cercando di dire. Erano verdi, come le foglie che brillano al sole in primavera. (Incipit de ''Il ritorno'')
sono così spaventata che riesco a stento a tenere in mano la penna. Scrivo in stampatello anziché in corsivo, perché in questo modo riesco a controllare la grafia.
 
===''Il diario del vampiro. Scende la notte''===
«In effetti così ha terribilmente senso», disse Meredith. Erano nel soggiorno a casa di Isobel, in attesa del dottor Alpert. Meredith, seduta a una bellissima scrivania di legno scuro ornata da motivi dorati, davanti a un computer trovato lì acceso.<br>
«Le ragazze di Salem accusavano le persone di far loro del male... le streghe, naturalmente. Dicevano che "le pizzicavano e le pungevano con degli spilli"».<br>
«Le cose di cui ci accusa Isobel», disse Bonnie annuendo.<br>
«E avevano delle crisi e si contorcevano in "posizioni impossibili"». (Incipit di ''Scende la notte'')
 
«Caro diario», sussurrò Elena, «quanto è frustrante tutto questo? Ti ho lasciato nel bagagliaio della Jaguar e sono le due del mattino». Premette le dita sulla gamba, attraverso la camicia da notte, come se stesse impugnando una penna e scrivendo una frase. Sussurrò ancora più leggermente, poggiando la fronte sul finestrino: «E ho ''paura'' di uscire – nel buio – a prenderti. Ho paura!». Affondò di nuovo le dita e poi, sentendo le lacrime scivolarle sulle guance, accese a malincuore il cellulare per registrare. Era uno stupido spreco di batteria, ma non poteva farne a meno. Ne aveva ''bisogno''. (Incipit de ''L'anima nera'')
===''Il diario del vampiro. Sete di sangue''===
 
Era ottobre. Gli alberi del cimitero erano diventati d'un marrone marcio e una fredda brezza fischiava fra i rami, scalzando l'opprimente calore estivo della Virginia. Non che io ne risentissi. Come vampiro, il mio corpo percepiva solo la temperatura della mia prossima vittima e si riscaldava pregustando il sangue che avrebbe cominciato a scorrere, caldo e sinuoso, nelle mie vene.
Si piegò verso di lei {{NDR|Elena}}, le labbra che appena sfioravano le sue, condividendo i suoi lenti respiri con lei. Restarono così a lungo, molto a lungo. Damon sembrava affascinato dall'essere in grado di offrirle qualcosa del proprio corpo: l'ossigeno di cui entrambi avevano bisogno, ma che acquisivano in modi diversi. Molte persone avrebbero trovato intollerabile un contatto degli occhi così prolungato, l'immobilità dei corpi, il silenzio, e avrebbero socchiuso le palpebre. Avrebbero avuto la sensazione di immergersi troppo in profondità nella personalità dell'altro, di perdere definizione e diventare ognuno una parte eterea dell'altro, prima che un solo bacio fosse stato dato. (Citazione da ''Il diario del vampiro. L'anima nera'')
 
Caro diario,<br>
sono così spaventata che riesco a stento a tenere in mano la penna. Scrivo in stampatello anziché in corsivo, perché in questo modo riesco a controllare la grafia. (Incipit di ''Mezzanotte'')
 
Il giorno in cui la mia vita cambiò cominciò come tutti gli altri. Era una calda giornata d'agosto del 1864 e l'afa era così opprimente che persino le mosche avevano smesso di ronzare attorno al fienile. I figli dei domestici, che si lanciavano sempre in giochi sfrenati e strillavano mentre aiutavano i genitori nei lavori di casa, erano silenziosi. L'aria era immobile, come per ritardare il tanto atteso temporale. Avevo deciso di trascorrere il pomeriggio a cavalcare Mezzanotte, il mio purosangue, nel fresco bosco ai confini di Villa Veritas, la tenuta della mia famiglia. Avevo infilato un libro in borsa ed ero assorto nel mio piano di fuga. (Incipit de ''La genesi'')
 
Era ottobre. Gli alberi del cimitero erano diventati d'un marrone marcio e una fredda brezza fischiava fra i rami, scalzando l'opprimente calore estivo della Virginia. Non che io ne risentissi. Come vampiro, il mio corpo percepiva solo la temperatura della mia prossima vittima e si riscaldava pregustando il sangue che avrebbe cominciato a scorrere, caldo e sinuoso, nelle mie vene. (Incipit di ''Sete di sangue'')
 
===''Il diario del vampiro. Strane creature''===
Sentii nelle vicinanze il battito di un cuore, di una vita.<br>
Appena quel suono richiamò la mia attenzione, gli altri rumori della città passarono in secondo piano. Si era allontanata dai suoi amici e aveva abbandonato il sentiero battuto. (Incipit di ''Strane creature'')
 
==='' Il gioco proibito. L'inseguimento''===
Non era tanto la caccia. Era ''uccidere''.<br>
Ecco perché Gordie Wilson si trovava sulle colline di Santa Ana in quell'assolato mattino di maggio, dopo aver marinato la scuola, senza sapere se l'avrebbe fatta franca falsificando un'altra volta la firma di sua madre sul libretto delle giustificazioni. Non era lì per i prati coperti di fiori di campo, i lupini azzurro cielo o l'odorosa salvia purpurea. Era per il tonfo sordo del piombo nella carne.<br>
La preda. (Incipit de ''L'inseguimento'')
 
===''Il gioco proibito. L'ultima mossa''===
La hostess si diresse verso di loro, e Jenny avvertì un prurito alla nuca, mentre i mignoli cominciavano a formicolare.<br>
Rilassati, si disse. Stai calma.<br>
Ma quando l'assistente di volo raggiunse la loro fila, il cuore prese a batterle forte. La donna indossava un'uniforme blu scuro con rifiniture color crema e aveva un aspetto piuttosto militaresco. Il viso era attraente ma autoritario, come quello di un'insegnante energica e attenta.<br>
Non voltarti. Guarda fuori del finestrino. (Incipit de ''L'ultima mossa'')
 
===''Il gioco proibito. La casa degli orrori''===
Jenny si guardò alle spalle. Erano ancora dietro di lei, dall'altro lato della strada, ma la stavano sicuramente seguendo. Camminavano alla sua stessa andatura; quando lei rallentò fingendo di guardare la vetrina di un negozio, rallentarono anche loro.<br>
Erano in due, uno vestito di nero con una T-shirt, una giacca di pelle e una bandana bianca in testa, l'altro con una lunga camicia di flanella, a quadri neri e blu, sbottonata. Ed erano sporchi. Due brutti ceffi, di quelli che portano guai. (Incipit de ''La casa degli orrori'')
 
=== ''La notte del solstizio''= ==
La volpe stava aspettando.<br>
Attorno a essa, sul soffice terreno sotto gli aranci, si proiettava una luce screziata, che dava un riflesso dorato alla sua pelliccia fulva e faceva brillare per qualche istante i suoi occhi gialli. Aspettava lì, nel frutteto, sin dall'alba ed era pronta a continuare ad attendere fino al sorgere della luna, se necessario. Aveva bisogno unicamente di un bambino, ma quel bambino doveva essere da solo e non doveva esserci nessun altra persona lì attorno ad assistere alla scena. (Incipit)
 
=== ''La setta dei vampiri. Il segreto''= ==
Era il primo giorno delle vacanze estive quando Poppy scoprì che stava per morire.<br>
Lunedì. Il primo ''vero'' giorno di vacanza (il fine settimana non contava). Poppy si svegliò con una magnifica sensazione di leggerezza e pensò: Niente scuola. La luce del sole filtrava attraverso la finestra, colorando i leggeri tendaggi intorno al letto con una sfumatura dorata. Poppy li spinse da parte e saltò giù dal letto. Fece una smorfia di dolore. (Incipit de ''Il segreto'')
 
===''La setta dei vampiri. L'alba oscura''===
Maggie Neely fu svegliata dalle urla di sua madre.<br>
Come sempre, si era addormentata in compagnia di Jake, il suo alano, disteso pesantemente sui suoi piedi, e dei tre gatti di casa che avevano continuato a fare avanti e indietro attorno alla sua testa in cerca della posizione più comoda. Maggie teneva una guancia appoggiata sul libro aperto di geometria; sulla coperta erano sparsi fogli di appunti, briciole di patatine fritte e la bustina ormai vuota. Aveva indosso un paio di jeans, la maglietta di un pigiama a fiori e l'unico paio di calzettoni che era riuscita a trovare la sera prima: uno corto di velluto rosso e l'altro di cotone azzurro, lungo e sbrindellato.
 
===''La setta dei vampiri. L'angelo nero''===
Gillian Lennox non aveva intenzione di morire quel giorno. Era arrabbiata, però. Arrabbiata perché aveva perso il passaggio per tornare da scuola, perché aveva freddo, e perché mancavano due settimane a Natale ed era molto, molto sola.<br>
Camminava sul ciglio di una strada deserta, tutta curve e dossi come una qualsiasi altra strada di campagna del Sud-ovest della Pennsylvania, tirando violenti calci ai fastidiosi mucchi di neve che trovava lungo la via. (Incipit de ''L'angelo nero'')
 
Maggie Neely fu svegliata dalle urla di sua madre.<br>
Come sempre, si era addormentata in compagnia di Jake, il suo alano, disteso pesantemente sui suoi piedi, e dei tre gatti di casa che avevano continuato a fare avanti e indietro attorno alla sua testa in cerca della posizione più comoda. Maggie teneva una guancia appoggiata sul libro aperto di geometria; sulla coperta erano sparsi fogli di appunti, briciole di patatine fritte e la bustina ormai vuota. Aveva indosso un paio di jeans, la maglietta di un pigiama a fiori e l'unico paio di calzettoni che era riuscita a trovare la sera prima: uno corto di velluto rosso e l'altro di cotone azzurro, lungo e sbrindellato. (Incipit de ''L'alba oscura'')
 
===''La setta dei vampiri. L'anima gemella''===
I lupi fecero irruzione mentre Hannah Snow si trovava nello studio dello psicologo.<br>
Era lì per ovvie ragioni. «Credo di stare per impazzire», disse tranquillamente mentre si metteva seduta.<br>
«E cosa te lo fa pensare?». La voce dello psicologo era neutra, rasserenante.<br>
Hannah deglutì. (Incipit de ''L'anima gemella'')
 
===''La setta dei vampiri. L'incantesimo''===
Espulsa.<br>
Era una parola spaventosa per una studentessa dell'ultimo anno, e continuava a risuonare nelle orecchie di Thea Harman mentre l'auto di sua nonna si avvicinava all'edificio scolastico.<br>
«Questa», disse nonna Harman dal sedile anteriore del passeggero, «è la vostra ultima possibilità. Ve ne rendete conto, vero?». (Incipit de ''L'incantesimo'')
 
===''La setta dei vampiri. La cacciatrice''===
«È semplice», disse Jez l'ultima notte di caccia della sua vita. «Voi correte. Noi vi inseguiamo. Se vi prendiamo, morite. Vi concediamo tre minuti di vantaggio».<br>
Il leader della cricca di skinhead davanti a lei non si mosse. Aveva il volto pallido e lo sguardo da pescecane. Era in piedi, irrigidito dalla tensione, e cercava di fare il duro, ma Jez aveva notato un lieve tremore nei muscoli delle gambe.<br>
Jez gli fece un sorriso. (Incipit de ''La cacciatrice'')
 
===''La setta dei vampiri. La prescelta''===
Tutto accadde alla festa del quinto compleanno di Rashel.<br>
«Mamma, possiamo andare nei tunnel?». Stavano festeggiando il compleanno in un parco divertimenti, dove c'era la più grande struttura di scivoli e di tunnel colorati di plastica che la bambina avesse mai visto.<br>
Sua madre sorrise. «Va bene, gattina, ma sta' attenta a Timmy. Non è veloce come te».<br>
E queste furono le ultime parole che sua madre le disse. (Incipit de ''La prescelta'')
 
== Citazioni da alcune opere ==
=== Il diario del vampiro. L'anima nera ===
Si piegò verso di lei {{NDR|Elena}}, le labbra che appena sfioravano le sue, condividendo i suoi lenti respiri con lei. Restarono così a lungo, molto a lungo. Damon sembrava affascinato dall'essere in grado di offrirle qualcosa del proprio corpo: l'ossigeno di cui entrambi avevano bisogno, ma che acquisivano in modi diversi. Molte persone avrebbero trovato intollerabile un contatto degli occhi così prolungato, l'immobilità dei corpi, il silenzio, e avrebbero socchiuso le palpebre. Avrebbero avuto la sensazione di immergersi troppo in profondità nella personalità dell'altro, di perdere definizione e diventare ognuno una parte eterea dell'altro, prima che un solo bacio fosse stato dato. (da ''Il diario del vampiro. L'anima nera'')
 
==Bibliografia==