Carlo Alianello: differenze tra le versioni

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*E in patria? E nei quartieri poveri delle città, nel lurido intrico dei vicoli presso il Tamigi a Londra, nelle campagne sparse di miseri casolari di strame dai quali i lords cacciavano i contadini per crearsi comode e ricche riserve di caccia? Ma tutto ciò non interessava Gladstone; lui si occupava soltanto del regno borbonico e degli amici liberali o mazziniani. (p. 14)
*{{NDR|su [[Ferdinando II delle Due Sicilie]]}} Volle strade, volle porti, volle bonifiche, ospizi e banche; poco sopportava una borghesia saccente e rapace, la cosiddetta borghesia dotta, i « galantuomini ». Cercò piuttosto di creare una borghesia che mirasse al sodo. Non fu fortunato per la ragione che nel Napoletano altra borghesia non esisteva che quella delle professioni e degli studi, « permanili e pagliette », quelli che avevano cacciato suo nonno da Napoli, legati a fil doppio allo straniero per sole ragioni ideologiche che il Re, come re, non capiva; e l'avida e avara schiera dei proprietari terrieri. (p. 121)
*Riporto dall'Almanacco reale del regno delle Due Sicilie del 1854, dopo una lunga e particolareggiata lista d'istituti di credito e di beneficenza, la seguente nota: « Si ha, oltre i luoghi pii ecc. ecc., pei domini continentali un totale di 761 di stabilimenti diversi di beneficenza, oltre 1131 monti frumentarii, ed oltre de' monti pecuniarii, delle casse agrarie e di prestanza e degli asili infantili. (p. 122)
*Lo sbarco di Garibaldi, la sua fortunata galoppata dalla Sicilia a Napoli, le battaglie di Capua, del Volturno, di Mola e di Gaeta non furono vera guerra, voglio dire non furono guerra combattuta tra nemici cordiali e accaniti. La diserzione della borghesia napoletana, di quasi tutta l'ufficialità dell'esercito, di tutta la flotta che a Calatafimi, avendo alzata la bandiera tricolore in luogo dell'odiata frittata borbonica, prese di fianco i difensori e costrinse l'eroico IX cacciatori col suo comandante Bosco a ritirarsi nella fortezza per non essere massacrato dalle bombe un tempo amiche, il tradimento dei ministri in carica, dell'intera burocrazia, della magistratura, avevano deciso la sorte della monarchia napoletana sin dallo sbarco a Marsala, e forse prima. (p. 130)
*Secondo la stampa estera, dal gennaio all'ottobre del 1861, si contavano nell'ex Regno delle Due Sicilie 9860 fucilati, 10.604 feriti, 918 case arse, 6 paesi bruciati, 12 chiese predate, 40 donne e 60 ragazzi uccisi, 13.629 imprigionati, 1428 comuni sorti in armi. E questo martirio, questa insana persecuzione assai anni durò, finché i morti furon troppi, nauseati soldati e ribelli dal lungo e sfibrante lezzo dei cadaveri. (p. 133-134)