Mircea Eliade: differenze tra le versioni

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*La grande originalità della ''Bhagavad Gītā'' sta nell'aver insistito sullo «yoga dell'azione», che si realizza «rinunciando ai frutti dei propri atti», e questo è anche il principale motivo del suo successo, che non ha precedenti in [[India]]. (p. 242)
*Infatti, per tradurlo in termini familiari agli occidentali, il problema presentato nella ''Gītā'' è il seguente: in che modo risolvere la situazione paradossale creata dal fatto che l'uomo da un lato ''si trova'' nel [[Tempo]], è ''votato'' alla [[Storia]], ma, dall'altro sa che sarà 'dannato' se si lascia esaurire nella temporalità e nella propria storicità, e che di conseguenza deve a tutti i costi trovare, ''nel mondo'', una via che sbocchi su un piano trans-storico e atemporale? (p. 243)
*In ogni caso va precisato che l'ostensione del [[pene|fallo]] costituiva un atto religioso, perché si trattava dell'organo generatore di [[Dioniso]], al tempo stesso ''dio e mortale che aveva vinto la morte''. Sarà sufficiente ricordarsi della sacralità del ''lingam'' di [[Shiva]] per comprendere come, in certi contesti culturali e religiosi, l'organo generatore di un dio non soltanto simboleggi il mistero della sua creatività, ma significhi anche la sua ''presenza''. Tale esperienza religiosa è certamente inaccessibile al mondo occidentale moderno. Infatti, a differenza dei Misteri, il [[cristianesimo]] ha ignorato il valore sacramentale della sessualità. (p. 285)
*A partire dal II secolo, le due religioni {{NDR|[[mitraismo]] e [[cristianesimo]]}} celebravano la natività del loro Dio lo stesso giorno (25 dicembre) e condividevano credenze analoghe sulla fine del Mondo, sul giudizio finale e sulla risurrezione dei corpi. (p. 328)
*D'altra parte, numerose idee religiose iraniche – e cioè alcuni motivi della Natività, l'angelologia, il tema del ''magus'', la teologia della Luce, alcuni elementi della mitologia gnostica – finirono per essere assimilati dal cristianesimo e dall'[[Islam]]; in certi casi se ne possono ravvisare le tracce dall'Alto Medioevo fino al Rinascimento e all'Illuminismo. (p. 329)
 
==Bibliografia==